Milano celebra Shepard Fairey: un viaggio immersivo nell’arte di Obey

Dalla street art al successo internazionale, un’esposizione unica per ammirare le opere iconiche del maestro della propaganda visiva Per la prima volta in Italia, un’esposizione museale interamente dedicata a Shepard Fairey, il leggendario street artist noto con lo pseudonimo di Obey. Un evento imperdibile che si terrà dal 16 maggio al 27 ottobre 2024 presso la Fabbrica del Vapore, pronto ad immergere i visitatori nell’universo creativo di uno dei più grandi artisti contemporanei. Oltre 200 opere tra manifesti iconici, stampe, serigrafie, dipinti e sculture ripercorreranno la straordinaria carriera di Fairey, dagli esordi come street artist underground fino alla consacrazione a nome di riferimento della scena internazionale. Tra i pezzi esposti, non mancherà il celebre poster Hope realizzato per la campagna presidenziale di Barack Obama nel 2008, un’immagine che ha fatto scuola e che racchiude l’essenza del messaggio di Fairey.

Più che un semplice artista, un maestro della propaganda visiva. Le opere di Shepard Fairey si caratterizzano per la loro semplicità e immediatezza, utilizzando immagini forti e slogan incisivi per affrontare tematiche sociali e politiche di grande attualità, come la guerra, il consumismo, la globalizzazione e la tutela dell’ambiente. Attraverso la sua arte, Fairey invita il pubblico a riflettere su questioni cruciali del nostro tempo e a riappropriarsi del proprio potere di critica e di azione. Un’occasione imperdibile per gli amanti dell’arte e per tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza di un artista che ha saputo coniugare arte e impegno civile. Obey: The Art of Shepard Fairey si configura come un’esperienza unica che lascerà il segno, non solo negli appassionati di street art, ma in chiunque sia sensibile ai temi sociali e politici del nostro tempo.

Immagine di apertura: Shepard Fairey, MOD_Rise Above Flower (2022), Tecnica mista su tavola (4 pannelli), Courtesy Artist ObeyGiant.com _ Photographer Jon Furlong