L’idea che le macchine possano essere intelligenti è tutt’altro che nuova. Risale almeno agli antichi Greci. Il mito di Talos racconta di un gigante di bronzo creato per difendere l’isola di Creta: una fantasia, certo, che ci ricorda però che i robot sono tra di noi da molto prima che iniziassimo a chiamarli così. Fu un dramma utopistico ceco a introdurre il termine in Europa all’inizio del secolo scorso. Il dispositivo di Anticitera, dal nome dell’isola in cui è stato trovato, non era invece una fantasia: è il primo esempio di computer analogico, utilizzato soprattutto per predire fenomeni astronomici. Risale a più di due millenni fa e non aveva certo la potenza di calcolo di un iPhone. Eppure, è difficile dire che non fosse in qualche modo una “intelligenza artificiale”.
L’irresistibile ascesa dell’AI in 10 articoli da leggere
Risorsa o minaccia: oltre le questioni di percezione, abbiamo indagato le sfide e le opportunità di un futuro in cui convivremo con l’intelligenza artificiale.
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da Scream, 1996
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- La redazione di Domus
- 08 agosto 2024
Oggi, definiamo Intelligenza Artificiale quel “campo della scienza informatica che si occupa della creazione di sistemi capaci di eseguire compiti che normalmente richiederebbero l’intelligenza umana”. Questi compiti includono: riconoscimento vocale e delle immagini, “la comprensione del linguaggio naturale, la risoluzione di problemi complessi e l’apprendimento automatico”. La definizione arriva da ChatGpt, lo strumento che associamo per convenzione all’idea di “AI” in questi giorni, basato sugli Llm, i “Large Language Models”. ChatGpt è capace di interagire via chatbot e di creare contenuti. A volte sbaglia, altre inventa, proprio come gli umani. Lanciato alla fine del 2022, ha reso le AI un concetto di massa e utilizzabile da tutti per gli scopi più diversi, aprendo la strada a una diffusione sempre più ampia di sistemi di generazione automatizzata di testo, immagine e video.
Le macchine possono pensare? Nel 1950, il matematico Alan Turing tornò su una delle questioni in realtà più antiche del pensiero occidentale – ci si era speso secoli addietro anche Cartesio, padre del pensiero moderno e del "cogito ergo sum". La novità introdotta da Turing è un criterio oggettivo per determinare quando una macchina è realmente in grado di pensare. Ne parla il pensatore americano Ray Kurzweil in The Singularity Is Nearer, un testo recente che fa da seguito ideale a un libro seminale di vent’anni fa dal titolo similissimo. All’epoca, l’AI era un tema per pochi, ora è al centro del dibattito. Kurzweil non si è mosso dalle sue posizioni: ha sempre indicato nel 2029 il momento in cui l’intelligenza artificiale raggiungerà quella umana, e nel 2045 il momento in cui le due intelligenze si fonderanno. Nell’attesa, abbiamo raccolto il meglio di quanto apparso su Domus sul tema dell’AI negli ultimi anni.
Immagine di apertura: Alex Garland, Ex Machina, 2014
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