Dal punto di vista economico, dal 2010 l'Arizona è sull'orlo della bancarotta, ma l'ipotesi di aumentare le tasse è vista come una bestemmia dai repubblicani, che preferiscono spostare l'attenzione sulla difesa dell'americanità nelle scuole e del border già ultra-militarizzato. Se questo diabolico laboratorio per il Tea Party dovesse diventare un modello nazionale – ha scritto Ken Silverstein su Harper's – gli USA si trasformerebbero in un right-wing desert come l'Arizona. Eppure, a leggere le statistiche, il territorio sembrerebbe uno spettacolo della diversità: gli immigranti illegali sono il 10% della popolazione – una percentuale impensabile per qualunque nazione europea; qui risiede la più grande comunità di lingua Navajo dei 48 stati contigui; gli ispanici raggiungono il 30%. Tradizionalmente, mi racconta Michelle Fealk, professoressa liceale di 28anni, gli abitanti di Tucson sono piuttosto moderati. L'immigrazione ha portato nuovi voti ai democratici. È nota la rivalità tra la progressive Tucson e la conservative Phoenix. Nella zona intorno alla 4th Avenue si respira un'atmosfera rilassata e vagamente familiare, tra gallerie d'arte e bar frequentati da hipsters.
In viaggio con i librotraficantes #3
L'avventura dei librotraficantes si conclude a Tucson, in Arizona, dove il distretto scolastico ha deciso di bandire dai licei il corso di Mexican-American Studies, insieme a numerosi classici della letteratura chicana e mondiale.
Dal punto di vista economico, dal 2010 l'Arizona è sull'orlo della bancarotta, ma l'ipotesi di aumentare le tasse è vista come una bestemmia dai repubblicani, che preferiscono spostare l'attenzione sulla difesa dell'americanità nelle scuole e del border già ultra-militarizzato. Se questo diabolico laboratorio per il Tea Party dovesse diventare un modello nazionale – ha scritto Ken Silverstein su Harper's – gli USA si trasformerebbero in un right-wing desert come l'Arizona. Eppure, a leggere le statistiche, il territorio sembrerebbe uno spettacolo della diversità: gli immigranti illegali sono il 10% della popolazione – una percentuale impensabile per qualunque nazione europea; qui risiede la più grande comunità di lingua Navajo dei 48 stati contigui; gli ispanici raggiungono il 30%. Tradizionalmente, mi racconta Michelle Fealk, professoressa liceale di 28anni, gli abitanti di Tucson sono piuttosto moderati. L'immigrazione ha portato nuovi voti ai democratici. È nota la rivalità tra la progressive Tucson e la conservative Phoenix. Nella zona intorno alla 4th Avenue si respira un'atmosfera rilassata e vagamente familiare, tra gallerie d'arte e bar frequentati da hipsters.