Una delle tante cose che, se ce ne fosse ancora bisogno, ci appare sempre più chiara attraverso l’analisi dei conflitti attualmente in corso, è che quello dell’informazione è uno dei fronti più caldi su cui questi vengono combattuti.
The Information Front racconta l’invasione russa dando voce esclusivamente a fotografi ucraini: con una grafica semplice e d’impatto e fotografie che non è facile dimenticare, il newspaper riempie l’intercapedine che durante ogni grande evento socio-politico si crea tra post-verità e oblio, permettendoci non solo di focalizzarci su una realtà contro cui l’overdose di informazione rischia di anestetizzarci, ma anche di sostenere attivamente i fotografi più vulnerabili: i reporter ucraini davvero coinvolti in prima persona, a cui tutto il ricavato delle vendite verrà destinato attraverso l’organizzazione Depth of the Arts Fund.
Il Volume One pubblicato questa estate racconta i primi due mesi del conflitto (con una foto datata addirittura 12 febbraio 2022), e lo fa attraverso lo sguardo di autrici e autori che si sono trovati e sentiti nella posizione drammaticamente privilegiata di potere e dover mostrare quel che sta accadendo nel loro paese.
Non necessariamente reporter di guerra (se questa accezione ha ancora un senso), ma giornalisti, storyteller e artisti indipendenti i cui profili Instagram e siti web prima dello scoppio del conflitto erano anche ricchi di lavori personali e ricerche fotografiche, percorsi che si sono improvvisamente scontrati e fusi con una realtà di devastante impatto, che forse solo una narrazione fatta di reale coinvolgimento e impegno in prima linea può restituire con qualcosa di simile all’esattezza.
Il volume è stato reso possibile da Free Press Unlimited e organizzato da Katerina Radchenko, curatrice, artista e direttrice degli Odesa Photo Days, con i fotografi Christopher Nunn e Donald Weber, attivi in Ucraina fin dall’inizio – se non prima – della crisi del 2014.