Desiderata dal presidente Juscelino Kubitschek, la costruzione di Brasilia durò 41 mesi, dal 1956 al 21 aprile 1960, giorno della sua inaugurazione. Dichiata successivamente Patrimonio dell’umanità dall’Unesco, la nuova capitale federale del Brasile fu progettata sul piano di Lúcio Costa e sotto la supervisione di Oscar Niemeyer, della quale fu l’architetto capo nonché progettista della gran parte degli edifici pubblici, affiancato da Roberto Burle Marx, incaricato invece del disegno degli spazi pubblici.
Brasilia oggi festeggia i 60 anni
Il 21 aprile del 1960 la città di Lúcio Costa e Oscar Niemeyer fu inaugurata la nuova capitale federale del Brasile, battezzando il modernismo Brasiliano tra controversie e ovazioni.
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- La redazione di Domus
- 21 aprile 2020
Lúcio Costa, che vinse il conoscorso per il piano urbanistico della capitale, realizzò un piano per 200.000 abitanti. Nella relazione del progetto, la Memória descritiva do Plano piloto, scrisse che: “La costruzione di questa città costituisce un atto deliberato di presa di posseso, il gesto del pioniee che agisce secondo le sue tradizioni coloniali e la domanda rivolta a ogni partecipante al concorso è come una città di questo tipo possa essere concepita. Una tale città non deve essere pensata semplicemente come un’entità organica, in grado di funzionare senza sforzo, come una qualsiasi città moderna; non come urbs, ma come civitas, dotata delle virtù e caratteristiche proprie di una città capitale”.
Le vicende della capitale brasiliana coincidono con il battesimo del Modernismo brasiliano e rimangono intimamente legate alla politica (e alla propaganda) del presidente Kubitschek, che narrò l’impresa della costruzione della nuova capitale attraverso la rivista mensile Brasília (1957-1963). La creazione di un immaginario attorno alla capitale federale brasiliana è stato parte del progetto politico del presidente, che ha avuto e continua ad avere una forte influenza oggi, in architettura e in urbanistica, come nelle arti in genere e nell’immaginario popolare.
In questo speciale la ricordiamo attraverso gli scatti di Cesare Casati e un’importante mostra curata da Yuko Hasegawa in collaborazione con Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa.
Immagine di apertura: foto di Iwan Baan.