La casa, costruita in pietra grezza, sorge sotto gli alberi, in linea con i percorsi in pietra ricoperti di vegetazione. Ha uno sviluppo introverso ma è continuamente aperta ai suoi dintorni.

Solo due elementi rivelano la sua esistenza al mondo esterno: i fiori di buganvillea colorati che punteggiano in modo casuale il fitto fogliame degli alberi che segnano il perimetro del terreno; e la scatola bianca massiccia e monolitica che emerge attraverso le cime degli alberi.

Lo spazio è suddiviso in quattro aree: uno spazio sociale con il soggiorno e la zona pranzo, una cucina aperta e il portico che affiaccia sul patio erboso (la  sola natura indotta artificialmente nel progetto) – il cuore della casa– e sulla lastra che copre il serbatoio di acqua potabile; un’area di servizio che ripara un barbecue, un bagno, una zona doccia, la lavanderia e il deposito; la zona notte (con due camere principali e due camere per gli ospiti, tutte accessibili attraverso il cortile; e lo studio, al secondo piano, cui si accede attraverso la terrazza sul tetto.

Il tema della casa non riguarda il programma funzionale, ma il rapporto continuo tra interno ed esterno: non c’è modo di andare da una zona all’altra senza camminare attraverso spazi esterni; ogni area (ad eccezione dei servizi) è aperta e accessibile.

La casa funziona come una serie di stanze collegate attraverso diversi tipi di aree esterne. Alla fine, il clima mite subtropicale è stato usato come pretesto per costruire una casa che non si chiude in se stessa, ma che si apre continuamente all’ambiente naturale e, si spera, legherà la sua vita e la natura in un rapporto simbiotico.