Una residenza unifamiliare qualsiasi, annegata in una schiera uniforme in un quartiere periferico di Pechino, è un volume compatto, situato approssimativamente al centro del lotto e circondato dal piccolo giardino di sua pertinenza. Il progetto dello studio locale TAOA, incaricato di affiancare alla casa un atelier d’architetto e uno d’artista, modifica radicalmente questa configurazione.
Un nuovo recinto fortemente tridimensionale, composto da una sequenza di paramenti, rampe, passerelle e tettoie, invade il sito e costruisce relazioni inedite tra i pieni e i vuoti.
Accoglienti deck di legno funzionano come spazi filtro tra interno ed esterno, coperti ma all’aria aperta, e affacciati sui molti patii ricavati dalla frammentazione dell’unico cortile originario. Un sistema articolato di percorrenze permette al visitatore di esplorare l’intero complesso, dal dehors ipogeo, ai giardini del piano terra e fino alle terrazze del primo piano.
I progettisti di TAOA descrivono la forte chiusura dell’edificio rispetto al contesto come una forma di “indipendenza”, e non di isolamento. Per loro, infatti, la separazione netta dall’intorno è la condizione necessaria per determinare uno spazio altro dalla città, dove combinare liberamente e con sensibilità materiali minerali e vegetali, affinché “l’edificio non sia più un dispositivo che allontana i suoi abitanti dalla natura”, ma piuttosto un luogo d’incontro sereno tra l’uomo e il suo ambiente.
- Progetto:
- The house of Tao Lei
- Programma:
- residenza, atelier
- Luogo:
- Pechino, Cina
- Architetti:
- TAOA
- Capo progetto:
- Tao Lei
- Team di progetto:
- Chen Zhen, Li JIng, Zhang Jinghong
- Superficie:
- 600 mq
- Completamento:
- 2016