Una sequenza di quattro setti paralleli di cemento color dell’argilla fendono il terreno secondo una giacitura che segue la massima pendenza della collina.
AlvisiKirimoto: Cantina Podernuovo
La nuova Cantina realizzata da AlvisiKirimoto + Partners per Giovanni e Paolo Bulgari nella campagna senese è un’architettura capace di intercettare le vedute sul paesaggio più suggestive.
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- 23 settembre 2013
- San Casciano dei Bagni, Siena
È la Cantina Podernuovo voluta da Giovanni e Paolo Bulgari e realizzata da AlvisiKirimoto + Partners, lo studio di architettura con base a Roma fondato da Massimo Alvisi e Junko Kirimoto.
L’opera, che si è appena compiuta, è il risultato di una stretta sinergia fra committenti e progettisti, fin dal momento della scelta del luogo, quando Giovanni Bulgari e Massimo Alvisi hanno insieme visitato la campagna intorno a San Casciano per individuare la posizione più adeguata per realizzare un’architettura che, guidata da criteri di qualità ed efficienza, fosse anche capace di intercettare le condizioni ambientali ideali e le vedute sul paesaggio più suggestive.
Il territorio continua nell’architettura. Un principio di purezza funzionale attraversa tutti gli spazi della cantina, concepita come estensione del lavoro contadino e della cultura del territorio che entrano vigorosamente, attraverso i setti, nel cuore dell’architettura. L’edificio definisce i suoi ambienti in funzione delle strette esigenze di produzione e trova la propria origine nel paesaggio circostante.
Un paesaggio che non è decorazione ma elemento fondante dello spazio architettonico che nasce, appunto, nella cultura del lavoro sui campi e continua negli spazi destinati alla produzione di quanto su quei campi è stato curato, accudito, raccolto.
L’architettura si lascia attraversare dal paesaggio, facendosi interprete delle sensibilità italiane e giapponesi che coesistono nello studio Alvisi Kirimoto + Partners. Nell’edificio tutto è in vista: a partire dai grandi setti murari per continuare nelle attrezzature funzionali alla produzione fino agli impianti meccanici. Il progetto è stato sviluppato intorno alla volontà di massimizzare la funzionalità e ottimizzare lo schema distributivo. Ritmata dalla presenza dei quattro setti di cemento fra loro paralleli e di lunghezze diverse, la cantina è attraversata da un asse principale che, configurandosi come un cannocchiale visivo, corre tra i due setti centrali per tutta la lunghezza dell’edificio e si apre sui vigneti. L’interno appare come una “sezione aperta” che, grazie alle ampie pareti vetrate, permette di traguardare, da qualunque punto del percorso portante, tutti gli ambienti della produzione del vino.
Al piano inferiore, in corrispondenza delle zone di accesso alla produzione, il corridoio separa la zona che ospita la barricaia, la tinaia e il deposito cestoni dal magazzino e dall’area di imbottigliamento; al secondo livello lo stesso corridoio divide la sala degustazione dagli spazi per il personale; all’ultimo livello, al quale i visitatori possono accedere direttamente dal parcheggio posteriore, il suo tracciato definisce l’accesso al blocco degli uffici aperti sull’ampia terrazza e separa quest’ultima dal campo con gli ulivi che ricopre l’area di lavorazione del vino. In qualsiasi punto del corridoio ci si trovi è possibile osservare le colline toscane e apprezzare la sezione della cantina che si innesta nel terreno. Qui l’idea della permeabilità longitudinale dell’edificio e delle trasparenze multiple è esaltata, in particolare nel locale degustazione, punto di osservazione di tutta la produzione, dalla vinificazione all’invecchiamento all’apprezzamento del prodotto finito.
Parzialmente incassati nel terreno, gli ambienti dedicati alla produzione mantengono temperatura e umidità costanti. La massa dei setti in cemento armato e il tetto giardino contribuiscono ulteriormente ad aumentare l’inerzia termica dell’edificio e, insieme all’impianto geotermico, rappresentano importanti elementi di sostenibilità ambientale fortemente voluti dalla committenza. Un sistema di pensiline in struttura metallica protegge dal soleggiamento estivo sia l’area di imbottigliamento sul piazzale antistante sia il blocco uffici al piano superiore e, con la sua leggerezza, stempera la solidità della massa cementizia mediando, al tempo stesso, il rapporto con la natura circostante.
“Il principio del rigore e la struttura dei vigneti mi hanno guidato nella definizione del segno sul territorio: quattro setti in cemento armato con una giacitura che segue la massima pendenza della collina. I setti racchiudono le funzioni principali per le diverse lavorazioni e quindi sono posti a differenti distanze tra loro, longitudinalmente e trasversalmente. Al centro il corridoio divide la zona della barricaia, tinaia e deposito cestoni, dal magazzino e dall’imbottigliamento; al secondo livello separa la sala degustazione dallo spazio per il personale, oltre a individuare l’ingresso; all’ultimo livello mette in comunicazione gli uffici con l’esterno.” afferma Massimo Alvisi.
Cascina Podernuovo Bulgari
Località Le Vigne, frazione di Palazzone, San Casciano dei Bagni (Siena)
Architetti: AlvisiKirimoto + Partners
Progetto strutturale: Esaprogetti – Ing. Cianfrini Tecno Studio, Ing. Lattini
Progetto impianti meccanici ed elettrici: Studio Tecnico Emanuele Mucci e Fabrizio Corridori
Altri consulenti: Ing. Pupo (impianti di processo) Toscana Project Srl (project management)
Impresa: Alto soc. coop
Cliente: Podernuovo a Palazzone di Giovanni e Paolo Bulgari
Area edificio: 4.500 mq
Area uffici: 115 mq
Area parcheggi: 1.300 mq
Area tinaia: 475 mq
Area barriccaia: 415 mq
Area sala degustazione: 86 mq
Fase di progetto: 2009-2010
Realizzazione: febbraio 2013
Fotografia: Fernando Guerra | FG+SG fotografia de arquitectura