La prossima Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia sarà un laboratorio sull’Africa. Un laboratorio nel continente che rappresenta la grande sfida dell’umanità per il futuro.
L’Africa è “il luogo su questo pianeta in cui tutte le questioni di equità, razza, speranza e paura convergono e si fondono. A livello antropologico siamo tutti africani. E quello che succede in Africa succede a tutti noi”, ha detto Lesley Lokko, il primo Direttore Artistico scelto direttamente dal nuovo presidente della Biennale Roberto Cicutto e dal suo staff, dopo quasi due decenni sotto Paolo Baratta.
L’evento, che si terrà per sei mesi, dal 20 maggio al 26 novembre 2023, continuerà a lavorare sull’approccio proposto da Cecilia Alemani quest’anno per la mostra d’arte. La rappresentazione di culture, persone, paesaggi e costruzioni sottostimate nella storia dell’architettura sarà anche l’aspetto cruciale del progetto di Lokko.
Lokko non è la prima donna a curare una Biennale di architettura, ma è la seconda donna consecutiva ad occuparsi della direzione artistica. Questa scelta mostra quanto sta cambiando l’istituzione della Biennale. Venezia è sempre stata un palcoscenico per nuove idee e per promuovere una visione aperta della società, ma questo interesse per le nuove frontiere della conoscenza e le questioni etiche dimostrano che il percorso per la piena accettazione di queste posizioni è ancora lungo e faticoso da raggiungere.
L’Africa è il continente più giovane del mondo, con un’età media che è la metà di quella di Europa e Stati Uniti, di dieci anni più giovane dell’Asia. L’Africa è il continente a più rapida urbanizzazione del mondo, con una crescita di quasi il 4% all’anno. Questa crescita in gran parte non pianificata avviene generalmente a scapito dell’ambiente e degli ecosistemi locali, che ci pongono di fronte al cambiamento climatico sia a livello regionale che planetario. Infine, l’Africa rimane il continente meno vaccinato al Covid, con solo il 15% della popolazione, ma ha registrato il minor numero di decessi e infezioni, con un margine talmente significativo che la comunità scientifica non riesce ancora a spiegare del tutto.
La lunga e traumatica storia della migrazione forzata attraverso la tratta degli schiavi transatlantica è il terreno su cui oggi si combattono le lotte per i diritti civili e una società più civile in tutto il mondo. In tutti i discorsi sulla decarbonizzazione, è facile dimenticare che i corpi neri sono stati le prime unità di lavoro ad alimentare l’espansione imperiale europea che ha plasmato il mondo moderno. Equità razziale e giustizia climatica sono due facce della stessa medaglia.
“Ma la speranza è una moneta potente”, e l’architettura è un grande motore nello sviluppo della speranza umana. ha insistito Lesley Lokko. “Vediamo la nostra mostra come una sorta di laboratorio, un laboratorio in cui architetti e professionisti di un vasto campo di discipline creative traggono esempi dalle loro pratiche contemporanee al fine di tracciare un percorso per il pubblico – partecipanti e visitatori allo stesso modo – da attraversare, immaginando per loro stessi ciò che il futuro può riservare”.
Non sappiamo come Venezia, città porto, ex capitale di uno stato coloniale, saprà assorbire e presentare queste prospettive di cambiamento. Come risponderanno la sua istituzione più prestigiosa e il suo sistema turistico internazionale a questi punti di vista non occidentali?