Sebastian Herkner: “Volevo una sedia dalle gambe sexy”

Il designer tedesco, al primo progetto per Pedrali, parla della sua ammirazione per gli artigiani e della qualità che richiede tempo, della difficoltà di lavorare a distanza e della routine che uccide la creatività.

Sebastian Herkner, Pedrali, Blume chair

Il senso del colore, la scelta tecnica dei materiali e la cura dei dettagli artigianali, sempre in una rigorosa cornice di progetto industriale, sono le prime cose che mi vengono in mente pensando al lavoro di Sebastian Herkner. Tre elementi che non hanno mai abbandonato il percorso del designer tedesco, che a marzo ha compiuto 40 anni e da 15 anni è sulla cresta dell’onda. Nato nel 1981 a Bad Mergentheim, nel Baden-Württemberg, e diplomato alla HfG Offenbach University of Art and Design, alle porte di Francoforte dove tuttora vive e lavora, ha solo 25 anni quando, nel 2006, apre il suo studio dopo una breve esperienza da Stella McCartney.

Da allora, non conosce battute d’arresto e la lista delle aziende con cui collabora fa una certa impressione: ci sono le italiane che contano – Cappellini, La Cividina, EMU, Fontana Arte, Moroso, Zanotta, Ex.t e, dallo scorso anno, Pedrali. Non mancano i grandi nomi internazionali, come Thonet, ClassiCon e Ligne Roset, né quelli più sperimentali come Pulpo. Negli ultimi anni, poi, ha vinto tutto quello che poteva: è stato ospite d’onore a Colonia (2016) e designer dell’anno a Parigi (nel 2019), e si è aggiudicato l’IF Award e l’Iconic Award, tra gli altri.

L’abbiamo intercettato di passaggio a Milano, dove si trovava per presentare Blume, sedia semplice ed elegante, disegnata per Pedrali, caratterizzata da una seduta e da uno schienale morbidi e generosi. Sono le gambe, però, formate da un profilo in estruso di alluminio dalla forma che ricorda un fiore, l’essenza del progetto, il dettaglio formale che fa la differenza e che è frutto di una capacità tecnica e artigianale. 

Sopra e in apertura: Sebastian Herkner, sedia Blume per Pedrali. Art direction Studio FM. Photo Andrea Garuti
Sopra e in apertura: Sebastian Herkner, sedia Blume per Pedrali. Art direction Studio FM. Photo Andrea Garuti

Raccontami della tua prima collaborazione con Pedrali
È stato molto interessante lavorare con un’azienda che è in grado di produrre tutto internamente con una grande qualità di dettaglio e d’ingegnerizzazione; e poi, mi sono trovato molto bene con Monica e Giuseppe [Pedrali, ndr]: persone super gentili e con i piedi per terra. Abbiamo iniziato la nostra conversazione nel 2019, poi mi è venuta l’idea di Blume, un progetto che sta tutto nel dettaglio delle gambe. Non volevo usare i soliti tubi standard. Ho pensato: “Rendiamo le gambe speciali, sexy”. Le abbiamo estruse in alluminio, dando all’estrusione la forma di un fiore.

La sedia è tutta di alluminio?
L’alluminio l’abbiamo usato per le gambe e la struttura, la seduta e lo schienale sono in schiumato poliuretanico rivestito, e sotto la seduta c’è un elemento strutturale di acciaio. Ho progettato anche un tavolo, una sedia lounge e una sedia da pranzo, e ora stiamo lavorando a una famiglia. Le finiture poi sono molto varie: si può vivacizzare l’alluminio con un colore bronzo, oro o argento, nero. In pratica, è una sedia molto semplice, ma elegante e raffinata, dove i dettagli sono importanti.

Sebastian Herkner, sedia Blume, Pedrali
Sebastian Herkner, sedia Blume, Pedrali

Qual è stata la sfida principale di questo progetto? I materiali, la capacità artigianale...
La sfida è stata collegare gli elementi per ottenere la stabilità, perché l’alluminio è fissato con elementi di acciaio. Ma d’altra parte, gran parte del progetto sta anche nella finitura, nei dettagli e nei colori. È stato tutto realizzato internamente all’azienda, ed è stata una collaborazione molto stretta. All’inizio, ci siamo visti fisicamente, sono andato a Bergamo molte volte, ma alla fine, naturalmente, a causa del Covid-19, abbiamo dovuto fare un sacco di call online e spedire i campioni con il DHL. Per me è sempre importante, quando inizio a collaborare con un’azienda, visitarla e incontrare le persone, guardare dietro le quinte e capire di cosa potrebbero avere bisogno. Sento la responsabilità per me stesso, per il mio studio, ma anche per l’azienda e i suoi artigiani – insomma per tutte le persone coinvolte –, di progettare un prodotto che abbia successo. Fa parte della mia filosofia lavorare con i colori, i materiali, le superfici, i dettagli, ma tutto deve adattarsi all’azienda.

Non volevo usare i soliti tubi standard. Ho pensato: “Rendiamo le gambe speciali, sexy”. Le abbiamo estruse in alluminio, dando all’estrusione la forma di un fiore.

Avevi in mente qualche modello di sedia?
Il progetto è stato davvero guidato dalla tecnologia, perché con l’estrusione dell’alluminio non si possono fare forme folli, dev’essere piegato in modo molto preciso per ottenere la forma del fiore. Ci sono anche dei limiti nella produzione o nel modo in cui si modellano i tubi estrusi. Volevo che fosse abbastanza semplice, ma delicato. Lo schienale è arrotondato per dare organicità, ma non eccessivamente disegnato. 

Venendo a questioni più generali, posso chiederti cosa ti rende felice come designer?
A essere sincero, mi piace sempre molto visitare l’azienda, le sue officine, i suoi laboratori. Mi piace respirare l’odore del laboratorio, vedere cosa fanno le persone, quali tecniche usano, sentire il calore del forno. È una cosa che negli ultimi mesi mi è mancata molto.

Sebastian Herkner, sedia Blume, Pedrali
Sebastian Herkner, sedia Blume, Pedrali

Sei riuscito a trovare qualcosa di buono in questo periodo e in questo modo di lavorare a distanza? 
Abbiamo tutti imparato a usare Zoom che c’era già da due o tre anni, ma non lo conosceva nessuno. E ha funzionato molto bene. Abbiamo anche imparato che non dobbiamo saltare su un aereo per la minima cosa o per assistere a ogni evento. Dobbiamo continuare a volare per incontrare le persone e vedere i prototipi, è il nostro lavoro; ma possiamo concentrarci di più sulla qualità della vita e su un nuovo equilibrio vita-lavoro. Penso che sia importante riflettere su ciò di cui abbiamo veramente bisogno, su come possiamo consumare meno e meglio, tutti in fondo abbiamo comprato meno prodotti negli ultimi mesi. Dobbiamo pensare alla qualità, alle risorse, al riciclo dei materiali. Questo, forse, è qualcosa di poritivo derivato dalla crisi, dal fatto di essere chiusi in casa, ma è stato difficile. Lavorare otto ore al giorno era quasi impossibile. Condividevamo i disegni su WhatsApp e Zoom, ha funzionato bene, ma la velocità era diversa. 

C’è un designer che ammiri più di altri?
A essere sincero, più che i designer ammiro gli artigiani. Gli artigiani sono i designer di molto tempo fa e sono tutt’ora le figure più importanti. Prendi i soffiatori di vetro a Murano: si svegliano alle quattro del mattino, alle sei sono al lavoro, sopportano un caldo impossibile. Hanno l’esperienza, la passione, la capacità di fare le cose. Sono loro i miei eroi creativi, perché sono davvero necessari. Quando ho iniziato la mia carriera, molti designer si stavano concentrando sulle nuove tecnologie dei materiali. In pochi prendevano sul serio la mia passione per l’artigianato quando ho fatto il tavolino Bell per Classicon nel 2012. Ora, invece tutto è artigianale, perché si vuole la qualità di qualcosa di unico, fatto dall’uomo, anche se c’è un’imperfezione. Questo è il nostro patrimonio, il DNA della nostra cultura, è questo che unisce e collega le persone.

Sebastian Herkner, sedia Blume per Pedrali, dettaglio della gamba in alluminio estruso a forma di fiore
Sebastian Herkner, sedia Blume per Pedrali, dettaglio della gamba in alluminio estruso a forma di fiore

Parlando di artigianato, pensi che l’Italia sia sempre il punto di riferimento?
Certo, è ancora ai massimi livelli. In Inghilterra l’artigianato non esiste quasi; anche la Danimarca ha meno artigiani, perché producono molti mobili in Polonia, Lituania, Slovacchia e Cina. Se pensi all’Italia, pensi subito alla qualità: nel cibo, nei mobili, nella moda. Le persone hanno una grande passione per i materiali, le tecniche, i tessuti. Del resto, se sei uno chef hai bisogno di ingredienti di buona qualità, ma se vuoi cucinare qualcosa d’incredibile hai anche bisogno degli strumenti giusti.

Se pensi all’Italia, pensi subito alla qualità: nel cibo, nei mobili, nella moda.

Se potessi viaggiare nel tempo. Quale epoca sceglieresti?
Direi la Berlino degli anni Venti: era la città più interessante d’Europa, l’avventura degli architetti moderni stava per iniziare, dopo la Prima guerra mondiale c’era molto da fare. Dev’essere stata una bella città, con Marlene Dietrich e altri attori, lo stile di vita era diverso, ci si vestiva in modo diverso. 

Sebastian Herkner, sedia Blume per Pedrali. Art direction Studio FM. Photo Andrea Garuti
Sebastian Herkner, sedia Blume per Pedrali. Art direction Studio FM. Photo Andrea Garuti

Cosa c’è in cima alla tua lista dei desideri?
Penso che la cosa più importante sia essere felici di quello che abbiamo. Dobbiamo essere tutti soddisfatti, anche in una situazione difficile come questa. A volte, ci stressiamo troppo per le cose sbagliate – perché le scarpe non sono del colore giusto, perché perdiamo la metropolitana o perché il volo è troppo caro: questi non sono problemi reali. E poi non sappiamo più essere pazienti; anche questo è interessante. Quello che compriamo su Amazon Prime lo riceviamo il giorno stesso. La qualità, invece, richiede tempo: se ordini un divano da Poltrona Frau o Cappellini, ci vogliono 8-10 settimane, perché è fatto a mano. 

La qualità richiede tempo: se ordini un divano da Poltrona Frau o Cappellini, ci vogliono 8-10 settimane, perché è fatto a mano.

C’è una routine nel tuo lavoro? 
No, la routine non fa per me. Il lavoro è una questione di passione. Mi sento davvero privilegiato a fare ciò che mi piace davvero. La routine ucciderebbe la creatività. Penso che il grande vantaggio del mio lavoro sia la varietà: possiamo fare sedie, piastrelle, interni e questo ci mantiene freschi. E posso contare su una squadra giovane, dai 24 ai 32 anni, e internazionale, dalla Thailandia alla Francia.

Com’è vivere e lavorare a Offenbach, vicino a Francoforte?
È una buona dimensione: 130.000 abitanti, 10 minuti di macchina dall’aeroporto, qualità della vita alta. Ho anche un piccolo appartamento a Berlino, dove vado a volte nel fine settimana. Ai giovani designer e agli studenti dico sempre che non devono vivere a Parigi, New York, Londra o Milano per avere successo. Devono prima di tutto sentirsi a loro agio, solo così possono dare il meglio. La pressione di dover recuperare i molti soldi spesi per un appartamento e uno studio ha poco senso, quando puoi essere un buon designer ovunque. Guarda Lucidi Pevere, sono bravissimi progettisti e non vivono a Milano.

Sebastian Herkner. Photo Gaby Gerster
Sebastian Herkner. Photo Gaby Gerster
Prodotto:
Blume
Designer:
Sebastian Herkner
Azienda:
Pedrali
Anno di produzione:
2020

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