Continua il viaggio di Domus attraverso l’Italia, la quinta tappa del dialogo sulla penisola con cui la rivista chiude simbolicamente l’anno. Il numero 1074 si apre con l’Editoriale del direttore editoriale Walter Mariotti, dedicato a un’indagine sull’evoluzione dei musei e le istituzioni culturali italiane e alla tutela e conservazione della loro identità.
A seguire il Saggio a cura dello storico Fulvio Irace evidenza in Italia un modello culturale policentrico, che assume l’eredità comunale e regionale come una piattaforma o una rete di punti d’irradiazione energetica che rinvigorisce il tessuto urbano. “Ciò di cui il Paese ha bisogno, infatti, è una politica di collaborazione e d’interazione che deve essere incoraggiata e favorita dallo Stato con una lungimirante politica di sostegno economico e legislativo, al di fuori di ogni anacronistica divisione tra pubblico e privato”.
La sezione Architettura si apre con una rassegna di spazi urbani interstiziali e luoghi abbandonati o inaccessibili diventano centri per la cultura contemporanea. In una visione integrata che punta a riconnettersi con il tessuto cittadino, persino attraverso nuovi modelli di business – dal Rifugio Digitale a Firenze, ex tunnel antiaereo di 40 x 3 m progettato nel 1943, al nuovo centro per l’architettura che sorgerà all’interno dei Magazzini Raccordati di Milano.
Proseguiamo con l’RCF Arena firmata da Iotti + Pavarani Architetti, con sede nell’area non operativa dell’aeroporto reggiano ha assunto una forma stabile che segue la sua vocazione di luogo per eventi, dedicato a concerti internazionali e iniziative del territorio. A Vicenza, AMAA progettano un’associazione artistica, realizzando una serie di soglie che enfatizzano la molteplicità delle attività che hanno luogo nel piccolo complesso. A seguire Mario Cucinella riprogetta le sale della Fondazione Luigi Rovati, la quale associa reperti etruschi e arte contemporanea attraverso un intervento che realizza nuovi spazi e restaura quelli esistenti. Infine Cariana Mezzalira Pentimalli opera nella Biblioteca Civica di Bressanone, dove con una nuova struttura ricuce e amplia un sistema di preesistenze del centro storico.
Avvicinandoci al campi del paesaggio, Nina Bassoli ci conduce in un percorso sperimentazioni sugli spazi culturali lontano dalla città, dove c’è terreno fertile per i progettisti che vogliono costruire significati attraverso l’architettura. Si tratta di progetti rivolti al paesaggio e, spesso, alla trasformazione di una preesistenza, che tendono a considerare come contesto di riferimento un ampio spettro di elementi del mondo reale, da figure molto specifiche della tradizione locale, a dati riguardanti le condizioni fisiche e ambientali, fino a note tecniche dei materiali o della normativa.
Per Design, Cicilia Fabiani racconta cinque casi esemplari dal Nord al Sud della penisola che mostrano come il design possa essere fonte di arricchimento culturale per il territorio e di coesione sociale per le comunità che lo abitano: : Assab One (Milano), Circolo del Design (Torino), San Patrignano Design Lab (Coriano, Rimini), Orografie (Catania), Pretziada (Sulcis, Sud Sardegna).
In chiusura Angela Maderna racconta per la colonna Arte all' l’universo dell’arte contemporanea in Italia, con la sua capacità di radicarsi nel territorio per avviare una trasformazione socioculturale, oltre che fisica e materiale. Gli esempi evidenziano la volontà, sempre più profonda da parte delle istituzioni dell’arte contemporanea, di radicarsi nel territorio con l’intento d’indurre una trasformazione socioculturale ancora prima che fisica e materiale.
Inoltre, con il numero di questo mese troverete in allegato una monografia dedicata a Steven Holl e Toshiko Mori, i nuovi Guest Editor 2023 di Domus. Apriamo l’allegato con la sezione Dicono di lui, in cui gli architetti vengono celebrati dalle parole di importanti architetti e non, tra cui Flavio Albanese, Paola Antonelli. Barry Bergdoll, Linda Johnson e Vittorio Magnago Lampugnani.
Segue l’Intervista di Walter Mariotti, dove le due personalità diverse, che condividono uno stesso modo di intendere la responsabilità dell’architettura, anticipano come sarà la Domus del 2023. Alla base del loro approccio aperto e interdisciplinare, la convinzione della necessità di salvare e ripristinare l’habitat naturale al meglio, oltre che di elevare la qualità del costruito nelle città.
Segue uno scritto di Steven Holl, che risale al 5 maggio 2020, al culmine della fase iniziale della pandemia che ha fatto 30.000 vittime a New York. “Questo periodo è stato cruciale per rivedere il nostro pensiero. L’intero pianeta è un organismo vivente la cui cura d’ora in poi deve essere un nuovo e indifferibile obiettivo per l’umanità”. Tra le sue architetture raccontiamo il Susan and Benjamin Winter Visual Arts Center che Steven Holl realizza nel Franklin & Marshall College di Lancaster, un’architettura di scala relativamente ridotta, ma di notevole complessità e generosità spaziale. A seguire la nuova sede della Queens Public Library si colloca a Long Island City: un volume isolato dalle dimensioni relativamente ridotte, s’impone come segnale urbano.
Nel suo saggio di introduzione Toshiko Mori racconta la sedia Asana H, una storia, globale e al tempo stesso personale, di allineamento e resilienza. Da un lato, è disegnata per favorire una postura corretta, come insegnano la pratica dello yoga e della meditazione. Dall’altro, è pensata come dono per chi supporta la rigenerazione della cittadina di Asahikawa, sull’isola di Hokkaido. A seguire vediamo il Watson Institute, realizzato nel cuore dell’esclusivo quartiere universitario di College Hill a Providence, dove l’architetta firma nel 2016 il progetto di ampliamento. Infine la Brooklyn Public Library, dove Mori è stata a capo della pianificazione generale e della progettazione di quello che lei stessa definisce un “elemento cruciale dell’infrastruttura culturale di New York”.
Allegato con il numero di Dicembre anche il trimestrale domusair, dedicato ad aviazione, infrastrutture e relazioni. In questo numero, dedicato alle città a misura d'essere umano e agli hub dedicati alla mobilità, i progetti, tra cui la nuova via per la Mecca, le smart city senza auto a cui stanno lavorando le grandi aziende dell'automotive, e una nuova visione per la ricostruzione della città ucraina di Mykolav nella sezione dedicata alla sostenibilità.