Declinando attraverso i diversi contributi raccolti le possibili applicazioni dell’Intelligenza artificiale, le pagine di questo numero di DomusAir confermano scenari di cambiamenti epocali e davvero plausibili. Cambiamenti per il miglioramento della qualità della vita e soprattutto per un maggiore equilibrio con l’ecosistema in cui viviamo, da territori e città, infrastrutture ed edifici, e per i servizi ai cittadini.
Non vogliamo trascurare e tantomeno nasconderci i gravi rischi e le minacce, né le molte conseguenze ancora imponderabili dell’uso esteso dell’Intelligenza artificiale. Se tuttavia, e abbiamo questo sospetto, si comunica e si dibatte, in ambienti spesso non competenti, più dei pericoli che delle opportunità, si rischia di perdere queste ultime o di traslarne lo sfruttamento nel tempo. Non possiamo permettercelo.
Vogliamo pensare che governi ed enti regolatori riescano a unire alla scienza e alla tecnologia le migliori competenze in materia di policy, per circoscrivere le aree di rischio e aprire con adeguate protezioni prospettive di applicazione e sviluppo in sicurezza dei più avanzati traguardi dell’Intelligenza artificiale.
Non voleremmo a oltre 10.000 km all’ora da un continente all’altro chiusi in alcune centinaia in un tubetto metallico se non fosse stata ricercata, e continuamente messa a punto, la formula per controllare i rischi e sfruttare al massimo il potenziale delle tecnologie nel mondo aeronautico. Togliamoci anche ogni alibi collegato al tema rischi per rinviare investimenti nella ricerca e nell’applicazione massiva dell’Intelligenza artificiale, nel pubblico e nel privato, nella grande e nella piccola azienda.
Gli esperti ci stanno dicendo che il momento è adesso: dopo il 2023 appena chiuso, anche il 2024 in corso sta evidenziando la necessità di focalizzarsi e accelerare su ricerca e pianificazione di investimenti nel settore IA, accanto alla definizione delle regole che sta procedendo velocemente. La valorizzazione delle opportunità offerte dall’IA ha nel mondo dello sviluppo e della rigenerazione urbana, e in particolare delle infrastrutture, obiettivi necessari e molto sfidanti: corrono in parallelo le necessità di miglioramento di elementi chiave quali mobilità, sanità, acqua, energia, a partire dalle città che concentrano popolazione, e il contrasto al cambiamento climatico, alveo in cui ricadono, vale la pena ricordarlo, i primi quattro rischi per il prossimo decennio.
L’impronta fisica di metropolitane e aeroporti, come di ferrovie, strade, porti, e dobbiamo aggiungere opere di contenimento idrogeologico, elettrodotti, data center e molto altro ancora, continuerà a crescere e si misurerà in modo sempre più problematico con l’ambiente e le risorse energetiche. Per contenere questa impronta, il lavoro di urbanisti, architetti ingegneri deve integrarsi con quello delle specializzazioni digitali, del mondo dell’energia, dell’economia circolare e della formazione di competenze, dell’economia e della finanza sfruttando, proprio con l’Intelligenza artificiale, la disponibilità di dati e degli strumenti che ne ottimizzano l’utilizzo.
Più sfide, necessariamente concomitanti, caratterizzeranno la sfera progettuale evoluta. La prima riguarda proprio l’Intelligenza artificiale ed è alla base del suo impianto e radicamento nei molti settori pronti a riceverne i benefici: lo sviluppo dell’IA dovrà trovare misure e fonti sostenibili per il gigantesco e incrementale consumo di energia di cui ha bisogno. Se pensiamo che per l’impiego di Intelligenza artificiale, nel 2026 sarà necessaria 10 volte l’energia impiegata nel 2023, si comprende perché accanto agli obiettivi di transizione ecologica e digitale dovrà essere considerato l’obiettivo di contenimento dell’impiego di energia per la stessa Intelligenza artificiale.