Una risposta ad una dimensione del lavoro confinata in spazi chiusi, in nessun modo confortevoli o sani, “un’integrazione con la natura che ricerca, a Milano, La comunicazione di un senso di armonia e di pace".
Kengo Kuma arricchisce con nuovi dettagli il profilo di Welcome. Feeling at work, il progetto di ufficio biofilico che avevamo annunciato nei mesi scorsi, e che trasformerà gli edifici ex Rizzoli a Crescenzago, vicino al parco Lambro. Stili di vita nuovi, la riforma di una vita lavorativa che possa rimanere urbana e tornare creativa, come l’ha voluta descrivere Yuki Ikeguchi di Kengo Kuma and Associates, la responsabile del progetto milanese: un grande esercizio di quell’“imparare dalla pandemia” nuove lezioni sulle necessità del lavoro contemporaneo, che tanto si è invocato quanto poco si è finora applicato.
Il progetto fin da ora si profila come occasione di studio, oltre che di sperimentazione. Europa Risorse SGR – società promotrice di Welcome – ha Infatti colto questa occasione per contestualizzarlo nei dati raccolti da “I nuovi luoghi di lavoro”, l’osservatorio di Nomisma focalizzato sui nuovi requisiti per il benessere psicofisico degli ambienti lavorativi. La ricerca, condotta sull'area milanese, ha confermato come un’altissima desiderabilità sia attribuita da lavoratori e aziende ad una capacità degli spazi di promuovere la salute fisica e mentale degli occupanti, e garantire una connessione con le altre sfere del vivente in natura.
Welcome mira a dare una risposta concreta a questa domanda investendo nella via del design biofilico – un’integrazione della dimensione umana con quella ambientale – creando effetti positivi sia per il lavoro – chi lo svolge e chi ne guadagna – sia per l’ambiente: un approccio che passa tanto per componenti fisiche quanto per altre meno tangibili e più legate alla dimensione dell’esperienza.
L’hardware prima di tutto, gli spazi e i materiali, su cui il lavoro di KKAA si è espresso con maggior forza: la struttura è ridisegnata in modo da caratterizzare al massimo gli spazi di lavoro con una dinamica di scambio interno-esterno e viceversa, connettendoli con la natura alla scala dell’architettura – tempestata di vegetazione in terrazzi e giardini pensili accessibili dagli uffici – della città – dove l’edificio si stacca digradando dalle masse verticali circostanti verso una piazza verde che conduce alla natura di parco Lambro – e del territorio, con la creazione di punti di osservazione in altezza, aperti ai panorami più ampi. La presenza pervasiva del legno e l’apertura a una luce naturale che inondi uniformemente gli ambienti si combinano nella creazione di questo effetto di unità con la natura.
Non si tratta però di sola percezione: la vegetazione ha un ruolo attivo in questo quadro di design biofilico, e il contributo del botanico Stefano Mancuso si è reso cruciale nell'integrarla all’architettura, nella forma di dispositivi di fitodepurazione aerea come la Fabbrica dell’Aria, e la disposizione onnipresente di piante nell’edificio: come ha dichiarato Mancuso stesso, “grandi risultati possono essere raggiunti semplicemente utilizzando e introducendo le piante nei luoghi della vita urbana. La mia idea di città del futuro è questa: una città in cui qualunque superficie sia coperta di piante”.
Si tratta peraltro di un approccio del quale fin dall’inizio si vuole quantificare e comunicare la performance, ambientale e generale: per Welcome, si parla di risparmi annui di 2 milioni e mezzo di euro sui 10 mila mq totali (su un orizzonte di 10 anni), in specifico 14 euro al mq all’anno in termini di risparmio energetico. Su un affitto base di 350 euro al mq/anno, si è calcolato che il risparmio generale arriverebbe quindi a 35 euro mq/anno.