Il territorio continua nell’architettura. Un principio di purezza funzionale attraversa tutti gli spazi della cantina, concepita come estensione del lavoro contadino e della cultura del territorio che entrano vigorosamente, attraverso i setti, nel cuore dell’architettura. L’edificio definisce i suoi ambienti in funzione delle strette esigenze di produzione e trova la propria origine nel paesaggio circostante.
Un paesaggio che non è decorazione ma elemento fondante dello spazio architettonico che nasce, appunto, nella cultura del lavoro sui campi e continua negli spazi destinati alla produzione di quanto su quei campi è stato curato, accudito, raccolto.
L’architettura si lascia attraversare dal paesaggio, facendosi interprete delle sensibilità italiane e giapponesi che coesistono nello studio Alvisi Kirimoto + Partners. Nell’edificio tutto è in vista: a partire dai grandi setti murari per continuare nelle attrezzature funzionali alla produzione fino agli impianti meccanici.
Il progetto è stato sviluppato intorno alla volontà di massimizzare la funzionalità e ottimizzare lo schema distributivo. Ritmata dalla presenza dei quattro setti di cemento fra loro paralleli e di lunghezze diverse, la cantina è attraversata da un asse principale che, configurandosi come un cannocchiale visivo, corre tra i due setti centrali per tutta la lunghezza dell’edificio e si apre sui vigneti. L’interno appare come una “sezione aperta” che, grazie alle ampie pareti vetrate, permette di traguardare, da qualunque punto del percorso portante, tutti gli ambienti della produzione del vino.
Al piano inferiore, in corrispondenza delle zone di accesso alla produzione, il corridoio separa la zona che ospita la barricaia, la tinaia e il deposito cestoni dal magazzino e dall’area di imbottigliamento; al secondo livello lo stesso corridoio divide la sala degustazione dagli spazi per il personale; all’ultimo livello, al quale i visitatori possono accedere direttamente dal parcheggio posteriore, il suo tracciato definisce l’accesso al blocco degli uffici aperti sull’ampia terrazza e separa quest’ultima dal campo con gli ulivi che ricopre l’area di lavorazione del vino.
In qualsiasi punto del corridoio ci si trovi è possibile osservare le colline toscane e apprezzare la sezione della cantina che si innesta nel terreno. Qui l’idea della permeabilità longitudinale dell’edificio e delle trasparenze multiple è esaltata, in particolare nel locale degustazione, punto di osservazione di tutta la produzione, dalla vinificazione all’invecchiamento all’apprezzamento del prodotto finito.
Cascina Podernuovo Bulgari
Località Le Vigne, frazione di Palazzone, San Casciano dei Bagni (Siena)
Architetti: AlvisiKirimoto + Partners
Progetto strutturale: Esaprogetti – Ing. Cianfrini Tecno Studio, Ing. Lattini
Progetto impianti meccanici ed elettrici: Studio Tecnico Emanuele Mucci e Fabrizio Corridori
Altri consulenti: Ing. Pupo (impianti di processo) Toscana Project Srl (project management)
Impresa: Alto soc. coop
Cliente: Podernuovo a Palazzone di Giovanni e Paolo Bulgari
Area edificio: 4.500 mq
Area uffici: 115 mq
Area parcheggi: 1.300 mq
Area tinaia: 475 mq
Area barriccaia: 415 mq
Area sala degustazione: 86 mq
Fase di progetto: 2009-2010
Realizzazione: febbraio 2013
Fotografia: Fernando Guerra | FG+SG fotografia de arquitectura