L’indipendenza di Singapore – come quella di molti altri luoghi – ha avuto un prezzo elevato. La città-stato, infatti, ha ereditato dalla decolonizzazione una serie di problemi: un’economia devastata, scontri etnici ed ideologici, una fragile identità nazionale, e una grande scarsità di risorse naturali. Ogni grande cambiamento politico, d’altronde, porta con sé, per forza di cose, il caos.

È proprio questo concetto che ha ispirato la risposta progettuale di Nilcraftz al concorso internazionale per il Singapore Founders’ Memorial. Zeng Zhibin, il fondatore dello studio, ha infatti immaginato una struttura che ricorda la transizione del Paese dal caos all’ordine.

Il progetto si sviluppa lungo un asse parallelo alla riva est della Marina Bay di Singapore. Lungo l’asse, lo spazio trova la sua organizzazione e la qualità degli elementi architettonici si fa da scultorea a strutturale. Questo concept di progetto – dal caos all’ordine – influenza anche l’illuminazione, che cambia da oscura a delicata, e il programma funzionale, che da pubblico e generico diventa specifico e con funzioni particolari. Tutte queste transizioni mirano a riecheggiare la memoria nazionale, seguendo un principio simile a quello dello storytelling “show don’t tell”.