I paesaggi urbani che ne risultano sono pieni di accostamenti inaspettati e di dettagli che emergono in modo spontaneo, come parte di un vero e proprio ecosistema vivente di architetture. Sarebbe una vera tragedia perdere ciò che D’Arcy Thompson definiva, nel contesto della biologia, “un diagramma di forze”: strutture nate non da dottrine politiche o estetiche, ma piuttosto da pressioni puramente sociali, storiche, economiche e naturali. È un’architettura onesta nata dalle sue condizioni iniziali, che non tradisce l’ego di alcun architetto o stile.