Per un gruppo di studenti di architettura del Southern California Institute of Architecture (SCI-Arc), sotto la mia guida, l'analisi della biologia animale è stata il punto di partenza di un processo creativo multidisciplinare, che applica il metodo della ricerca scientifica alla progettazione architettonica. L'arricchimento che i giovani designer ne ricavano è assai profondo, trattandosi di un processo di sintesi e di ricostruzione, di appropriazione e di rielaborazione.
Gli studenti si sono ispirati ai più grandi naturalisti della storia, tra cui Leonardo da Vinci (1452-1519), Conrad Gessner (1516-1565), Ulisse Aldrovandi (1522-1605), e Diderot, che nell'Encyclopédie dedicò ben dodici volumi alle tavole (planches), dimo- strando che attraverso l'osservazione e la ricerca scientifica è possibile sinte- tizzare in forma grafica la conoscenza tratta dal mondo animale analizzato.
Il risultato del lavoro intrapreso è un disegno essenziale, capace di estrapolare gli elementi chiave dell'analisi, evidenziando, con pochi colori, le caratteristiche esplorate. A partire dalla massa dell'animale, i disegni, di volta in volta, come tavole d'architettura, ingrandiscono, riportano in scala, si concentrano e definiscono in dettaglio una parte del corpo, per arrivare all'esplorazione stratigrafica-sezionale dell'organo fulcro principale d'investigazione, quale è la pelle.
Gli animali scelti a questo scopo (colibrì, elefante, stella marina, ape falegname, volpe del deserto, lumaca banana, falena) provengono da diverse regioni climatiche, e riflettono una significativa varietà di pelli. Essi rappresentano i molteplici modi in cui la fauna si è evoluta per sopportare le spinte di adattamento ambientale, diventando di volta in volta pelliccia, squame, esoscheletro, piume, etc.
Il disegno esplorativo che ne risulta, oltre a vivere di una bellezza propria, si appropria del sapere della scienza, rendendola accessibile al progettista. Da esso nasce il progetto biomimetico, un progetto ispirato alla natura; attraverso la sua osservazione, infatti, si impara a capire come funziona un sistema complesso, per utilizzarlo come suggerimento per la creazione di nuovi sistemi progettati dall'uomo e per l'uomo, utili al suo comfort e, allo stesso tempo, rispettosi di altre forme di vita.
Questa è, in sintesi, la biomimetica animale: una forma di esplorazione scientifica, fatta da progettisti e designer con il supporto di biologi: precisa, puntuale, disegnata con accuratezza e animata da curiosità. Il designer la usa come fonte d'ispirazione per una progettazione attenta alle interrelazioni ambientali e fisiostatiche, che gli edifici devono sostenere per inserirsi nell'ambiente costruito in modo non invasivo.
In definitiva, imparare dalla natura serve a restituire alla natura stessa un ambiente modificato ma in sintonia con essa: aiuta ad acquisire un atteggiamento più responsabile nella progettazione e nel ridisegno dell'ambiente costruito del futuro.
Le ricerche e i progetti biomimetici proto-architettonici che ne risultano sono performativi e interattivi; tengono, cioè, in considerazione le dinamiche condizioni ambientali, migliorandole e assecondandole (anziché semplicemente sfruttandole), creando così un modo più sostenibile di costruire e vivere. La sensibilità del progettista sta quindi nel saper guardare al mondo con occhi diversi e nell'imparare a percepire oltre il visibile, estrapolando, traslando e traendo ispirazione dalla natura – insuperabile nella perfezione e nella varietà dei suoi sistemi complessi – guardando al non visibile e facendolo in molti modi: perché no, disegnando la sezione della pelle di un elefante!
Innovation in Architecture Inspired by Nature, Southern California Institute of Architecture (SCI-Arc)
Team leader: Ilaria Mazzoleni, architect (instructor)
Scientific consultant: Graham J. Slater, Ph.D., evolutionary biologist
Editor: Elisabetta Oprandi Students: Maya Alam and Astri Arntzen Bang; Mesrop Alimazyan and Tigran Barsegyan; Adrian Ariosa and Paul Mecomber; Javier Alfredo Cambron and Dohnbi Kim; Francisco Barron and Yu-Pei Li; Nir Zarfaty and Benedetta Frati; Ross Ferrari and Thomas Carpentier; Alina Amiri and Joanna-Maria Helinurm; Erin Lani and Jordan Su; Carlos Rodriguez and Emily Chen; Stephen Sun and Shohei Sakurai; Sarah Månsson and Worrawalan Raksaphon; Joakim Hoen and Ghaiti Mamoune; Yuan Yuan and Juan San Pedro