Era forse inevitabile che fosse proprio David Chipperfield ad occuparsi del restauro della Neue Nationalgalerie di Mies van der Rohe. Il più “moderno” dei progettisti contemporanei, che da decenni riafferma attraverso le sue opere l’attualità del progetto politico-culturale della modernità architettonica, ha l’occasione d’intervenire in prima persona sul capolavoro di un maestro del ‘900.
La Neue Nationalgalerie è intoccabile nella sua immagine e sostanza complessiva – podio in granito, padiglione vetrato, copertura in acciaio – perché è protetta da opportuni vincoli e soprattutto dall’aura che la storia le ha conferito. Al tempo stesso, dopo quasi cinque decenni di apertura al pubblico, è invecchiata nelle sue strutture, nei suoi materiali e nelle sue tecnologie.
L’intervento di Chipperfield si fa qui ancora più silenzioso che altrove, mette a punto strategie per scomparire, impone alcuni compromessi per raggiungere lo scopo. I rivestimenti in pietra del basamento sono smontati, catalogati e riposizionati dopo il restauro delle strutture in calcestruzzo. Le vetrate sono inspessite per aumentarne la resistenza, ma si rinuncia all’istallazione di vetri a taglio termico. Le esigenze della conservazione hanno fortunatamente la meglio su quelle dell’efficientamento energetico.
Alla Neue Nationalgalerie Chipperfield si rivela all’altezza delle aspettative ed è effettivamente in grado di “restituire l’amato paziente in apparenza intatto, a parte che per il suo funzionamento più fluido”. È interessante, infine, notare come l’approccio conservativo sia esteso anche a componenti software solitamente trascurate. Nel nuovo museo sopravvivono come oggetti da esposizione anche i telefoni, gli ascensori, i radiatori e le vending machine degli anni ’60, spesso private della loro funzione originaria, ma “salvate” come testimonianze della cultura materiale che ha popolato l’edificio in un’epoca ormai lontana.
- Progetto:
- Ristrutturazione della Neue Nationalgalerie
- Programma:
- museo
- Luogo:
- Berlino, Germania
- Architetti:
- David Chipperfield Architects
- Partners David Chipperfield Architects:
- David Chipperfield, Martin Reichert, Alexander Schwarz
- Capi progetto:
- Daniel Wendler, Michael Freytag
- Strutture:
- GSE Ingenieurgesellschaft mbH Saar, Enseleit und Partner
- Consulente per il restauro:
- Pro Denkmal GmbH
- Progetto del paesaggio:
- TOPOS Stadtplanung Landschaftsplanung Stadtforschung
- Committente:
- Stiftung Preußischer Kulturbesitz, rappresentato da Bundesamt für Bauwesen und Raumordnung
- Superficie:
- 13.900 mq
- Completamento:
- 2021