Quando la curatrice indipendente norvegese Grethe Meyer Iversen concepì l'idea di trasformare un sentiero che percorreva un bosco di querce a Stokke, a sud della capitale Oslo, in un parco della scultura, si rivolse a Todd Saunders. L'idea nasceva dal belvedere di Aurland, progettato da Saunders nel 2006 insieme con Tommie Wilhelmsen, dove inaspettatamente un ponte scaturisce nel vuoto da un'altura, offrendo una straordinaria veduta dello spettacolare scenario montano. Meyer Iversen invitò Saunders a creare nel punto più alto del sentiero una scultura architettonica che sarebbe divenuta la meta finale dei visitatori.
L'idea del parco della scultura le era venuta perché, per anni, aveva attraversato a piedi il bosco, accompagnando i figli a scuola. La passeggiata le aveva permesso di apprezzarne la bellezza, e iniziò a chiedersi come indurre altri a passarci più tempo e a notare i piccoli, straordinari particolari di quello che comunemente veniva considerato un bosco abbastanza anodino. Si dava il caso che il sentiero che Meyer Iversen aveva imparato a prediligere fosse pavimentato di masselli di porfido rombico, che viene da sole tre aree di estrazione del mondo: a parte Stokke, l'Africa orientale e l'Antartide. Ma per di più il bosco, da un capo all'altro del sentiero, era anche il maggior bosco deciduo della Norvegia. Per Meyer Iversen la soluzione stava nell'arte. Tramite l'arte, le qualità del bosco sarebbero venute in luce e parallelamente la bellezza del bosco avrebbe dato rilievo alle opere d'arte in modo completamente diverso rispetto a una normale galleria. Scelse undici altri artisti di otto differenti paesi europei da accostare a Saunders, e chiese loro di contribuire a costruire il parco della scultura.
Il belvedere venne creato nella forma di una scala che si innalza verso il cielo. Da qui, i visitatori possono spingere lo sguardo a est verso lo Slottfjellet, o Monte del Castello. Saunders definisce la scala "un gioco di parole paesaggistico", una scala che non porta da nessuna parte, che funziona per il semplice gesto di sollevare di qualche metro in aria il punto d'osservazione. "Piazzare una scala in un bosco è assurdo, ma in un paesaggio pianeggiante occorre un po' di verticalità", afferma Saunders, "e quindi è importante che l'oggetto dia una buona lettura del paesaggio."
Requisito importante del progetto era mantenere sostanzialmente intatta la vegetazione del sito. Come in tutti i suoi progetti a base paesaggistica – residenziali, commerciali o artistici che siano – Saunders ha trascorso molto tempo sul sito, osservando con profonda attenzione il terreno, il che in questo caso ha avuto come risultato una mappatura accurata fino ai 25 centimetri. La struttura è stata costruita altrove e collocata nel sito grazie a un elicottero. Un attento controllo ha fatto sì che non si sia dovuto tagliare neppure un albero per mettere in opera la nuova scala che sale al cielo. Oggi, a nove anni dall'ideazione, turisti e residenti godono di una passeggiata di circa due chilometri che porta alla meta finale, il belvedere sullo Slottfjellet. L'installazione di Saunders è l'unico oggetto funzionale nel Parco della scultura e mostra come l'architettura possa ben interagire e comunicare con le persone, quando è della qualità migliore.
Piazzare una scala in un bosco è assurdo, ma in un paesaggio pianeggiante occorre un po' di verticalità e, quindi, è importante che l'oggetto dia una buona lettura del paesaggio.