Quando il poeta David Shapiro ha espresso all'architetto John Hejduk una piccola critica sui suoi edifici, cioè di essere troppo nomadi e senza contesto Hejduk ha risposto "Sono nomadi perché siamo in un tempo nomade" [1]. Una risposta secca; avventurarsi nel suo mondo non è facile e le sue costruzioni richiedono disponibilità per essere apprezzate.
Sussurri in galleria
La mostra di SANAA al Towada Art Center fa poco per presentare un processo o un metodo, lasciando le questioni del come e del perché a diagrammi e appunti esposti nel lungo corridoio del museo.
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- Stuart Munro
- 21 febbraio 2014
- Towada, Japan
Meno esclusivo, un posto come Tokyo è l'essenza stessa di un contesto ambiguo, fatto di costruzioni solitarie che si schermano dagli elementi del mondo esterno, noi compresi. La separazione di ogni struttura dalla struttura urbana rende ogni costruzione un’isola e l'apertura di una finestra per vedere cosa sta accadendo fuori non è più così semplice. Lungi dall'essere nomade, un tale luogo rappresenta l'esatto contrario. Cosa succede? Perché è tutto così ambiguo? Guardando al lavoro architettonico di SANAA in cerca di risposte, si evince che il loro approccio è sia specifico sia universale, costante e nomade, ottenuto attraverso lo sfruttamento delle possibilità di un rapporto tattile tra l'interno e l'esterno. Se gli edifici potessero parlare cosa direbbero?
La città settentrionale di Towada si trova vicino alla costa orientale del Giappone. Nella prefettura di Aomori, una delle sei che compongono Tohoku, una regione remota e aperta famosa per il paesaggio e l'agricoltura. Towada è un mondo lontano dalle città di Tokyo e Sendai, non sono neon e rumori che la attraversano ma da sud a nord è punteggiata dalla segnaletica con motivi di animali e da pali coronati con la figura di un cavallo, sparsi in tutta la città. Il museo Towada Art Center, nel centro della città, si trova ai lati della Kanchogaidori, la strada su cui si affacciano gli uffici del governo locale, alcuni dei quali si sono lentamente spostati altrove. Su un lato della strada si trova il museo, dall'altro un parco di arte e scultura che re-immagina la città come luogo non solo storicamente importante, ma anche culturalmente rilevante.
Il quinto anniversario del Towada Art Center è segnato dalla mostra "SANAA Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa", una retrospettiva dello studio vincitore del Premio Pritzker nel 2010. Il New Museum di New York di Arte Contemporanea, il museo Teshima e il Museo di arte contemporanea del 21° secolo di Kanazawa hanno una posizione preminente. Modelli in cartone e argilla appoggiati su tavoli, accanto a un prototipo per la facciata della Hyundai Card Concert Hall a Seoul, Corea del Sud. Sostenuta da un massiccio piano del museo Kanazawa di Arte e fotografia, l’O-Museum di Nagano, la mostra fa poco per presentare un processo o un metodo, lasciando le questioni di 'come' e 'perché' ai diagrammi e annotazioni che occupano la lunga parete del corridoio del museo. Durante un discorso il giorno di apertura della mostra, Nishizawa ha accuratamente spiegato l'intenzione dietro ogni progetto importante, il significato sul suo contesto e le esigenze specifiche di ciascuno.
Il suo Fukita Pavilion, per esempio, realizzato per il Setouchi Arts Festival nell’isola di Shodoshima nel 2013, mostra la semplicità del suo diagramma con la complessità di una struttura geniale che, in parte parco giochi e in parte sedute, è formata da due sottili lamiere collegate tra loro agli angoli, a mezz’aria. Il Rolex Learning Center di Losanna, in Svizzera, il cui modello si trova nel foyer principale, ha molto a che fare con il cielo, quanto con il terreno su cui è posto. L'ingresso all'edificio non è convenzionale proprio come lo spazio interno resiste alla divisione e separazione.
Il contributo narrativo del regista Wim Wenders, il suo film del 2010 If Buildings Could Talk, mostra l’edificio come un loop filmico continuo che esplora entrando dal cortile centrale e poi verso l’alto, rientrando dal cielo sovrastante. È un'idea interessante. Che l'edificio, e in questo caso il film, è un’unica sequenza, una frase in continua evoluzione come un sussurro fisico, che in ogni momento è qualcosa di leggermente diverso dal precedente. Le stanze si riempiono, la gente entra ed esce e gli spazi sono traboccanti di conversazioni.
Film come Tokyo-Ga, Notebook on Cities and Clothes, ma anche Paris, Texas interrogano questo paesaggio di persone in movimento. SANAA non è diverso e Wenders in qualche modo aiuta il loro edificio non ricordando ciò che funziona o non funziona, ma immaginandolo come un personaggio pieno di altri personaggi. Girato e guardato in 3D, il film non è affetto dal bisogno hollywodiano di gonfiare le cose. Si limita a fluttuare, toccando alcune delle sobrie promesse che vi sono all'interno e dappertutto, le cose che SANAA evita di sottolineare.
Il cinema in 3D di Wenders non è una scusa per la superfetazione, espande semplicemente momenti ordinari in spazi straordinariamente rassicuranti. Nel caso dell’edificio di Losanna, con aree che s’intersecano l’una nell’altra, salgono e scendono in una continua caduta e risalita, il genere di domande che l’edificio pone e l'intuizione che se ne ricava sono state immaginate.
Come questi edifici risuonano davvero? La mostra dà un indizio su ciò che questo suono potrebbe essere.
1 John Hejduk: Costruttore di mondi (estratto) https://www.youtube.com/watch?v=dGbJXxsYm3M
© riproduzione riservata
fino al 30 marzo 2014
“SANAA Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa”
Towada Art Center, Japan