Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 964, dicembre 2012
"La maggior parte degli interventi con implicazioni 'architettoniche', a cui ho lavorato, parla in realtà di non-architettura… Anarchitettura… Pensavo, in senso metaforico, a vuoti, interstizi, spazi di risulta, luoghi non costruiti… Metaforici nel senso che il loro interesse e il loro valore non erano legati all'uso"
—Gordon Matta-Clark
Nel 1973, nell'ambito del suo progetto Reality Properties: Fake Estates, Gordon Matta-Clark acquistò numerosi minuscoli lotti di terreno, spesso di forma irregolare e sempre inutilizzabili, situati tra vari edifici nel Queens e a Staten Island, New York. In un'intervista con Liza Bear, realizzata nel 1974 per la rivista Avalanche, l'artista americano affermò che "il loro acquisto ha rappresentato la mia lettura dell'incongruenza delle linee di separazione tra le proprietà esistenti. Il concetto di proprietà pervade ogni cosa. La nozione di possesso che tutti hanno è determinata dal fattore d'uso".
Il lavoro pionieristico di Matta-Clark nel campo dell'anarchitettura era destinato a esercitare un'influenza duratura: gli architetti belgi OFFICE Kersten Geers David Van Severen, per esempio, ne hanno seguito le orme e sviluppato le idee. Il loro interesse verte su contesti difficili, linee di demarcazione, perimetri, uso di spazi marginali o ambienti secondari. Piuttosto che perseguire una visione grandiosa, i loro sogni architettonici prendono forma dall'opportunità di plasmare lo spazio a partire da questi elementi.
OFFICE Kersten Geers David Van Severen è stato fondato nel 2002 da Kersten Geers (Gand, 1975) e David Van Severen (Gand, 1978). I due architetti si sono conosciuti nel 1999 durante un viaggio studio organizzato dall'Università di Gand a Los Angeles, metropoli destinata ad avere una forte influenza su entrambi. Dopo la laurea, hanno proseguito gli studi alla Escuela Técnica Superior de Arquitectura di Madrid, dove la prassi e il pensiero teorico dei loro docenti, Iñaki Ábalos e Juan Herreros, hanno a loro volta esercitato un importante ascendente.
Dal lavoro dei loro mentori, Geers e Van Severen hanno ereditato, in particolare, la necessità di considerare il progettista contemporaneo come un produttore di edifici comuni e lo stimolo a scoprire la poesia negli oggetti di tutti i giorni. Ábalos e Herreros hanno sviluppato le loro teorie intorno a costruzioni convenzionali, come impianti di riciclaggio e biblioteche pubbliche, e i concetti di 'pratico' e 'comune' sono diventati il loro modello operativo. Il duo belga collabora in modo stabile su queste basi fin dal 2006.
Gesti radicali di quotidianità
L'architettura di OFFICE Kersten Geers David Van Severen trae origine dal paesaggio irregolare e semi-urbanizzato delle Fiandre, e gli rende omaggio trasformando i luoghi di ogni giorno in rigorosi momenti di poesia, isole di una bellezza ricca di sfumature e studiata in ogni dettaglio.
View Article details
- Angelique Campens
- 07 gennaio 2013
- Bruxelles
La loro architettura abbraccia anche la sfera privata, ambito in cui rivela alcune analogie con l'architettura islamica e quella di Roma antica. Hanno tratto ispirazione, per esempio, da Pompei, dove le abitazioni sono aperte verso l'interno, ma chiuse all'esterno. Ciò vale anche per complessi formati da più unità, che spesso prevedono l'uso di patii e corti chiuse tra i diversi volumi. Gli elementi base della loro architettura sono il muro, che separa interno ed esterno, e il perimetro, che delimita il terreno. Altri motivi ricorrenti sono i cortili esterni che si elidono in uno spazio interno, gli effetti di sdoppiamento, spesso ottenuti usando vetri a specchio, l'impiego della pianta ortogonale, le strutture a griglia, i muri di demarcazione, le colonne, le stanze in sequenza, gli spazi identici, i riferimenti all'arte e l'alternanza nell'uso di materiali di stampo industriale, e materie raffinate, come per esempio il marmo e la pelle. Il loro primo progetto, Entrance, è stato realizzato ad Anversa nel 2003. Il titolo è letterale: un ingresso/reception per uno studio notarile, ottenuto trasformando uno spazio privo di finestre in un padiglione in vetro riflettente. Osservandolo, possiamo già vedere molto di quel che i due architetti realizzeranno in seguito.
Poco dopo, lo studio belga ha iniziato ad aggiudicarsi concorsi internazionali come quello indetto in Corea del Sud per la realizzazione di un piano generale per una nuova città — A Grammar for the City — una capitale amministrativa di 500.000 abitanti progettata nel 2005 in collaborazione con Dogma. Geers e Van Severen hanno quindi ottenuto l'incarico per Border Garden, progetto per un valico di frontiera tra Stati Uniti e Messico (2005). La soluzione vincitrice, realizzata insieme con Wonne Ickx, proponeva la costruzione di un muro bianco: alto nove metri, formava una struttura rettangolare che spezzava una rete di confine altrimenti ininterrotta. L'interno della struttura doveva ospitare un'oasi di palme piantate secondo uno schema a griglia, assieme ai padiglioni per il controllo dei documenti e gli uffici amministrativi. Qui è evidente l'eredità di Matta-Clark, rivista in chiave politica: gli edifici sono costruiti in quella che, letteralmente, può essere considerata la "terra di nessuno" tra due Paesi. Al pari dell'artista statunitense, Geers e Van Severen, tuttavia, si sono assunti l'impegno di ripensare il paesaggio urbano. Oggi, i centri abitati rappresentano spesso il dispiegarsi di territori costruiti senza pianificazione, che ci pongono una serie di quesiti riguardo a ciò che va fatto: come dobbiamo immaginare la costruzione di una città? Possiamo vivere in modo più compatto e sostenibile? Gli architetti belgi vogliono offrire un vocabolario contemporaneo e gli strumenti per affrontare tali questioni. Immaginando edifici senza contesto e scollegando forma e funzione, prendono in considerazione architetture capaci di soddisfare funzioni multiple e sempre mutevoli. I tre interventi che descriviamo di seguito possono aiutarci a comprendere meglio le loro idee, sempre alla ricerca di una possibile reinterpretazione della città contemporanea.
Gli elementi base della loro architettura sono il muro, che separa interno ed esterno, e il perimetro, che delimita il terreno.
Nel progetto di una casa per il fine settimana a Merchtem (2009-2012), l'incarico implicava una sfida: lavorare all'interno di un contesto esistente, costituito da una serie di tradizionali villette a schiera e da un tipico lotto in concessione (una piccola abitazione con un giardino posteriore lungo e stretto). L'ingegnosa soluzione studiata da Geers e Van Severen prevede la conservazione della villetta a schiera come spazio per gli ospiti e la costruzione della casa per il weekend nel giardino posteriore. La nuova struttura, realizzata in mattoni, si compone di un'infilata di quattro spazi identici, ognuno caratterizzato da un ruolo differente: cortile, piscina, soggiorno e giardino. Nei diversi ambienti, le funzioni d'uso sono definite da elementi precisi (la piscina, per esempio); tuttavia, essi possono essere utilizzati, pianificati e riprogettati liberamente. Questo richiamo alla flessibilità è legato alla soluzione utilizzata per la copertura: una struttura scorrevole in vetro che può essere spostata sopra il cortile e la piscina consentendo, d'inverno, di trasformare quest'ultimo spazio in una serra e, d'estate, di aprirlo. Nei punti di passaggio, le pareti di mattoni sono doppie. Ciò permette alle porte scorrevoli in vetro di scomparire nelle intercapedini, consentendo inoltre di ricavare lo spazio per un caminetto sulla parete del soggiorno verso la piscina—un esempio tratto dai riferimenti culturali di Geers e Van Severen. Questa scelta crea, infatti, un registro visuale simile a quello della villa al mare de Il disprezzo, il film di Jean-Luc Godard del 1963: ossia, Casa Malaparte, progettata nel 1937 da Adalberto Libera. Una cornice bianca in acciaio attraversa lo spazio della stanza. Funge da rotaia per il tetto scorrevole, ma anche da grondaia all'esterno, mostrando ancora una volta lo sdoppiamento di forma e funzione.
Nello spazio semi-pubblico per un negozio d'informatica a Tielt (2007-2010), gli architetti hanno sfruttato il margine irregolare di un sito che s'allunga in orizzontale, accentuando l'importanza delle superfici residue. Hanno collocato due identici volumi in posizione speculare alle due estremità del terreno, separati al centro da un patio—una piazzola di cemento—utilizzato come parcheggio e zona d'ingresso. Tra pavimentazione esterna, superficie edificata e muri esterni rimangono spazi residui irregolari, trasformati in giardini. Le pareti perimetrali delimitano il sito e formano una sorta di contrafforte intorno ai due edifici, raggiungendo nel punto più alto—sul lato rivolto verso la strada—un'altezza di sette metri. La struttura realizzata sulla cortina urbana ospita il punto vendita e la reception; quella sul lato opposto gli spazi logistici. Gli interni conservano un aspetto industriale, senza fronzoli, e sono delimitati da pareti esterne che definiscono una sorta di guscio nel cuore tra i due volumi, costruiti su esili colonne, travi e strutture a ponte in acciaio. Intorno alla costruzione, nei punti in cui essa è rivolta verso i muri perimetrali esterni, è stato impiegato il policarbonato. Le altre superfici, in vetro con profili standard in alluminio, esibiscono un'estetica simile alla facciata di un palazzo per uffici. I muri perimetrali verso l'esterno del lotto presentano una tessitura di mattoni lasciati al naturale, mentre quelli opposti sono dipinti di bianco come gli interni dei due volumi, usando una soluzione simile a quella adoperata nella casa di Merchtem.
Nel progetto della Camera di Commercio delle Fiandre Occidentali (2008-2010), Geers e Van Severen hanno capovolto tutti i principi che abitualmente applicano all'architettura residenziale privata, in cui procedono dall'interno verso l'esterno. Qui, viceversa, si sono mossi dall'esterno verso l'interno, dando forma a un edificio basato sui concetti di rappresentazione e trasparenza. La costruzione si sviluppa su una pianta a 'L' e presenta una facciata interamente in vetro che dà sulla strada, mentre il lato opposto, rivolto a sud, guarda su un cortile e su un patio ricavato a un livello più basso. Il prospetto meridionale è interamente coperto da una griglia d'acciaio che protegge la facciata dal sole, e questo materiale è impiegato anche nella pavimentazione del cortile. Grazie all'uso del vetro sulla parte frontale, l'interno—insieme con gli utenti e le attività che vi si svolgono—risulta perfettamente visibile dall'esterno. Gli ingressi sono collocati ai lati del cortile a pianta quadrata abbracciato dalla 'L' dell'edificio. Con l'inserimento di questa corte, il sito suggerisce dalla strada l'idea di una scatola e, dall'esterno, appare più grande di quanto, in realtà, non sia. Il significato di quest'architettura viene così spostato per mezzo della sua rappresentazione. Elementi funzionali come cucina, ascensore, servizi igienici e spazi tecnici sono spinti verso le estremità del volume a 'L', il che rende il resto della costruzione molto aperto. Le superfici interne sono lasciate grezze, in contrasto con l'eleganza delle travi, mentre le spesse lastre di cemento, che formano i pavimenti, sono visibili dall'esterno attraverso il prospetto. Gli architetti hanno dato risalto alle scale, collocandole al centro dello spazio e dipingendole di rosso e giallo—un gesto che accentua ancora una volta il loro interesse nei confronti degli spazi intermedi e di transizione. Infine, l'uso di una griglia metallica continua, dalla facciata al cortile, rende quest'ultimo simile a un palcoscenico. In un paesaggio urbano dissonante e marcato da spazi vuoti, Kersten Geers e David Van Severen lavorano alla produzione di nuove forme spaziali partendo dalla non-architettura, attribuendo quindi valore a questi non-spazi. La loro proposta per tale processo di cambiamento degli usi e dei valori della città contemporanea è legata a tre tipologie: spazi pubblici, semi-pubblici e privati, che intercalano forme di trasparenza, opacità e il loro inusitato accoppiamento.