Mentre una crisi finanziaria minaccia il Libano – lacerato dalla terribile esplosione nel porto di Beirut l'ottobre scorso – e un movimento di protesta indignato attanaglia il paese, l'apertura di una nuova sede bancaria emerge come un improbabile edificio architettonico simbolo di rinnovamento. Eppure, con il progetto della nuova sede della banca LSB, la sfida dei progettisti è proprio questa, sovvertire l'antiquato codice edilizio a favore di una crescita urbana consapevole capace di ridefinire il rapporto tra l'inevitabile espansione urbana e la riattivazione di spazi inclusivi d'interazione sociale.
L’edificio, situato in una zona agricola riqualificata nella città di Tiro, sulla costa meridionale del Libano, si configura come un grande parallelepipedo di cemento scavato da una corte trapezoidale nel centro e solcato da una leggera parete curva di vetro. I piani in aggetto su questo fronte curvo esposto a sud e angolato in base all'esposizione solare, permettono di ridurre al minimo l'ingombro dell'edificio a terra e definiscono una piazza ombreggiata aperta e flessibile direttamente collegata alla corte interna trapezoidale.
Le connessioni visive ricreate all’interno dell’edificio rispondono al contesto e all'orientamento sottolineando ulteriormente il ruolo centrale degli spazi collettivi. Il cortile interno crea un condotto/cannocchiale visivo tra gli uffici a più livelli, lo spazio centrale di circolazione e il cielo. La facciata principale curva si libra come lo scafo di una barca sulla piazza per creare un dialogo visivo diretto tra gli uffici e l'esterno mentre le finestre smussate della facciata est e ovest incorniciano il paesaggio lontano limitando l’irraggiamento solare.