L’aggancio virtuoso agli obiettivi del contrasto ai cambiamenti climatici di molti settori di prodotti e servizi, e forse anche di stili di vita, è zavorrato dallo sbilanciamento fra la forte comunicazione delle minacce incombenti e la troppo debole promozione dei risultati positivi raggiunti. Fra i rischi che derivano da questo sbilanciamento, ci sono la scarsa motivazione collettiva a far qualcosa tutti i giorni per il clima e la conseguente fatica, sia del pubblico sia del privato, nell’investire le risorse che servono. Entrambi i fenomeni generano maggiore focalizzazione dell’economia verde sui prodotti piuttosto che sui processi, i primi più facili da incentivare anche in ragione della presa commerciale, i secondi più complessi e costosi da sviluppare e implementare.
Dalla mobilità all’energia, dalla pianificazione urbanistica alle costruzioni, gli esempi sono molti. Pesando come troppo piccolo, il contributo specifico di una determinata scelta a favore del clima, rispetto a quanto succede intorno, e dovendo affrontare costi immediatamente più elevati a fronte di benefici visibili solo a lungo termine, si opta spesso per la soluzione tradizionale più impattante sull’ambiente. Se avessimo maggiore visibilità e più consapevolezza dei risultati che si stanno ottenendo si potrebbe fare molto di più e meglio. Il limite del surriscaldamento a 1,5 gradi, che gli esperti sostengono tassativo, è raggiungibile solo con un coinvolgimento maniacale, collettivo e globale su ogni frazione di grado e la motivazione verso questo obiettivo deve pertanto essere estesa e condivisa.
All’evento organizzato all’aeroporto di Bergamo, DomusAirON: Airports Inspire Cities, realizzato nel nuovo hangar con l’inedita copertura a grande luce in legno, sono apparsi chiari i risultati sia del paziente lavoro in corso da parte del gestore dello scalo, sull’adeguamento sostenibile delle infrastrutture e dei modelli operativi, sia della capacità e dell’articolazione di competenze, regole e visione dell’industria aeroportuale e, allargando lo sguardo, dell’intera industria del trasporto aereo. Impegno allineato e a 360° di tutti gli attori della filiera verso Net Zero, aspirazione a obiettivi sempre più ambiziosi che richiedono integrazione disciplinare e innovazione nelle regole, nelle tecnologie fisiche e digitali, nella formazione e nella finanza, fanno del comparto aviation, un modello replicabile in diversi ambiti della città e del territorio.
Come scritto nelle pagine di questo numero di DomusAir, questa posizione del trasporto aereo, messo sotto pressione crescente dalla necessità di traguardi obbligatori, vale per diversi obiettivi del contrasto ai cambiamenti climatici. Il più importante fra tutti è paradigmatico: l’elettrificazione dei consumi è target cruciale per l’abbassamento delle temperature e gli aeroporti sono campioni grazie allo spettro più completo di azioni, fra tecnologie e processi, che evidenziano sia abbattimento degli impieghi di energia sia la possibilità di produzione in situ da fonti rinnovabili, per consumi interni agli scali, per alimentare in futuro gli aeromobili e per il territorio che accoglie le infrastrutture degli scali. Gli aeroporti come hub di produzione di energia e servizi, grazie all’ottimizzazione dell’uso di suolo, risorse e gestione dei processi, sono una delle rappresentazioni più efficaci e scalabili del modo con cui dovremmo lavorare a invertire la rotta sul clima.