Per molti knowledge workers, la pandemia non è stata solo uno scenario inaspettato che ha richiesto un rapido adattamento, ma un’occasione per sperimentare nuovi modi di lavorare - una nuova serie di pratiche e relazioni che forse banalizziamo definendo semplicemente come smart working. Un esempio viene da Food New York, lo studio di architettura fondato da Dong-Ping Wong. Incontro lui e il direttore operativo Bella Janssens nel loro ufficio all’ultimo piano di un edificio di Chinatown.
E se venerdì fosse il giorno in cui lavorare ai progetti personali?
Con Food New York abbiamo parlato di come lo studio abbia adattato il suo approccio al lavoro durante la pandemia, e quanto si possa rimanere “di New York” pur lavorando da remoto.
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- Alessandro Scarano
- 24 settembre 2021
“Un anno fa abbiamo chiuso l’ufficio”, ricorda Wong. Era la primavera del 2020. Lui, poi, ha cominciato a tornarci: abita vicino e l’edificio era mezzo vuoto. “Abbiamo cominciato a tornare tutti quanti come squadra di lavoro solo qualche mese fa, ma a quel punto qualcosa era cambiato”, continua Bella. Parliamo con le maschere addosso, anche se a questo punto - siamo a fine luglio 2021 - non ci sono indicazioni in merito. Ma la variante Delta imperversa in città. “Più o meno la metà della nostra squadra è tornata nei propri paesi o stati d’origine. Quindi non eravamo più uno studio di New York. Circa due mesi fa, abbiamo deciso di far venire tutti quelli che sono in città una volta alla settimana per una riunione. Chiunque non sia qui viene chiamato su Zoom”. Quando arrivo, un lunedì mattina, si sono appena incontrati. “Più tardi un paio di noi andranno in un cantiere nelle vicinanze. Io sono qui quasi tutti i giorni, ma gli altri, beh, sta a loro decidere se vogliono venire”, spiega Wong. “Essere qui di persona aiuta se devi lavorare a un modello o sulle parti creative degli schemi concettuali di un progetto. Altre cose va bene farle da remoto”.
Discutiamo di quanto spazio per uffici vuoto ci sia in città, e del fatto che “nessuno ha una idea chiara di cosa fare” a riguardo: né le aziende né i proprietari. È una specie di nuovo equilibrio a cavallo tra l’attesa e l’adattamento.
“Food New York è il nostro nome, siamo sempre stati uno studio di New York, lo smart working non era un'opzione prima della pandemia”, afferma Wong. In una successiva conversazione alla fine di agosto, Janssens mi ha detto che di 6 persone che lavorano a Food, solo una non è ancora tornata in città.
A Food New York, il lockdown ha rappresentato l’occasione per sperimentare qualcosa di nuovo, che è iniziato come un ripensamento dei Summer Fridays, una consuetudine degli uffici americani. Tra il Memorial Day e il Labor Day, e quindi tra maggio e settembre, si attua una programmazione flessibile che permette ai lavoratori di uscire prima di venerdì, o di prendere l’intera giornata libera. “Lo abbiamo fatto per un po’, ma ora stiamo facendo quello che chiamiamo Food Fridays: l’idea è che il venerdì vieni pagato, ma lavori a un progetto personale”, spiegano Wong e Janssens. L’unica richiesta è che i lavori individuali siano solo tangenzialmente legati all’architettura.
“Qualcuno si è dedicato a costruire mobili, Bella ha lavorato a un film, altri alla propria casa o a un libro”, dice Wong. “Tutti stavano impazzendo, bloccati a casa l’anno scorso, quindi lavorare quattro giorni, e avere il quinto libero da impiegare, è una cosa abbastanza bella, mi viene da pensare. E spero che questo faccia lavorare meglio l’ufficio”.
Janssens sottolinea come fosse essenziale per tutti condividere lo stesso spazio di lavoro, prima della pandemia. Ma durante l’ultimo anno e mezzo, qualcosa è cambiato. “Le persone sono diventate più autonome con il lavoro a distanza, e questo è probabilmente vantaggioso per un gruppo di designer che lavorano insieme”. E così, è iniziato un discorso su come far evolvere Food, guardando ad altre realtà, come le squadre di skate o le etichette discografiche. “La nascita dei Food Friday è legata a questo”, dice: esplorare cosa poteva significare essere un designer indipendente, ma con la comodità di lavorare sotto “l’ombrello di Food”, come lo chiama Bella. “Un’infrastruttura con molta esperienza alle spalle”, aggiunge Wong. “È un’occasione per lavorare in modo diverso e imparare tutti qualcosa: è molto più eclettico, molto più vario”.
Tutte le immagini in questo articolo sono state scattate con una Fujifilm X-Pro3, gentilmente prestata dal brand.
Food New York office in Chinatown, Manhattan, New York
Food New York office in Chinatown, Manhattan, New York
Food New York office in Chinatown, Manhattan, New York
Food New York office in Chinatown, Manhattan, New York
Food New York office in Chinatown, Manhattan, New York