Sebastian Herkner, designer tedesco classe 1981, ci racconta come ha affrontato la rielaborazione della sua sedia 118, nell’anniversario in cui Thonet festeggia i suoi 200 anni. Una sedia dal design raffinato che coniuga perfettamente la tradizione di Thonet al segno contemporaneo tipico di Herkner.
Cosa ha significato per te lavorare per un’azienda che ha prodotto pezzi iconici, affermati in tutto il mondo. Qual è stato il tuo approccio?
“Ho sentito subito una grossa responsabilità”, racconta sorridendo Herkner. “Inizialmente sono stato in azienda, ne ho studiato la storia, i processi produttivi, per capire a fondo quale fosse la lavorazione tipica di Thonet quella che, di fatto, la distingueva rispetto alle altre aziende. E la loro filosofia. Da qui ho iniziato a rielaborare un modello storico che riprendeva la sedia da caffé 214 (un tempo nota come la n.14 ndr.)”.
Qual è stata la cosa più importante nel disegnare questa sedia?
“Il rispetto. Per il brand, per le persone che ci lavorano. La cosa più difficile era quella di ideare una seduta che riuscisse a rispettare la storia di questo iconico brand ma che fosse riconducibile anche al mio modo di interpretarla. Un gioco di equilibri che ha dato vita a questo modello”.
Nell’anno del loro anniversario, hanno scelto di presentare un tuo prodotto. Come ti sei sentito?
“È stato bellissimo. Sapere di essere tra i protagonisti di Thonet di quest’anno e pensare al fatto che i grandi maestri hanno disegnato per loro... Un grande onore per me”.
Ci racconti il tuo progetto e la sua evoluzione?
“La sedia presenta un telaio formato da un unico pezzo curvato con la possibilità di avere anche un rivestimento in canna d’India intrecciata, per una continuità con l’idea (di metà dell’800 n.d.r.) di ridurre al minimo i componenti di una sedia. La novità risiede nelle sei colorazioni in lacca lucida che, colpite dalla luce naturale, assumono riflessi particolari. La vernice dona profondità agli oggetti e racchiude una storia secolare... basti pensare all’arte della lacca Giapponese. I colori sono molto importanti per me: donano personalità a un prodotto.”
Quest’anno presenti anche una nuova lampada per Vibia. Ce la racconti?
“Kontur nasce dalla voglia di creare nuovi scenari di luce partendo da semplici geometrie: un cilindro in vetro opale, una lastra ricurva che dialogano con la cornice nera che ospita la sorgente luminosa a Led. Esiste in versione a soffitto, a terra o a parete e, a seconda dei diffusori che si utilizzano, si riescono a realizzare diversi giochi di luce.”
Che cosa unisce i tuoi prodotti?
“Credo sia la semplicità della forma unita a un’estrema eleganza che viene espressa attraverso la cura dei dettagli. Non disegno oggetti “alla moda” ma prodotti che possano durare nel tempo”.