Ogni cosa è destinata a sfiorire e sbriciolarsi. La storia dell’architettura è una traiettoria fatta di sfide che affrontano questa verità. Vorrei fare dell’eternità, un’idea che l’uomo insegue da tempo immemorabile,
il tema di Domus 2021.
L’eternità, in questo caso, non ha a che fare con la persistenza o la perpetuazione della materia o della forma fisica. È piuttosto legata all’intangibile, alle emozioni e ai ricordi che vivono nel cuore e nella mente di noi tutti. La natura universale dell’eternità non è innata, ma dipende dall’umanità. Idee collettive di eternità germogliano per rispondere all’atmosfera di ogni epoca e fioriscono di continuo grazie al nutrimento culturale prodotto dalle comunità che si vanno via via formando. Questi pensieri vengono custoditi per sempre nei nostri cuori e nelle nostre anime. In altre parole, l’eternità è il prodotto dell’evolversi dello spirito del tempo.
Tuttavia, oggi è estremamente difficile comprendere cosa tiene insieme la nostra società. Negli ultimi dieci anni, ci sono stati cambiamenti molto rapidi.
I molteplici e consistenti progressi nella tecnologia dell’informazione hanno inghiottito l’intera società umana nel nome della globalizzazione, con sistemi di network che entrano in ogni aspetto della nostra vita quotidiana. La pandemia di Covid-19, che ci ha costretto a introdurre il “distanziamento sociale” come contromisura all’infezione da virus, ha accelerato queste evoluzioni. Siamo all’interno di una curva di sviluppo ascendente di cambiamenti significativi, come avvenne per le rivoluzioni industriali dei secoli passati.
Queste evoluzioni con tutta probabilità si intensificheranno per andare a creare un nuovo mondo di cui non possiamo immaginare neppure i contorni. Anche l’architettura e la progettazione subiranno probabilmente una massiccia trasformazione, dalle strutture industriali ai sistemi produttivi fino alle modalità di espressione. I segni di questi cambiamenti sono già evidenti. Tuttavia, per quanto drastici possano essere questi mutamenti, resta il fatto che gli esseri umani fanno parte della natura. Siamo creature fragili, fatte di carne e ossa, che amano il contatto con gli altri e vivono poggiandosi sui propri ricordi.
Quindi, anche il valore essenziale dell’architettura – creare un habitat per lo spirito umano, mantenere vivi i ricordi e la storia, promuovere la cultura attraverso il paesaggio urbano – deve rimanere immutato. Proprio perché il futuro è oggi così incerto, dobbiamo guardare alle radici della stessa creazione, alle sue origini eterne.
Immagine di apertura: disegno Tadao Ando. Ise Jingu (Ise, Giappone); Nandaimon of Todaiji (Nara, Giappone); Pantheon (Roma, Italia); Notre-Dame du Haut (Ronchamp, Francia); Sagrada Familia (Barcellona, Spagna).