L’irresistibile ascesa dell’AI in 10 articoli da leggere

Risorsa o minaccia: oltre le questioni di percezione, abbiamo indagato le sfide e le opportunità di un futuro in cui convivremo con l’intelligenza artificiale.

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Courtesy Circa

L’AI generativa stravolgerà il design del personal computer Una conversazione con Brian Leonard, Vp design di Lenovo, sul ruolo dell’AI nel plasmare il futuro dei nostri laptop, il loro design e il modo in cui i designer industriali pensano al futuro del proprio mestiere. Continua a leggere  

Dopo 30 anni, Microsoft cambia la tastiera per fare spazio all’AI Dopo l’annuncio di gennaio, l’azienda ha presentato il suo primo nuovo laptop Surface con un tasto Copilot dedicato. Si tratta della modifica più rilevante al layout della tastiera Microsoft da tre decenni a questa parte. Continua a leggere

Courtesy Microsoft

10 funzioni AI di cui avremmo proprio bisogno sui nostri smartphone Traduzione simultanea, creazione di immagini da un prompt di testo e molto altro: queste sono le funzioni sui nuovi telefoni. Ma ci bastano? Probabilmente no. Ecco le proposte di Domus. Continua a leggere

da Scream, 1996

Come sta andando Overviews, la ricerca di Google con AI? Tra allucinazioni come la ricetta della pizza con la colla, errori di valutazione e il rischio di cannibalizzare il web, questa tecnologia potrebbe creare più problemi di quelli che ambisce a risolvere. Continua a leggere

Immagine generata da Gemini, AI di Google

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Courtesy Rabbit

Cos’è la bellezza nell’era di TikTok e dell’AI? Una mostra a Basilea accende i riflettori sulla bellezza ai tempi del post-internet. Un’indagine sull’alterazione dell’identità e la frammentazione del sé, alla ricerca ossessiva di un ideale irraggiungibile. Continua a leggere

Courtesy Hek Basel

Ma cosa vedono veramente le macchine dell’AI? No, lo sguardo delle macchine non è come quello degli esseri umani. Una mostra offre una riflessione sulle implicazioni dell’intelligenza artificiale e sui rischi della sua idealizzazione. Continua a leggere

Foto Nicola Morittu

Friend è il gadget basato sull’AI più deprimente visto finora Ultimo di una serie di gadget AI tanto sopravvalutati quanto inutili, è un un ciondolo che chatta con chi lo indossa tramite le notifiche dello smartphone. Sembra uscito da un episodio di Black Mirror. Continua a leggere

Courtesy Friend e MyTab Al

L’idea che le macchine possano essere intelligenti è tutt’altro che nuova. Risale almeno agli antichi Greci. Il mito di Talos racconta di un gigante di bronzo creato per difendere l’isola di Creta: una fantasia, certo, che ci ricorda però che i robot sono tra di noi da molto prima che iniziassimo a chiamarli così. Fu un dramma utopistico ceco a introdurre il termine in Europa all’inizio del secolo scorso. Il dispositivo di Anticitera, dal nome dell’isola in cui è stato trovato, non era invece una fantasia: è il primo esempio di computer analogico, utilizzato soprattutto per predire fenomeni astronomici. Risale a più di due millenni fa e non aveva certo la potenza di calcolo di un iPhone. Eppure, è difficile dire che non fosse in qualche modo una “intelligenza artificiale”.

Oggi, definiamo Intelligenza Artificiale quel “campo della scienza informatica che si occupa della creazione di sistemi capaci di eseguire compiti che normalmente richiederebbero l’intelligenza umana”. Questi compiti includono: riconoscimento vocale e delle immagini, “la comprensione del linguaggio naturale, la risoluzione di problemi complessi e l’apprendimento automatico”. La definizione arriva da ChatGpt, lo strumento che associamo per convenzione all’idea di “AI” in questi giorni, basato sugli Llm, i “Large Language Models”. ChatGpt è capace di interagire via chatbot e di creare contenuti. A volte sbaglia, altre inventa, proprio come gli umani. Lanciato alla fine del 2022, ha reso le AI un concetto di massa e utilizzabile da tutti per gli scopi più diversi, aprendo la strada a una diffusione sempre più ampia di sistemi di generazione automatizzata di testo, immagine e video.

Ray Kurzweil, The Singularity Is Nearer: When We Merge with AI

Le macchine possono pensare? Nel 1950, il matematico Alan Turing tornò su una delle questioni in realtà più antiche del pensiero occidentale – ci si era speso secoli addietro anche Cartesio, padre del pensiero moderno e del "cogito ergo sum". La novità introdotta da Turing è un criterio oggettivo per determinare quando una macchina è realmente in grado di pensare. Ne parla il pensatore americano Ray Kurzweil in The Singularity Is Nearer, un testo recente che fa da seguito ideale a un libro seminale di vent’anni fa dal titolo similissimo. All’epoca, l’AI era un tema per pochi, ora è al centro del dibattito. Kurzweil non si è mosso dalle sue posizioni: ha sempre indicato nel 2029 il momento in cui l’intelligenza artificiale raggiungerà quella umana, e nel 2045 il momento in cui le due intelligenze si fonderanno. Nell’attesa, abbiamo raccolto il meglio di quanto apparso su Domus sul tema dell’AI negli ultimi anni.

Immagine di apertura: Alex Garland, Ex Machina, 2014

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