In origine, Mario era una figurina squadrata e bidimensionale che saltava barili per salvare una principessa. Nel giro di tre decadi dal suo debutto, è stato carpentiere, idraulico, campione di tennis, pilota e infine icona, il Topolino di Nintendo – e dei videogiochi in generale –, protagonista di ogni genere di sfida o avventura. Un Ercole contemporaneo, che usa la destrezza e non la forza per superare le fatiche che si trova a fronteggiare – e salvare la principessa, ovviamente. Mario è uno dei pochi personaggi, forse l’unico, la cui storia coincida quasi completamente con quella dei videogiochi come fenomeno di intrattenimento di massa. Dal suo debutto nel 1981 al recente New Super Mario Bros. U Deluxe, non ha mai tradito il proprio particolarissimo spirito, mentre il suo corpo digitale acquistava sempre più dettagli, pixel dopo pixel si sgrezzava nell’aspetto, finché alla fine degli anni Novanta, in linea con il “nuovo“ standard dei videogiochi, faceva il grande salto e diventava tridimensionale. Intanto, attorno a lui, castelli e foreste e ambientazioni acquatiche sono stati rimodellati da computer sempre più potenti, così come le strane creature che li abitano. Esiste un incredibile numero di opzioni che la tecnologia di oggi può creare per un ambiente di gioco; al tempo stesso, la storia di Mario e dei suoi giochi è la perfetta rappresentazione del fatto che soluzioni multiple possono coesistere fianco a fianco, anche nello stesso gioco. Il Regno dei Funghi è uno, ma quello di Super Mario Odyssey (2018) non è lo stesso dei giochi degli anni Ottanta. Tuttavia all’interno dei suoi confini le colline sempre sorridono e sempre sorrideranno, e stupidi cubi con il punto interrogativo richiedono ancora una testata di Mario per essere attivati. Rivisitare l’architettura di questi mondi è come riavvolgere la storia dei videogiochi da quando nel secolo scorso hanno installato uno spazio virtuale nel soggiorno di casa diventando un fenomeno pop di massa. Mario non è stato solo l’eroe par excellence delle console 2D, ma ha avuto anche un ruolo fondamentale nella definizione dei giochi 3D, una rivoluzione troppo spesso erroneamente associata solo al debutto di PlayStation nel ’94. Super Mario 64 (1996, Nintendo GameCube) non è stato il primo gioco 3D o il primo platform tridimensionale, ma si è stagliato come il prototipo per tantissimi giochi usciti successivamente, un modello a cui è impossibile non fare riferimento.
Super Mario, il mondo e le multiple prospettive
L'universo di Mario è uno degli ambienti più vasto, eterogeneo e multilineare mai creato da mente umana. E una recente riedizione lo conferma appieno.
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- Alessandro Scarano
- 11 febbraio 2019
Lo sviluppo del primo Mario in 3D sul finire degli anni Novanta è stato il lungo processo durante il quale Nintendo ha tradotto in qualcosa di totalmente nuovo una ricetta di successo planetario, amalgamando ciò che era familiare con l’inatteso e il sorprendente. Il caro vecchio Mario 2D si muoveva da sinistra a destra, una modalità diventata ormai il cliché dell’età dell’oro del videogioco, mentre il nuovo eroe 3D si sarebbe trovato a fronteggiare un mondo in cui gli obbiettivi gli venivano disposti tutto intorno, e non più semplicemente di fronte a lui (o meglio, fuori dallo schermo, a destra). Questo rinnovato Mario esplora mondi nuovi pieni di segreti e, in definitiva, non troverà una reale necessità di andare “avanti”. Il giocatore può semplicemente girare e spendere tutto il tempo che vuole in questo ambiente incredibile. Con 64 il creatore di Mario, Shigeru Miyamoto, non solo ha assemblato un mondo completamente nuovo, ma ha anche progettato una esperienza completamente diversa, incentrata sul godimento di vagare per uno spazio virtuale semplicemente perché questo provoca piacere. “Pensavamo che metà dei giocatori sarebbe andata direttamente dentro al castello, e metà invece si sarebbe fermata a esplorare cosa c’era là fuori”, ha sintetizzato in una intervista. “E abbiamo creato il gioco per il secondo gruppo di persone”. E così Mario è diventato il primo flâneur digitale. Ovviamente con quel gioco non si è risolto tutto il potenziale del 3D, portato ai limiti estremi in giochi come Super Mario Galaxy (2007, Nintendo Wii), un inno alla creatività costruito su una serie infinita di invenzioni, una sfida non solo ai limiti della fisica, anche grazie all’uso dell’innovativo controller Wiimote, ma anche a tutti i luoghi comuni delle avventure di Mario.
Centinaia di migliaia di mondi digitali sono stati ispirati dalle avventure di Mario sulle console degli anni Ottanta, NES e SNES. Negli ultimi anni c’è stato un ritorno di popolarità per i platform 2D e alcuni di essi figurano tra i più venduti e apprezzati tra i giochi in commercio: Shovel Knight, Dead Cells e Celeste sono soltanto alcuni recenti esempi di come gli sviluppatori indipendenti abbiamo letteralmente reinventato questa tipologia di giochi da zero. Ma le origini di Super Mario sono anche più vecchie del genere che ha reso celebre. Donkey Kong è stato il primo successo Nintendo nel mondo dei videogiochi. È stato anche il primo videogioco di Shigeru Minamoto, l’uomo che con quell’opera avrebbe legato per sempre il suo nome all’eroe che creò per quell’occasione, Jumpman, o – come sarebbe poi stato battezzato successivamente – Mario. Il gioco, uscito nelle sale giochi di tutto il mondo nel 1981, era ambientato in 4 schermate che ospitavano altrettanti mondi bidimensionali disegnati con scale e travi; ciascuno rappresentava 25 metri nella portentosa ascesa di Donkey Kong che scappava dall’eroe dopo avere rapito la principessa. Non c’era scrolling, e come in un flipper, ogni schermata racchiudeva un intero universo. Super Mario Bros., il primo vero e proprio gioco di Mario e il primo per il Nintendo Entertainment System, la prima console casalinga dell’azienda giapponese, rappresentò un enorme salto in avanti e definì lo standard del platform a scorrimento orizzontale, un genere di gioco in cui il mondo viene esplorato da sinistra a destra e non esiste la possibilità di procedere in senso inverso. Infiniti universi digitali che i giocatori hanno esplorato da allora devono a quel gioco un enorme debito. Super Mario Bros. ha introdotto per la prima volta il Regno dei Funghi e presentava una struttura con mondi multipli, ciascuno dei quali diviso in 4 livelli – un numero ricorrente nelle avventure dell’eroe Nintendo: il secondo è sotterraneo, il terzo aereo, l’ultimo ambientato in un castello. Ci sono aree nascoste, passaggi attraverso i mondi, avventure subacquee e il celeberrimo Mondo Minus, un livello infinito che è diventato il più famoso glitch della storia dei videogiochi. Questa struttura si è poi precisata nei titoli seguenti: in Super Mario Bros. 3 (1988) subentra una prepotente caratterizzazione visuale dei diversi mondi, come la Grande Isola, nella quale mario interpreta un contemporaneo Gulliver digitale tra i giganti. Il gioco introduceva anche una mappa che non solo costituiva una modalità supplementare per muoversi all’interno del suo vasto universo, ma anche un approccio non lineare alla risoluzione di ogni singolo mondo, offrendo multiple possibilità di navigazione.
La selezione di giochi di Mario che si possono giocare sulla nuova console Nintendo, la vendutissima Switch, è assai limitata, ma assai rappresentativa della storia del personaggio. Super Mario Odyssey è stato pubblicato in tempo per il primo Natale della nuova console ibrida e presenta tante caratteristiche innovative, tra le cui le più evidenti sono l’interazione con il berretto di Mario e l’introduzione di giochi 2D all’interno dell’ambientazione tridimensionale. Il più memorabile è un omaggio al primo Donkey Kong. Il titolo più recente è New Super Mario Bros. U Deluxe, remake di un gioco per Wii U – la penultima console Nintendo, decisamente meno amata rispetto a Switch – e splendido epigono della tradizione bidimensionale della serie. Perché Nintendo non ha smesso di mettere in commercio giochi di Mario 2D anche dopo Super Mario 64. E molti sono stati di grandissimo successo, come New Super Mario Bros., pubblicato per la console portatile Nintendo DS e divenuto all’interno della saga il secondo gioco più popolare di sempre con 30 milioni di copie vendute, questo nonostante i costi di sviluppo decisamente inferiori a qualsiasi Mario in 3D. Il suo successore, New Super Mario Bros. Wii, ha venduto molto più dello strepitoso Super Mario Galaxy. Con il suo nuovo servizio online per Switch, Nintendo ha reso disponibili per la nuova console alcuni classici. Il primo è stato Super Mario Bros. 3, a cui si è successivamente aggiunto anche l’originale Super Mario Bros.
Super Mario Maker è il titolo con cui Nintendo ha celebrato il trentesimo anniversario della serie, un gioco che permette di creare e condividere mondi. E infatti un grande numero di livelli generati dai giocatori sono stati caricati online. Già nel 1994 Nintendo aveva depositato il brevetto di un dispositivo che permettesse di modificare il livello di un gioco e salvare la propria versione personalizzata. Vent’anni più tardi Mario ha ricevuto il suo migliore regalo di compleanno di sempre con Maker. Così, dopo innumerevoli balzi su e giù per mondi fantastici e altrettante principesse salvate, Mario ha fatto il suo salto più grande di sempre: era stato idraulico, campione di tennis, pilota. Ora diventava l’architetto. Come Ercole ascende all’Olimpo per reclamare la propria divinità, Jumpman è finalmente diventato Mario il creatore, dio di multipli, meravigliosi, mondi digitali.
Tutte le immagini sono tratte da New SuperMario Bros. U Deluxe, disponibile per Nintendo Switch.
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