Il Théâtre du Maillon si trova nel quartiere Wacken di Strasburgo, a quindici minuti dal centro storico e accanto al Parlamento Europeo. Questa zona periferica sta cambiando in fretta, con nuovi edifici residenziali in fase di costruzione tutt’attorno. Il teatro da fuori non sembra affatto un teatro. È un cubo nero all’apparenza anonimo, quando visto da lontano. Potrebbe essere un edificio per uffici o una qualunque fabbrica. Nessuna segnaletica ne indica la reale funzione. Si raggiunge salendo ampie gradinate in cemento – il complesso è leggermente sopraelevato per rispondere ai potenziali allagamenti dell’area – e non esiste un ingresso centrale. Per capire quale sia l’entrata, cammino lentamente attorno alle pareti perimetrali vetrate e aspetto che un sensore di movimento mi faccia accedere. Dopo qualche metro, due pareti vetrate si aprono ed entro subito, senza avere la certezza di aver intercettato l’ingresso giusto. Mi ritrovo in una lobby ampia, di 14 metri di altezza, industrial ma calda e luminosa, completamente rifinita in cemento chiaro lucidato e in netto contrasto con il tono scuro della facciata.
Il Théâtre du Maillon di Strasburgo non è un teatro
Lo studio parigino LAN Architecture ha completato uno dei primi spazi progettati espressamente per il teatro contemporaneo in Europa: un edificio senza confini dove il vuoto è “spazio delle possibilità”.
Didascalia dalla relazione di progetto. Foto Charly Broyez
Didascalia dalla relazione di progetto. Foto Charly Broyez
Didascalia dalla relazione di progetto. Foto Charly Broyez
Didascalia dalla relazione di progetto. Foto Charly Broyez
Didascalia dalla relazione di progetto. Foto Charly Broyez
Didascalia dalla relazione di progetto. Foto Charly Broyez
Didascalia dalla relazione di progetto. Foto Charly Broyez
Didascalia dalla relazione di progetto. Foto Charly Broyez
Didascalia dalla relazione di progetto. Foto Charly Broyez
Foto Charly Broyez
Didascalia dalla relazione di progetto. Foto Charly Broyez
Didascalia dalla relazione di progetto. Foto Charly Broyez
Didascalia dalla relazione di progetto. Foto Charly Broyez
Didascalia dalla relazione di progetto. Foto Charly Broyez
Didascalia dalla relazione di progetto. Foto Charly Broyez
Didascalia dalla relazione di progetto. Foto Charly Broyez
Didascalia dalla relazione di progetto. Foto Charly Broyez
Didascalia dalla relazione di progetto. Foto Charly Broyez
Foto Charly Broyez
Foto Charly Broyez
Foto Charly Broyez
Foto Charly Broyez
Foto Charly Broyez
Foto Charly Broyez
Foto Charly Broyez
Foto Charly Broyez
Disascalia dalla relazione di progetto. Foto Charly Broyez
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- Marianna Guernieri
- 03 dicembre 2019
- Strasburgo
- LAN Architecture
- 7.017 mq
- teatro
- 2019
Già in prossimità del volume ci si rende conto delle numerose sorprese che si nascondono nell’edificio e si intravede un monumentale cortile interno, con aperture al soffitto che fanno entrare la pioggia di fine novembre, come un impluvium contemporaneo. Ad aspettarmi all’interno c’è l’architetto italiano Umberto Napolitano, co-fondatore del pluripremiato studio LAN Architecture, pronto ad accompagnarmi in ogni meandro di questa nuova creatura, che vedrà il completamento definitivo tra un mese e che è già stata inaugurata ufficialmente settimana scorsa con un tripudio di spettacoli per tutte le età, con tanto di taglio del nastro di Emmanuel Macron, che “in un attimo ha colto tutte le caratteristiche del progetto e ha dato l’impressione di essere il massimo esperto del quartiere e del teatro: un vero oratore”, racconta sorridendo Napolitano.
Maillon in francese significa “connessione”, e la nuova sede progettata da LAN è esattamente questo: connessione tra le sale, tra interno ed esterno, tra il teatro e la città, tra lo spettatore e lo spettacolo. “Ci siamo chiesti come spingere al massimo uno spazio da definire”, spiega Napolitano. “Come lavorare sull’idea del limite, come un qualcosa che sia più spesso. Il limite tra interno ed esterno, tra una sala e l’altra, tra gli attori e il pubblico. Ogni volta questo limite prende delle configurazioni, questa frontiera diventa molto porosa in alcuni casi ed è molto netta in altri. L’idea di dare materia a questa frontiera, qualsiasi fosse lo spazio, ci ha spinto in varie direzioni.”
Quando abbiamo vinto il concorso abbiamo deciso di non fare un teatro, ma una fabbrica del teatro
Théâtre Maillon nasce nel ’78, dopo il diffondersi del movie theatre, quando le politiche francesi usavano il teatro per animare e portare cultura nelle periferie. Nel ’99 è stato trasferito in un hangar della Fiera Internazionale di Wacken, e da lì è diventato leggenda. Un luogo la cui natura industriale ha originato una programmazione talmente avanguardistica da attirare i grandi protagonisti del teatro contemporaneo, a partire da Romeo Castellucci, regista della Societas Raffaello Sanzio, incitandoli a cambiare la configurazione del teatro ogni volta. Per via della fiera, poi, ogni anno a giugno si era costretti a liberare gli spazi. Ora il Maillon fa parte di una rete europea di programmazioni teatrali tra le più sperimentali, sotto la guida della direttrice franco-tedesca Barbara Engelhardt. Il vecchio teatro in fiera è stato demolito per rinascere in quest’ultimo firmato da LAN.
“Quando abbiamo vinto il concorso abbiamo deciso di non fare un teatro, ma una fabbrica del teatro”, racconta Napolitano. “A partire da questa idea abbiamo realizzato una facciata che è uguale ovunque, non ha più ingressi principali, diventa generico. Dando tantissima luce e lo stesso spazio a tutto il teatro, con molto volume. Abbiamo lavorato sul vuoto, nella speranza che proprio il vuoto fosse lo spazio potenziale.” Prima ancora di concentrarsi sul contesto urbano, gli architetti si sono cimentati nel teatro contemporaneo, analizzandone le forme più diffuse oggi, dagli spettacoli ambulanti in cui il pubblico segue gli attori, a quelli di danza, fino alle mostre collaterali di artisti che lavorano tra cinema, teatro e arte. “Gli spazi dovevano rispondere ai parametri classici in cui le sale sono totalmente frontali, bifrontali, trifrontali, quadrifrontali, tutte flessibili al massimo di quello che si può fare oggi, e allo stesso tempo dovevano tutti poter accogliere le rappresentazioni.” In sostanza, ogni area del teatro, dalla lobby al patio semi coperto, è attrezzata per ospitare uno o più spettacoli e può interconnettersi all’altra dando vita a infinite configurazioni, grazie a vetrate apribili ed enormi pannelli fonoassorbenti a scomparsa, aprendosi potenzialmente alla città attorno. “Volevamo uscire dallo schema del teatro all’italiana con lobby, auditorium e backstage”. Il teatro, in sintesi, comprende al piano terra due auditorium (il più grande può ospitare fino a 714 posti), una lobby con bar e biglietteria a doppia facciata per riconfigurarsi all’occorrenza e due cortili di cui uno interno. Al primo piano sono collocati gli uffici amministrativi, altre sale per eventi o lezioni di yoga e danza, i camerini e lo “spazio degli artisti” con cucina open space e una sala multifunzionale. I percorsi al piano terra sono indicati da una segnaletica a monitor che può essere sempre riprogrammata in base alla configurazione degli spettacoli giorno per giorno. Le sedute in sala, realizzate da un’azienda specializzata italiana, rispondono ai massimi requisiti di acustica, sono telescopiche e mobili. Le finiture e i pavimenti – realizzati da aziende francesi e tedesche – sono studiati per restituire la miglior performance fonoassorbente possibile.
Gli arredi della lobby, invece, rientrano in un iter parallelo di autocostruzione, dove gli architetti hanno fornito al teatro dei disegni tecnici da scaricare e autoprodurre. LAN ha disegnato una grande varietà di elementi, dalle poltrone alle sedie a dondolo e i tavoli, mentre la realizzazione (semplice taglio laser del legno e montaggio) è lasciata al teatro, che decide quali e quanti arredi realizzare all’occorrenza. Il processo rientra nel progetto MAKE A, un vero manifesto per la democratizzazione dei mobili che sorpassa il mondo della distribuzione e trasforma il cliente in designer.
L’unico limite che sembra emergere da quest’opera sta nelle inesauribili possibilità spaziali, che l’immaginazione dei registi e della direzione dovrà poter sfruttare al meglio ora che finalmente si trovano tra le mani la sintesi di quella grande macchina scenica congegnata in quarant’anni di storia, che legittima e sfida le possibilità del teatro oggi. Prova ne è stata la rappresentazione de La Pasionaria, spettacolo di danza contemporanea della compagnia spagnola La Veronal, diretta da Marcos Morau, che ha narrato un mondo distopico con scenografia frontale e ballerini-robot che controllano le nascite dei bambini in un ambiente retrofuturista scandito da beat techno, colori pastello e luci al neon.
- Maillon Théâtre de Strasbourg – Scène Européenne
- teatro
- LAN Architecture
- Strasburgo, Francia
- Umberto Napolitano, Benoit Jallon – Francisco Martinez, Dorothée Riou, Margaux Desombre, Marcello Orlandini, Marina Bedina
- Michel Fayet, Ludovic Hallard, Patrice Buniazet
- Terrel Group
- Batiserf
- 7.017 mq (1.044 mq auditorium grande, 484 mq auditorium piccolo, 491 mq hall)
- € 20M
- 2019
Il Maillon è cresciuto con l’evoluzione di Strasburgo: dallo sviluppo di nuovi quartieri periferici negli anni ’70 alla rivitalizzazione di un nuovo centro urbano a Wacken e alla creazione di una continuità urbana con i suoi vicini lungo il Reno. Su scala urbana, il nuovo Théâtre du Maillon si affianca a edifici importanti come il Parlamento Europeo, il centro risorse della Maison de la Région e il futuro parco espositivo.
Ottimizzando le dimensioni all’interno del lotto, la struttura valorizza il paesaggio stradale lungo Avenue Schutzenberger, forma un angolo in Place Adrien Zeller e si erge come un faro urbano se visto da Rue Jean Wenger Valentin. Dall’interno è visibile la guglia della Cattedrale di Strasburgo.
Quando l'atrio d'ingresso viene utilizzato come spazio per spettacoli, il bar (bifacciale) si apre sulla strada e la lobby diventa l'atrio d'ingresso.
Il cortile d'ingresso è un'estensione delle aree interne; è uno spazio semiaperto al riparo dal vento. Le facciate vetrate sono sospese in modo tale che la parte inferiore può essere aperta per uno spazio completamente libero. Il cortile del retro è delimitato da una parete che permette di riporre le sedute a gradinate quando lo spazio è utilizzato come anfiteatro.
Quando l'atrio d'ingresso viene utilizzato come spazio per spettacoli, il bar (bifacciale) si apre sulla strada e la lobby diventa l'atrio d'ingresso.
Quando l'atrio d'ingresso viene utilizzato come spazio per spettacoli, il bar (bifacciale) si apre sulla strada e la lobby diventa l'atrio d'ingresso.
Il Théâtre du Maillon è composto da due auditorium, un'area per l'ospitalità, un'area logistica, un'area amministrativa, un'area per gli artisti, un'area backstage e due cortili: un cortile logistico e un cortile d'ingresso. I percorsi giocano un ruolo importante: definiscono gli spazi senza impedirne l'evoluzione. Le esigenze delle scenografie spingono verso una flessibilità ancora maggiore, dando vita a spazi ad alto potenziale d'uso.
Nel suo insieme, il luogo è libero nelle sue funzioni e nei suoi movimenti e aperto a usi misti e continui, ma offre anche spazi chiusi e isolati per consentire attività simultanee senza disturbi o interruzioni.
Quando l'atrio d'ingresso viene utilizzato come spazio per spettacoli, il bar (bifacciale) si apre sulla strada e la lobby diventa l'atrio d'ingresso.
Una singola facciata definisce tutte le parti dell'edificio e gli ingressi multipli. Le pareti mobili permettono di riconfigurare gli spazi.
Una singola facciata definisce tutte le parti dell'edificio e gli ingressi multipli. Le pareti mobili permettono di riconfigurare gli spazi.
Il grande auditorium misura 40m di lunghezza per 26m di larghezza e ha una capacità di 714 posti a sedere. Ha una passerella lungo il perimetro e una trave a soffitto che attraversa l'intero palcoscenico con un'altezza di 13 metri sotto la griglia. Oltre ai 578 posti a sedere disposti su gradinate telescopiche, la creazione di 136 posti a sedere in livelli incassati permette di regolare la capacità del pubblico, di aumentare la profondità del set o di avvicinare lo spettatore all'azione. Dispone di un proprio atrio, che si collega direttamente alla lobby. I set possono essere progettati da qualsiasi punto di una qualsiasi delle sei facciate interne.
Un'area di ospitalità al piano superiore permette l'interazione informale tra gli artisti e gli operatori e aiuta a de-segregare lo spazio e a promuovere la commistione tra le discipline. Ma la socializzazione tra gli artisti non si limita qui: le dimensioni sovradimensionate dei corridoi si prestano ad incontri spontanei tra artisti, tecnici e personale amministrativo. Questa espansività permette anche di integrarsi nel progetto per collegare più spazi privati. Le sale di riscaldamento possono essere utilizzate anche per conferenze, incontri, workshop e, più in generale, l'organizzazione di attività pedagogiche è parte integrante del progetto.
Un'area di ospitalità al piano superiore permette l'interazione informale tra gli artisti e gli operatori e aiuta a de-segregare lo spazio e a promuovere la commistione tra le discipline. Ma la socializzazione tra gli artisti non si limita qui: le dimensioni sovradimensionate dei corridoi si prestano ad incontri spontanei tra artisti, tecnici e personale amministrativo. Questa espansività permette anche di integrarsi nel progetto per collegare più spazi privati. Le sale di riscaldamento possono essere utilizzate anche per conferenze, incontri, workshop e, più in generale, l'organizzazione di attività pedagogiche è parte integrante del progetto.
La logistica di backstage comprende la produzione e lo stoccaggio di piccoli componenti di scenografia. È divisa in due parti: una al piano terra che si collega direttamente alle sale e l'altra al piano superiore, vicino agli artisti. L'altezza del soffitto degli studi è di 6,5 m, il che ne esalta la flessibilità e lascia entrare la luce naturale.
Situati al piano superiore, gli uffici formano un insieme coeso che permette ai vari utenti del Maillon di incontrarsi regolarmente e di condividere insieme momenti casuali. L'accesso agli uffici avviene attraverso un ingresso dedicato. Sono raggruppati per entità e tutti hanno luce naturale al mattino.
Lo studio di cucito e il deposito costumi si aprono direttamente sugli spogliatoi degli artisti e sono immediatamente adiacenti all'area di ospitalità degli artisti. L'area backstage comprende tutti gli spazi di preparazione per gli artisti e gli spettacoli. Si trova al livello superiore, tra l'area di ospitalità degli artisti e i due auditorium. Tutti gli spogliatoi sono dotati di luce naturale.
Planimetria generale
Pianta piano terra
Pianta primo piano
Prospetti
Sezioni
Dettaglio di facciata
Dettaglio dei muri mobili
Possibili configurazioni
Il progetto consente al Maillon (ed eventualmente a tutti) l'accesso diretto ai progetti costruttivi di una serie di mobili che può essere costruita da chiunque, utilizzando tagli standard e tecnologia CNC. L'idea è che il teatro sarà in grado di produrre mobili secondo i suoi desideri e le sue esigenze, mantenendo al minimo i costi.