Nonostante la loro costante sotto-rappresentanza sulla scena pubblica, nei dibattiti, le mostre, le commissioni, i premi e le giurie, in Italia in prima linea tra le figure capaci di reinventare la pratica architettonica alla ricerca di una nuova alleanza tra il costruire e l’abitare-senza-violenza, prendendosi cura delle ferite passate (imposte sui territori), sono le architette. Obiettivo del talk “Architette di Resilienza”, organizzato in occasione dell’apertura al pubblico del Padiglione Italia, e curato insieme da Marialuisa Palumbo e RebelArchitette, è stato quello di presentare alcune di queste professioniste, nella certezza che la loro pratica progettuale individui atti importanti di resilienza. Abbiamo raccolto questi “atti fondamentali” in quattro categorie di progetti: la riqualificazione di luoghi e spazi urbani, il recupero di paesaggi industriali, la chiusura dei cicli di materia, e la riscrittura di forme e di segni comuni e condivisione di tracce (approcci, strumenti). Muovendoci dunque dalla scala urbana e di paesaggio, verso quella della progettazione di interni, per poi affacciarci sul mondo del disegno e della comunicazione online, ecco un elenco ragionato delle architette e dei lavori su cui vogliamo richiamare l’attenzione.
27 architette che stanno cambiando l’Italia
Al Padiglione Italia un generoso talk curato da Marialuisa Palumbo e RebelArchitette ha messo in luce il lavoro di numerose progettiste ancora poco note e il loro lavoro di “resilienza” sul territorio.
Patrizia Di Monte, Estonoeunsolar, Gravalosdimonte architetti, Saragoza
Patrizia Di Monte, Estonoeunsolar, Gravalosdimonte architetti, Saragoza
Patrizia Di Monte, Estonoeunsolar, Gravalosdimonte architetti, Saragoza
Riqualificazione degli spazi aperti del Centro Piacentiniano di Bergamo.
Gruppo di progettazione Flanerie: Mariola Peretti, Luigino Pirola, Gianluca Gelmini, Simone Zenoni, Elena Franchioni, Carlo Peretti.
Incarico per vittoria del concorso europeo di progettazione bandito dall’amministrazione comunale. Sono in corso i lavori dei primi due lotti.
Riqualificazione degli spazi aperti del Centro Piacentiniano di Bergamo.
Gruppo di progettazione Flanerie: Mariola Peretti, Luigino Pirola, Gianluca Gelmini, Simone Zenoni, Elena Franchioni, Carlo Peretti.
Incarico per vittoria del concorso europeo di progettazione bandito dall’amministrazione comunale. Sono in corso i lavori dei primi due lotti.
Riqualificazione degli spazi aperti del Centro Piacentiniano di Bergamo.
Gruppo di progettazione Flanerie: Mariola Peretti, Luigino Pirola, Gianluca Gelmini, Simone Zenoni, Elena Franchioni, Carlo Peretti.
Incarico per vittoria del concorso europeo di progettazione bandito dall’amministrazione comunale. Sono in corso i lavori dei primi due lotti.
SMALL, “PUBLIO”, biblioteca itinerante sullo/nello spazio pubblico. Prima installazione: Triennale di Milano, 2017
SMALL, Riqualificazione di un sistema di spazi pubblici nel Quartiere Libertà a Bari: corso Mazzini, piazza De Nicola, via Fieramosca. Bari, 2021.
SMALL, Riqualificazione di un sistema di spazi pubblici nel Quartiere Libertà a Bari: corso Mazzini, piazza De Nicola, via Fieramosca. Bari, 2021.
T SPOON, Villaggio Olimpico MMXIX, Roma, 2019
T SPOON, Villaggio Olimpico MMXIX, Roma, 2019
T SPOON, Villaggio Olimpico MMXIX, Roma, 2019
Orizzontale, Il ring, Aprilia (LT), 2021. Foto Nicola Barbuto
Orizzontale, Le Attività Integrate, Aprilia (LT) 2020. Foto Alessandro Vitali
Orizzontale, La piazza, Aprilia (LT) 2021. Foto Nicola Barbuto
Officina Meme Architetti, Darsena Pop Up, Ravenna, 2016, BD Studio (street artist GUE)
Officina Meme Architetti, Darsena Pop Up, Ravenna, 2016
Officina Meme Architetti, Darsena Pop Up, Ravenna, 2016
LandWorks, MAR-Miniera ARgentiera, 2018, @Veronica Zaru
LandWorks, MAR-Miniera ARgentiera, 2018, @Veronica Zaru
LandWorks, MAR-Miniera ARgentiera, 2018, @Veronica Zaru
Lucia Pierro - AutonomeForme (Lucia Pierro e Marco Scarpinato), Palazzo Greco alla Kalsa, Palermo, 2008-2015
Programma: Residenze, laboratori e spazi per artisti
Lucia Pierro - AutonomeForme (Lucia Pierro e Marco Scarpinato), Palazzo Greco alla Kalsa, Palermo, 2008-2015
Programma: Residenze, laboratori e spazi per artisti
Lucia Pierro - AutonomeForme (Lucia Pierro e Marco Scarpinato), Palazzo Greco alla Kalsa, Palermo, 2008-2015
Programma: Residenze, laboratori e spazi per artisti
LabF3, Azienda Agricola Contrada Bricconi, Oltressenda Alta (BERGAMO) 2013 - in progress
LabF3, Azienda Agricola Contrada Bricconi, Oltressenda Alta (BERGAMO) 2013 - in progress
LabF3, Azienda Agricola Contrada Bricconi, Oltressenda Alta (BERGAMO) 2013 - in progress
Arbau studio – Marta Baretti e Sara Carbonera, Centro Soranzo Addiction Care Centre, Forte Rossarol, Venezia, 2013-2021 Foto Colin Dutton
Arbau studio – Marta Baretti e Sara Carbonera, Centro Soranzo Addiction Care Centre, Forte Rossarol, Venezia, 2013-2021 Foto Orazio Pugliese
Arbau studio – Marta Baretti e Sara Carbonera, Centro Soranzo Addiction Care Centre, Forte Rossarol, Venezia, 2013-2021 Foto Orazio Pugliese
Ricehouse, Casa UD, Chamois, 2016
Ricehouse, Casa UD, Chamois, 2016
Ricehouse, Casa UD, Chamois, 2016
Sara Lucietto
Sara Lucietto
Sara Lucietto
Marta Maccaglia-Semillas, Educational Centre In the native community of Union Altosanibeni, Pangoa, Satipo (Perú), 2018-2019
Marta Maccaglia-Semillas, Educational Centre In the native community of Union Altosanibeni, Pangoa, Satipo (Perú), 2018-2019
Marta Maccaglia-Semillas, Primary school in native community of Jerusalen de Miñaro, Pangoa, Satipo (Perú), 2016-2017
LYGA studio, Lycia Trapani e Gaia Trapani, Casa Zellige_Casa a SUD, Lampedusa 2019
LYGA studio, Lycia Trapani e Gaia Trapani, Casa Zellige_Casa a SUD, Lampedusa 2019
LYGA studio, Lycia Trapani e Gaia Trapani, Casa Zellige_Casa a SUD, Lampedusa 2019
Lara Sapp-OFFICINA82, StarsBOX® project. Foto Isabella Sassi Farias
Lara Sapp-OFFICINA82, StarsBOX® project. Foto Simone Mondino
Lara Sapp-OFFICINA82, StarsBOX® project. Foto Sergio Bolla
Donna colta affacciata alla finestra. Guardiana della capacità d'amare, con una certa apprensione lancia lo sguardo verso l'ignoto che si apre infinito fra lacerti di mondi popolati da architetture solide e vive. Cristina Senatore, collage, marzo, 2019 Nel Fotocollage sono presenti: disegni di Ernst Haeckel (1904), frammento dal dipinto Fair Rosamund di J. W. Waterhouse (1917).
La stanza delle filatrici. Donne colte che filano Cristina Senatore, collage_marzo, 2019 Nel Fotocollage sono presenti: disegni di Ernst Haeckel (1904); Frammento da miniatura tratta da testo medioevale
Cristina Senatore, collage, marzo, 2019 Nel Fotocollage sono presenti: disegni di Ernst Haeckel (1904); dettaglio tratto da “Carità”*,olio su tela di Lucas Cranach il Vecchio (1537 - 1550); frammenti di fotografie di paesaggi tratte dal web di autori sconosciuti, una di esse rappresenta Craco, paese abbandonato inprovincia di Matera. Il dipinto è conservato alla National Gallery di Londra, in esso la virtù teologale della Carità è raffigurata come una giovane madre che allatta il più piccolo dei suoi figli, mentre gli altri le sono accanto, la bambina, serrandosela al petto con braccio destro, tiene in braccio una bambola.
Studio Maria Martini, Itapava, Rio de Janeiro, 2017
Studio Maria Martini, Itapava, Rio de Janeiro, 2017
Studio Maria Martini, social
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- Marialuisa Palumbo, RebelArchitette
- 30 giugno 2021
- Padiglione Italia
Queste architette rappresentano uno spaccato di una presenza e ricchezza di approcci e possibilità certamente molto più grande ed estesa di quello che abbiamo potuto raccontare. Ma nelle modalità operative di questi studi è possibile leggere un modo di fare impresa, di pensare il progetto, il cliente e il modo di mettere su un cantiere, a basso impatto ecologico ed alto impatto sociale. L’architettura è qui innanzitutto un atto di incontro, di cura, di riscrittura, di trasformazione e recupero. Al di là della questione di genere, è questo il cuore di un nuovo modo di fare spazio. Sfoglia la gallery per scoprire tutte le progettiste.
Il talk "Architette di Resilienza" si è tenuto durante i giorni di apertura della Biennale di Architettura di Venezia 2021, al Padiglione Italia, curato da Marialuisa Palumbo e RebelArchitette, introdotto da Alessandro Melis e moderato da Marialuisa Palumbo, Francesca Perani, Elena Fabrizi. Ospiti le architette citate nell'articolo.
Apriamo con Patrizia Di Monte che, dopo aver fondato insieme a Ignacio Grávalos lo studio Grávalos-Di Monte a Saragozza (Spagna) nel 1998, nel 2009 promuove e gestisce per il comune Estonoesunsolar (“questo non è uno spazio abbandonato”), insieme un Piano di Occupazione e di coinvolgimento della cittadinanza nella ri-produzione dello spazio urbano, attraverso la trasformazione di spazi abbandonati in spazi di seduta, di incontro e di gioco.
Diversa, ma ugualmente centrata sul bisogno di costruire un dialogo tra enti di governo del territorio, cittadini ed esperti, è la proposta di Mariola Peretti per la riqualificazione dello spazio pubblico del Centro di Bergamo. Un lavoro in corso, di gruppo, risultato dalla vittoria di un concorso di progettazione, basato sull’idea che ciò che progettiamo sono “strati” all’interno di una città che è “prima e dopo” e di cui questo progetto non sarà che un momento di passaggio.
Spostandoci da nord a sud, ma rimanendo nell'ambito della riqualificazione degli spazi urbani, Rossella Ferorelli, nel 2011 cofondatrice dello studio piattaforma culturale SMALL con sede a Bari e Milano, nel progetto di riqualificazione urbana di Corso Mazzini e Piazza De Nicola nel quartiere Libertà a Bari, ridisegnando la sezione stradale, spazi di seduta e camminamenti alberati, ribalta equilibri consolidati tra parcheggio informale e spazi pubblici e pedonal
Lo studio TSPOON, fondato nel 2006 da Nina Artioli, Alessandra Glorialanza e Eliana Saracino, e attivo su una scala che va dalle installazioni temporanee ai masterplan territoriali, attraverso processi di progettazione partecipata ed iniziative editoriali, col progetto per la riqualificazione dell’ambito urbano del Villaggio Olimpico di Roma porta avanti la riflessione sul rapporto tra spazio pubblico e densità urbana, ovvero sulla quantità di persone e attività necessarie per creare vitalità urbana.
La riattivazione di spazi comuni, attraverso la costruzione di “macchine urbane” capaci di innescare nuove possibilità di uso e attraversamento, è al centro delle pratiche del collettivo romano Orizzontale fondato nel 2010, di cui fanno parte Margherita Manfra e Nasrin Mohiti Asli. Nel processo di riqualificazione partecipata del quartiere di edilizia pubblica Toscanini di Aprilia, la piazza mai finita viene finalmente consegnata alla città, attraverso un processo (appena concluso) che ha coinvolto i cittadini in due anni di costruzione collettiva.
Passando alla seconda categoria, cioè al recupero di ex spazi industriali, di luoghi di estrazione, produzione, o controllo militare, nel colorato Darsena PopUp, intervento di riuso temporaneo radicato nell’identità portuale di Ravenna realizzato nel 2016 da Officina Meme, di Maria Cristina Garavelli, Lara Bissi, Elisa Greco e Cristina Bellini, l’inserimento di spazi sportivi e ricreativi porta nuova vita sulla Darsena in tutte le ore del giorno, attraverso una nuova eterogeneità funzionale.
A ridosso delle acque straordinarie della punta nord ovest della Sardegna, la reinvenzione di una miniera di piombo, zinco e ferro, abbandonata dai primi anni Sessanta con le sue caratteristiche strutture in legno e pietra, è al centro della proposta di Landworks e Paola Serrittu per il borgo minerario dell’Argentiera (2019). L’obiettivo è qui trasformare un presidio di sperimentazione artistica e didattica da temporaneo in permanente, combinando l’attività di formazione svolta dall’università, con attività museali, visite guidate, festival e marketing culturale.
Il recupero delle saline Joniche di Reggio Calabria e di quelle di Monastir in Tunisia, l’area ex-Italcementi di Catania e quella di Bagnoli a Napoli,come dell’area dell’ex base NATO di Comiso vicina a Ragusa, sono invece al cuore del laboratorio di ricerca “Paesaggi Resilienti” per la riattivazione di Zone Temporaneamente Abbandonate, curato da Lucia Pierro e Marco Scarpinato, nel 1998 fondatori dello studio palermitano AutonomeForme.
Lo studio LabF3, di Francesca Favero, Caterina Franco, Anna Frigerio, nel 2013 comincia un processo di rifunzionalizzazione di una cascina montana in un agriturismo nelle montagne bergamasche. Un progetto di laurea, sensibile ai luoghi ed ai processi di trasformazione e produzione che vi sono radicati, capace di rilanciare un turismo dai ritmi lenti e in armonia con la natura.
L’architettura della cura, un’architettura cioè finalizzata a dare qualità attraverso il recupero attento dell’esistente, soprattutto nei progetti a budget ridotto, è al centro della proposta dallo studio Arbau, di Marta Baretti e Sara Carbonera, ed in particolare della trasformazione, avviata nel 2013 e ancora in corso, di un’ex area militare non distante da Venezia in un centro d’eccellenza per la cura delle dipendenze.
Considerando adesso i riusi di materia e più in generale l’ottimizzazione delle risorse disponibili in cicli riproduttivi chiusi e filiera corta, Tiziana Monterisi con la start up “RiceHouse”, fondata nel 2016, trasforma gli scarti della coltivazione del riso in materiali edili: telai in legno e paglia di riso, termo intonaci, finiture in lolla-calce, malte e massetti alleggeriti. Materiali adatti a tutti i tipi di costruzioni e capaci di produrre edifici salubri: dal chicco alla casa, dall’agricoltura all’architettura.
Molto simile l’approccio di Sara Lucietto, muratrice con una formazione da designer di interni, che dal 2015 con l’impresa “Terra e Paglia” insieme a Sanni Mezzasoma costruisce case in materiali naturali e auto-prodotti, condividendone tutte le fasi di realizzazione in forme ecologiche di autocostruzione, capaci di coinvolgere non solo altri professionisti ma chiunque abbia voglia di sporcarsi le mani e farsi la casa letteralmente da sé. Una “rivoluzione gentile” e sorridente, che inizia dalla terra e la paglia per fare “cose grandi”, come una casa.
Diverso ma molto vicino l’approccio di Marta Maccaglia, dal 2011 in Perù, dove ha fondato l’associazione Semillas (“semenza”), ONG con la missione di costruire scuole per le aree e le popolazioni più remote dell’Amazonia, nella convinzione che l’educazione sia l’unica vera semenza per costruire uguaglianza, democrazia e futuro.
Spostandoci sulla quarta ed ultima delle categorie che abbiamo individuato, quella delle riscritture di forme e condivisione di tracce, ovvero, della progettazione come stratificazione di tradizioni antiche e locali ma anche come campionatura, manipolazione e rilancio di informazione nel mondo globale della rete. In questa categoria collochiamo l’esperienza poetica e mediterranea degli interni di architettura delle sorelle Lycia e Gaia Trapani, che con Lyga Studio recuperando materiali e tecniche tradizionali, realizzano spazi residenziali intimi, che sintetizzano in chiave contemporanea la tradizione siciliana.
Saltando di nuovo dal mare ai monti, nel 2018 Lara Sappa e Fabio Revetria, fondatori dello studio Officina82 specializzato in interventi di recupero di edifici montani, lanciano la start-up StarsBox, per la produzione di micro-architetture in serie, un po’ tende e un po’ capanne in materiali naturali, adattabili a più contesti outdoor, capaci di offrire protezione ma anche di aprirsi al cielo, in una reinterpretazione contemporanea dell’architettura rurale alpina.
Ri-scrittura o stratificazione a partire da realtà preesistenti, è il lavoro sul disegno di Cristina Senatore. In Scenari Futuri per esempio, una serie di collage del 2019, i disegni del biologo Ernst Haeckel divengono “nature architettoniche”, gusci sospesi nello spazio interstellare o sulla sabbia di pianeti bui e desertici, raccontandoci di un altrove, post catastrofe, ma anche di continuità e sopravvivenza, e di una nuova centralità di donne “sapienti e resilienti”.
Infine, con Mariana Martini, e la sua attività tra Italia, Brasile e la rete, ci affacciamo sul cortocircuito tra design e social network. Martini infatti affianca all’attività di architetta di “interni tropicali” (capaci di accoglierti al ritorno dal lavoro e dalla scena urbana dandoti la sensazione di “entrare in un albergo a Bali”), la formazione e l’aggiornamento continuo delle giovani professioniste attraverso la sua popolarissima presenza Instagram. Un percorso di condivisione della pratica professionale intesa come gestione di impresa, non solo nel controllo del progetto e dei suoi strumenti, ma anche del rapporto con il cliente.