Anche quest’anno tornano le Giornate Fai di Primavera, il più importante evento dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico italiano: 750 luoghi in 400 città saranno visitabili a contributo libero, grazie a volontari e Gruppi Fai attivi in tutte le regioni, tra questi: il Memoriale Brion ad Altivole, l’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna a Bologna, il Giardino dei Tarocchi vicino a Capalbio, Villa Caffetto in provincia di Brescia, i murales della Brigada Pablo Neruda vicino a Matera, il Negozio Olivetti a Venezia, il Museo della Moto Guzzi vicino a Lecco, la Chiesa di Santa Barbara a Metanopoli, in provincia di Milano, il Pirellone, e la Colonia Agip, a Cesenatico.
1. Memoriale Brion, Altivole (Treviso)
Immerso nella verde campagna trevigiana, il Memoriale Brion è un capolavoro dell’architettura del Novecento: un luogo meditativo in cui culture e religioni diverse si fondono in un’esperienza mistica grazie all’esperienza e alla sensibilità di Carlo Scarpa. Donato al Fai da Ennio e Donatella Brion, il memoriale fu commissionato nel 1969 da loro madre Onorina Brion Tomasin, in memoria del marito defunto, Giuseppe Brion, nato a San Vito di Altivole, fondatore e proprietario della Brionvega. Fu realizzato tra 1970 e 1978, anno della morte di Scarpa, ed è tra i suoi lavori più complessi, originali e simbolici. Il fulcro del complesso è l'arcosolio, un arco-ponte ribassato in cemento rivestito all'interno da un manto rilucente di tasselli di vetro e foglia d'oro, che protegge i sarcofagi dei due coniugi Giuseppe e Onorina Brion. L’accesso al memoriale è un monumentale ingresso caratterizzato dalla scenografica apertura a forma di due cerchi intrecciati, simbolo dell’amore coniugale, su cui si fonda l'intero progetto.
2. Assemblea legislativa - Regione Emilia Romagna, Bologna
L’area di Bologna conosciuta oggi come Fiera District è il risultato di uno dei più importanti progetti urbanistici italiani del XX secolo. Nel settembre del 1967, durante un importante congresso internazionale di architettura, il Sindaco di Bologna Guido Fanti incontrò l’architetto giapponese Kenzo Tange, al quale fu affidato il compito di realizzare l’espansione di una nuova area della città. Da qui il “Piano Tange”. Il progetto presentato nel 1970 punta a reinterpretare gli elementi architettonici che rappresentano l’identità di Bologna: torri e portici. La nascita del progetto coincide peraltro con l'istituzione ufficiale delle Regioni in Italia, già prefigurata nella Costituzione. La prima torre fu completata nel 1983, seguita dalle altre nel 1985, 1993 e infine, le più recenti, nel 2010. Oltre alle torri, il progetto prevedeva ampi spazi di comunità aperti e polifunzionali che avrebbero dovuto servire come luoghi di aggregazione. La piazza principale del complesso è caratterizzata da una monumentale scultura dell’architetto e scenografo statunitense di origini giapponesi, Isamu Noguchi. Adiacente alla scultura, sempre di Noguchi, si trova un anfiteatro ottagonale affondato nel piano della piazza.
3. Il Giardino dei Tarocchi a Garavacchio, Capalbio (Grosseto)
Il Giardino dei Tarocchi, aperto nel 1998 è un parco realizzato dall’artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle su circa 2 ettari di terreno, ispirato dalla visita al Parque Guell di Antoni Gaudí a Barcellona, al palazzo Ideale del Facteur Cheval a Hauterives in Francia, e infine al giardino di Bomarzo. È un vero e proprio villaggio in cui 22 statue ciclopiche segnano le tappe di un percorso onirico e surreale, spiccando nel paesaggio della macchia mediterranea. Le sculture-edifici, ispirate agli arcani maggiori dei Tarocchi, sono pregne di significati simbolici ed esoterici, nonché una tappa importante nel percorso artistico dell’artista, unica finanziatrice dell’opera iniziata nel 1989. L’artista durante i 17 anni di lavoro si è fatta affiancare da diversi operai locali, e da un'équipe di nomi famosi dell’arte contemporanea, oltre al marito Jean Tinguely. L’accesso al Giardino è circondato da una lunga muraglia in tufo, progettata da Mario Botta, con una sola grande apertura circolare al centro: questo muro di separazione tra il Giardino ed il mondo esterno è inteso come la soglia di accesso a un luogo di iniziazione, nettamente diviso dalla realtà di tutti i giorni.
4. Villa Caffetto, Calcinato (Brescia)
La Villa, di circa 500 metri quadri e circondata da un parco di circa 2000 metri quadri fu completata nel 1976. Commissionata da Claudio Caffetto, imprenditore ma anche artista, pittore e scultore, all’architetto Fausto Bontempi, la villa sin dall’inizio fu concepita con l’idea di realizzare una casa museo. Di lì a poco infatti Caffetto costituirà le Edizioni d’arte Caffetto frequentando artisti riconosciuti. La Villa, più che come casa, si pone come una scultura moderna, un’opera d’arte concepita come una serie di elementi artistici autonomi poi raccordati e armonizzati nel loro insieme. Costruita adeguandosi al declivio naturale del terreno, si sviluppa attraverso una successione di terrazzamenti con fioriere, giardini pensili e rampicanti, fondendosi col paesaggio. Dinamica e forza centrifuga sono la base sostanziale di questa casa.
5. I murales della Brigada Pablo Neruda a Irsina (Matera)
La Brigada Pablo Neruda fu un collettivo artistico attivo in Italia durante gli anni della dittatura di Pinochet in Cile. Cinque giovani esuli politici di diversi strati sociali, espulsi dal Cile perché sostenitori del governo di Salvador Allende, esprimevano con nello stile moralista cileno il dolore del loro paese e del Sudamerica tutto sui muri di tante città italiane. Nel 1977 arrivarono a Irsina, in provincia di Matera. Il grande murale nella Sala consiliare del Comune di Irsina, sprovvisto di riconoscibili ed espliciti simboli politici, è una evocazione di vita agricola dai tratti di “realismo magico”, in cui s’intravvedono scene della vendemmia e della mietitura che confluiscono in un grande volto totemico.
6. Negozio Olivetti, Venezia
Progettato da Carlo Scarpa nel 1957, il Negozio Olivetti, in Piazza San Marco a Venezia, sotto ai portici delle Procuratie Vecchie, doveva rappresentare un biglietto da visita dell’Olivetti. Non tanto un negozio, quindi, ma uno spazio espositivo, a metà tra il moderno show-room e il museo, per esporre le macchine da scrivere e da calcolo prodotte dall’azienda di Ivrea. Chiuso nel 1997, il Negozio è stato dato in concessione al FAI-Fondo Ambiente Italiano nel 2011 da parte di Assicurazioni Generali, proprietaria dell’immobile.
Scarpa riorganizzò completamente l’originario spazio buio e angusto secondo un disegno che seguiva una sapiente e innovativa articolazione degli spazi, capace di recuperare i volumi, valorizzare le potenziali trasparenze e dialogare con gli elementi decorativi. Il risultato è un mirabile equilibrio tra funzionalità ed eleganza che si concentra intorno a un’ariosa sala, introdotta dalla scultura "Nudo al sole" di Alberto Viani. La scala centrale, che sembra sospesa nel vuoto, leggera e dinamica al tempo stesso è diventata uno degli elementi più noti dell’architettura di Scarpa. Il genio di Scarpa si rivela anche nell'accurata ricerca dei materiali: marmo di Aurisina, palissandro, teak africano, metalli e pietre convivono con la tradizione veneziana di stucchi e mosaici rivisitati in chiave moderna.
7. Museo della moto Guzzi, Mandello del Lario (Lecco)
Il Museo della Moto Guzzi in pieno centro paese nasce per celebrare i pezzi unici creati dalla Moto Guzzi nel corso del tempo. L’esposizione riunisce circa 80 esemplari, tra cui la prima motocicletta costruita da Carlo Guzzi nel 1919, l’unica siglata G.P. (Guzzi-Parodi). Il museo offre anche la possibilità di entrare in contatto con la parte produttiva aziendale che viene proposta cronologicamente in parallelo con i diversi periodi sociali e culturali attraversati dall’Italia. Il museo è inserito all'interno dello stabilimento di Mandello ed è nato per volere di Umberto Todero, un tempo disegnatore meccanico del reparto progettazione.
8. Chiesa di Santa Barbara - Metanapoli, San Donato Milanese, (Milano)
Al centro dell’insediamento di Metanopoli – la città del metano, frazione di San Donato Milanese – costruito negli anni '50 per volontà del Presidente ENI, l’Ingegner Enrico Mattei, e destinato ad accogliere il personale ENI e le strutture centrali di direzione, ricerca, sviluppo e distribuzione degli idrocarburi in Italia e nel mondo, sorge la Chiesa di Santa Barbara. Fin dagli inizi Mattei decise di accompagnare lo sviluppo di Metanopoli con la costruzione dell’infrastruttura urbanistica e dei servizi che la rendono una vera città. La Chiesa di Santa Barbara diventò perciò un elemento identitario per una popolazione che proveniva da zone e culture diversissime l’una dall’altra.
Progettata da Mario Bacciocchi la chiesa venne consacrata dall'Arcivescovo di Milano il 3 dicembre 1955. Le pareti ospitano lapidi marmoree che riportano episodi di eventi tragici che “coinvolsero i lavoratori dell’ENI”, trasformando l’ambiente religioso in un luogo della memoria di un popolo con una storia da custodire e da proteggere. Oltre alla tradizione e al senso di appartenenza, affinché la chiesa diventasse “la dimora di tutti” secondo Mattei occorreva renderla bella, furono così coinvolti artisti affermati in campo internazionale, come Cassinari, Gentilini, Fazzini e il Tomea (autore del grande mosaico della Crocifissione) accanto ad altri molto giovani come Arnaldo e Giò Pomodoro, Pietro e Andrea Cascella che in quel periodo iniziavano il loro percorso. Una contemporaneità di opere d’arte di qualità che ha reso questo edificio sacro un’occasione unica nel panorama nazionale.
9. Grattacielo Pirelli, Milano
Il grattacielo Pirelli, costruito tra il 1956 e il 1960, è considerato il capolavoro dell’architetto Gio Ponti, nonché il simbolo del razionalismo italiano ed è tra i landmark più iconici della stessa città di Milano. A commissionarlo fu il gruppo industriale Pirelli, capitanato dai fratelli Alberto e Piero Pirelli, che desideravano promuovere l’immagine della società con un edificio importante, e in una posizione strategica a ridosso della Stazione Centrale e nell’area destinata al nuovo centro direzionale della città. L’edificio, alto 127 metri, rimane oggi uno degli edifici in calcestruzzo armato più alti del mondo.
10. Colonia Agip, Cesenatico (Forlì-Cesena)
Nella primavera del 1937, la società AGIP affidò a Giuseppe Vaccaro l’incarico di realizzare di una colonia marina per ospitare i figli dei dipendenti a Cesenatico, in riviera adriatica. Il progetto nasce quindi dalle suggestioni di un paesaggio dominato dalla linea orizzontale, in un’area priva di altri connotati se non la presenza del mare, della spiaggia e di una strada. Costruita nell’allora tempo record di 8 mesi, la colonia AGIP si sviluppa su quattro corpi di fabbrica, con dimensioni complessive di metri 270 per 80: i corpi bassi di servizio posti all’estremo dell’area sono disposti ortogonalmente al mare per non intralciarne la vista, con un sottile piano orizzontale su pilotis che li raccorda e al centro il blocco centrale, con la direzione e i dormitori, che si alza su quattro piani. Il progetto è caratterizzato da una fortissima simmetria. La colonia marina Agip conserva e continua tuttora la sua funzione di colonia estiva per i figli dei dipendenti ENI. Nel 1950 la struttura venne inoltre utilizzata per ospitare i sopravvissuti all’alluvione del Polesine e, successivamente, ospitò i figli delle famiglie colpite dal disastro di Chernobyl.