“Non sono un architetto né un ingegnere. Non sono competente per pensare una riqualificazione delle periferie o il futuro della città. Però faccio tante altre cose. E cerco di farne tante. In quello che faccio c’è sempre un fil rouge. Credo di essere un po’ una sognatrice e che il sogno oggi sia fondamentale per pensare il futuro delle città. La mia città oggi rappresenta la società. Una città invisibile, immaginaria, forse anche un po’ ignota. Ma anche una città complessa, da un punto di vista architettonico, e assieme anche facile dal punto di vista delle barriere e dei passaggi”.
Claudia Parzani è partnerdi Linklaters dal 2007 nel dipartimento di capital markets e, da novembre 2016, ricopre, sempre all’interno di Linklaters, il ruolo di managing partnerper l’area Western Europe. Nel 2017, è stata inclusa nella classifica “Top 10 Global Champions of Women in Business” pubblicata dal Financial Timese da HERoes. Secondo la serie The Innovative Lawyer del giornale economico-finanziario britannico, è tra i 10 avvocati più innovativi del 2013.
“Una collina verde, con erba sterminata, confina con la città. Fa caldo, sempre più caldo. C’è un sole bellissimo, tutti stanno godendo di questo bel tempo. Si vede una città storica, una delle nostre tantissime città, tipica nella costruzione: un centro ampio e curato, con mura solide, alte, protettive, intervallate dalle porte. Tre porte. Imponenti, grandi, ma chiuse e custodite da tre mostri. Fuori da queste mura, che racchiudono un ‘centro’ – singolare maschile – ci sono le ‘periferie’, plurale femminile. Sono meno curate del centro, più sparpagliate, meno eleganti e compassate, meno razionali. Sono differenti. Sono le nostre periferie. Sono i margini di una società. Il nostro centro è il centro del potere, della politica, delle nostre aziende. Nelle periferie ci sono tutte le persone che lavorano in quelle aziende.”
La maggior parte del centro è abitato da maschi o dal maschile, la maggior parte delle periferie da femmine o dal femminile.
“I mostri che custodiscono le porte sono stereotipi, ovvero qualcosa che replica la stessa cosa, che va e costringe il nostro pensiero, facendoci pensare sempre le stesse cose come se fossero normali, intuitive. Il vero punto dello stereotipo è che non è un pensiero libero, ma una profezia malata che, purtroppo, si autorealizza. Il primo stereotipo è la mamma che rinuncia al lavoro, che si dedica a tutti, prevalentemente ai figli; diversamente, sei giudicata dalla società. Il secondo stereotipo è quello del mondo della scuola, delle opportunità, del mondo del lavoro. Lavorano sulla stima delle ragazze. Viene detto, alle ragazze, che sono meno portate per una cosa, che sono meno brave in un certo ambito, che non devono studiare le STEM, le materie scientifiche. Le donne devono accontentarsi di ruoli prefissati. Se in Italia le ragazze non studiano la matematica e sono meno brave in questa materia è perché crescono con quest’idea. Questo è il risultato finale della nostra città, ovvero della nostra società. Le bambine cinesi non sono così, non hanno un cervello e un cuore diversi, ma semplicemente non viene detto loro che non sono brave in matematica. Proprio come i videogiochi, fatti da maschi per maschi. Terza e ultima porta della nostra città potrebbe essere King Kong: la donna è curata, non puoi fare il capo, ci serve una persona non vulnerabile. Non voglio entrare in un tema di genere, ma sul bisogno di leadervulnerabili, che chiedano, che elaborino e che restituiscano. Abbiamo una fortuna: le porte della città sono abbastanza vecchie e i mostri che le custodiscono anche: sono affaticati, grossi, temono il calore che sta crescendo sulla Terra. E che li ucciderà.”
Claudia Parzani (1971), avvocatessa, è presidente di Allianz, vicepresidente di Borsa Italiana e componente esterno del consiglio di amministrazione del Politecnico di Milano, oltre che managing partner per l’area Western Europe del colosso legale britannico Linklaters. Nel 2019 è stata l’unica italiana a essere stata inclusa da HERoes e Yahoo Finance fra le “100 Women Role Models”.