Nell’uliveto adiacente al Centro Visitatori dell’Apple Park a Cupertino, nel cuore della Silicon Valley, in California, l’artista Katie Paterson e lo studio di architettura Zeller & Moye hanno creato Mirage, un’opera d'arte composta da oltre quattrocento colonne di vetro, ciascuna di due metri di altezza.
Per creare questi sottili cilindri, è stata raccolta sabbia dai deserti di tutto il mondo in collaborazione con l’Unesco e con esperti maestri vetrai, geologi e scienziati dei materiali. Per ogni deserto, infatti, è stato necessario sviluppare metodi innovativi di lavorazione del vetro e formulare ricette uniche, che si sono tradotte in micro-variazioni di colori e texture dei pilastri. Anche grazie a questo effetto, osservare la luce che cade tra i pilastri, illuminandoli in molti modi diversi, diventa una sorta di meditazione, spostando l’attenzione dell’osservatore da una prospettiva temporale lineare al qui ed ora, dandogli un profondo senso di totale presenza nell’attimo.
“La sabbia, così onnipresente sulla Terra, è un indicatore del tempo. [... ] La nostra speranza è che Mirage crei un’esperienza sensoriale che accenda l’immaginazione, riconnettendo i visitatori alla vastità della Terra e alla sua preziosa natura selvaggia,” ha ditto Katie Paterson. Mirage, infatti, si propone di celebrare le terre dalle quali ha preso forma e le persone che ci vivono, proteggendole e prendendosene cura.