Tra i laboratori, ad ottenere il premio finale attraverso le votazioni online, è quello guidato dallo studio olandese ONIX: un materiale di base, il legno, nella forma di pallet e semplici assi, da usare senza connettori meccanici o colle, in modo da non comprometterne il riuso, e un obiettivo chiaro, lavorare sulla modularità per costruire un mega-arredo urbano. Risultato: una articolata struttura a ponte, che unisce e riporta a nuova vita le tracce di tre binari ferroviari, testimoni dell’identità del luogo, una ex area di cantiere a servizio del sistema di mobilità marittima e ferroviaria della città. Una struttura su cui si può “star sopra, sotto e passare attraverso”, caratterizzata da un componente base triangolare formato da tre pallet legati da fascette, che assemblato produce una convincente area giochi su cui arrampicarsi ma anche dove fermarsi a sedere e chiacchierare, sulle comode panche di legno a varie altezze.
Sui concetti di biomimetica, ovvero su come far tesoro dei quasi quattro miliardi di anni di conoscenze e strategie accumulate dalla natura nella nostra progettazione, e su come progettare lavorando con prodotti che siano “grown” piuttosto che “made”, hanno lavorato il workshop condotto da Lydia Fraaije-Beukes e Ilse van Rosmalen e quello condotto da Jasper Sluis e Willem Böttger. Anche in quest’ultimo gli studenti hanno lavorato tra le altre cose su delle strutture a ponte. Una di queste ha sperimentato l’accostamento di conci fatti di paglia e micelio su una centina curvilinea di legno: in una settimana l’organismo era cresciuto cominciando a legare insieme tra loro gli elementi.
Con la paglia e il legno ha lavorato un laboratorio finalizzato a un esperimento in scala 1:1 per un possibile intervento di riqualificazione di una palestra in un sobborgo di Tilburg, Udenhout. La comunità ha infatti le risorse economiche per l’intervento e già da qualche mese sta collaborando con l’Università di Avans per sperimentare possibili soluzioni innovative, basate su materiali naturali. L’obiettivo è quello di rifoderare l’involucro esistente con uno strato di paglia, dando però effettiva visibilità al materiale. Dopo un primo tentativo con un rivestimento di finitura in plexiglas, il laboratorio ha sperimentato una soluzione con sottili lamelle di legno inclinate.
In legno e paglia è il monumento ai rifugiati costruito dal workshop guidato da Cornelis Nuijten e Hilde Vanwildemeersch, con Els van den Veyver e il rifugiato siriano Jameel Hadidi. A partire da una idea dello stesso Hadidi, un infaticabile gruppo di studenti di diverse fedi e provenienze ha realizzato all’interno di una chiesa un’installazione in memoria del distrutto monastero di Mar Musa: un luogo di incontro e di meditazione aperto a tutte le religioni. Nell’installazione uno stretto passaggio dentro un labirinto di paglia tridimensionale, completamente buio e progressivamente sempre più sordo, conduce sino a un sedile sotto a una finestra da cui penetrano l’aria, la luce e i suoni esterni. Un’opera emozionante, che simboleggia il viaggio nel buio e nell’ignoto affrontato dai rifugiati.
Interamente costruita con la tecnica tradizionale delle giunzioni con incastri e perni di legno, smontabile e riciclabile, questa installazione ha permesso agli studenti di sperimentare la tecnica di costruzione delle case in balle di paglia. Balle che sulla struttura portante vengono impilate, compresse con cinghie e fissate con listelli di legno e martello. Soprattutto, questa installazione è stata l’occasione per fare uno straordinario lavoro e percorso di gruppo, dialogando con chi ha avuto la fortuna di attraversare il mare su un barcone e arrivare dall’altra parte con tutta la famiglia.