Il numero di maggio si concentra sul ruolo dell’architettura di paesaggio nel mondo del futuro, le nuove sfide dettate dal mutamento degli ambienti naturali e la necessità di sviluppare nuovi metodi al passo con i tempi. Domus 1057 si apre con tre saggi: il guest editor Tadao Ando sottolinea “l’importanza della coesistenza di natura e ambiente urbano”; Jordi Bellmunt Chiva stila un elenco di sfide del “nuovo paesaggismo”; Tomoki Kato ci porta in un viaggio attraverso i giardini giapponesi ed il loro rapporto con le città a cui appartengono.
Domus 1057 è in edicola. Un numero dedicato al paesaggio
Il guest editor Tadao Ando racconta la sua visione dei paesaggi del futuro, Jordi Bellmunt Chiva analizza le sfide della progettazione paesaggistica, Tomoki Kato ci porta alla scoperta dei nuovi giardini giapponesi. Sfoglia la gallery e scopri i contenuti del numero di maggio.
I pozzi a gradoni di Bundi. Foto Mitch Cullin
Testo Tadao Ando. Foto Frédéric Soltan / Corbis via Getty Images
Testo Jordi Bellmunt Chiva. Foto Studio Bürgi Camorino
Testo Tomoki Kato. Foto Ueyakato Landscape
Testo dalla redazione di progetto. Foto Azulik
Testo dalla redazione di progetto. Foto Ben Luxmoore
Testo dalla relazione di progetto. Foto David Lloyd
Testo dalla relazione di progetto. Foto Cristian Fuhrhop
Testo dalla relazione di progetto. Foto Fernando Guerra
Testo dalla relazione di progetto. Foto Jan Schuenke
Testo Caroline Corbetta. Foto Jamie Barron Courtesy of the artist; 303 Gallery, New York; Galerie Eva Presenhuber, Zürich; Victoria Miro Gallery, London; Regen Projects, Los Angeles; and The Trustees of Reservations
Testo Anna Lindgren, Sofia Lagerkvist. Foto Andy Liffner
Testo Daan Roosegaarde. Foto Willem de Kam, Ossip van Duivenbode, Daan Roosegaarde
Testo e immagine Sanjay Puri Architects
Testo Andrea Caputo. Illustrazione Michele Tranquillini
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- La redazione di Domus
- 06 maggio 2021
Nella sezione Architettura vengono presentati sei progetti, suddivisi in tre temi interconnessi: integrare il paesaggio, intervenire nel paesaggio e generare paesaggi. A Qintana-Roo, in Messico, un museo non nasce da un'idea predefinita ma viene modellato sulla fluidità della natura stessa, grazie alla collaborazione tra Roth Architecture e gli artigiani locali. Sulle rive del Tamigi, Diller Scofidio + Renfro e Neiheiser Argyros, realizzano un parco sopraelevato modellato nel rispetto della vegetazione autoctonica e privo di inutili complessità strutturali.
Un sentiero panoramico a Shenzhen, in Cina, permette ai visitatori di godere di un punto di vista elevato rispetto alla foresta, “raggiungendo un equilibrio tra sensibilità ambientale e iconicità”.
In Cile, un memoriale nato da Alarcón+Fuhrhop+Montalbetti arquitectos, sfrutta il contrasto tra cinquanta lastre di cemento e la natura incontaminata per veicolare l'elaborazione del lutto senza vincoli nè pregiudizi. Infine, due paesaggi generati dalla necessità di ripristinare l'ecosistema locale negli Emirati Arabi e in Austria, ci mostrano come l'architettura di paesaggio sfrutta le dinamiche naturali ed il clima per creare un ambiente “indissolubilmente connesso con la salute e la vitalità del nostro pianeta.”
Nella sezione Arte, Doug Aitken e Walter De Maria formulano un nuovo paradigma della Land Art, da un approccio antropocentrico verso uno ecocentrico, sensibile al cambiamento del tempo. Design by Nature invece, è un progetto a metà tra l'arte e il design che apre la sezione Design. Esso sviluppa degli oggetti ispirati e modellati sulle forme dell'ambiente naturale, grazie anche alla collaborazione e creatività di Patrizia Moroso. Sempre nella sezione Design troviamo il progetto Urban Sun dello Studio Roosegaarde, nato e accellerato anche dalla pandemia, su come “il potere della luce possa essere usato per combattere i virus e migliorare il nostro benessere”.
Nella sezione Creatori abbiamo chiesto come creare il paesaggio a nomi illustri tra cui John Pawson, Paul Smith, Tatiana Bilbao, Jean Nouvel e Thomas Heatherwick.
La risposta si è concretizzata sotto forma di immagini, schizzi e testi, un'eccezzionale espressione di creatività tra architettura, design e fotografia.
La rubrica Attorno al Progetto apre con la storia della relazione tra Mies Van der Rohe e la sua cliente Edith Farnsworth, burrascosa e insolita ma da cui nacque la Farnsworth House, capolavoro del Moderno.
A seguire la sfida costruttiva della Prestige University in India, edificio di 8.000 mq su cinque livelli a terrazze irregolari ma che si sviluppa soltanto in 20 mt di altezza.
In chiusura la visita allo studio Atelier Masomi di Mariam Kamara, la quale ha sviluppato un sistema di lavoro a distanza dinamico ed in tempo reale per fare fronte alle sfide dettate dalla pandemia ma anche dalla dualità dello studio, che si divide tra progetti in Africa e Stati Uniti.
Nel Diario di questo mese: alla Tavola Rotonda con Francesca Condò, Giovanna Borasi, Federico Palazzari e Roberto Cremascoli si discute di come la pandemia cambierà il ruolo e gli spazi dei musei. Con Carlos D'Ercole entriamo nella casa di Terry Winters a New York, tra pezzi di artigianato africano e design iconici. La storica d'arte Valentina Petrucci racconta lo stretto legame tra la moda di Dior e l'arte. Stefano Maffei espone le “altre voci”, i designer emergenti ed il loro rapporto con un'industria in continua evoluzione.
Seguono pagine dedicate all'innovazione dei negozi e dei giochi per bambini. Emerge il talento di Gereon Wahle ed il suo design ibrido.
Osserviamo oggetti di design, da Scavolini al design nordico, per poi concludere con un'intervista del direttore di Domus Walter Mariotti a Federico Faggin, l'inventore del microprocessore e dello schermo touch, sul potenziale di Milano e il futuro della tecnologia.
Copertina di Domus 1057
Terrazzamenti circolari concentrici del sito peruviano di Moray nei pressi di Maras, nella valle degli Inca.
Attraverso nove percorsi trasversali che si muovono tra rigore e promiscuità si può leggere lo stato dell’arte della disciplina, chiamata a rispondere a nuove sfide. Nella foto: l’Osservatorio geologico progettato da Studio Bürgi a Cimetta, Cardada, in Svizzera, 2000.
Trasformati dallo scorrere del tempo e anche dal mutato rapporto con la città, hanno comunque mantenuto lo spirito originario e il loro valore culturale. In foto: vista autunnale dei giardini del tempio di Nanzen-in a Kyoto.
Frutto di un processo costruttivo spontaneo, il museo è parte di una serie d’interventi che condividono una visione precisa: l’arte come ponte per riavvicinarsi alla natura.
La penisola di Greenwich si è arricchita della prima sezione di un parco lineare che collegherà una serie di destinazioni culturali e sociali. Il progetto parte da un unico elemento che integra tecnica e paesaggio. Nella foto: vista del percorso in corrispondenza dell’apertura verso il Tamigi.
Tre iconiche strutture aeree costituiscono i punti nodali del sentiero panoramico che dall’area urbana di Shenzhen si snoda sulle montagne vicine dialogando con la natura circostante. In foto: uno dei tre anelli di cui è composto il Floating Bridge. La struttura arriva a sollevarsi fino a 30 m da terra e permette l’osservazione della foresta dall’altezza delle fronde degli alberi.
Immersa nel paesaggio e nella natura incontaminata della vicina Cordigliera delle Ande, una lunga quinta teatrale di cemento separa e delimita una tomba dal luogo preposto alla liturgia. Nella foto: lungo circa 31 m, il muro composto da 50 lastre di cemento inclinate di circa 45 gradi separa il terreno in due parti. Da una parte, il luogo per le attività liturgiche; dall’altra, la tomba vera e propria, la cui posizione è indicata da un albero.
Insediato in una vasta area desertica precedentemente occupata da una discarica, l’intervento recupera il sistema naturale originario offrendo ospitalità a numerose specie di uccelli. In foto: vista aerea della struttura da est; in primo piano, l’area di accesso che interseca la galleria panoramica per l’osservazione degli uccelli.
Diverse associazioni di specie vegetali popolano le 13 corti di questo progetto, realizzando un vero e proprio ecosistema che sostituisce il condizionamento artificiale dell’aria. In foto: l’intervento inserito nella valle di Almtal.
Due percorsi differenti e diacronici, con grandi assonanze. La lettura dell’opera dei due artisti mette in luce il cambio di paradigma della Land Art, da antropocentrica a ecocentrica. In foto: Doug Aitken, New Horizon, Massachusetts, luglio 2019. Una mongolfiera progettata come una scultura luminosa riflettente e cinetica ha sorvolato siti iconici, da Martha’s Vineyard, Boston, al Berkshire.
Esplorando forme, strutture e superfici materiche esistenti in natura, un progetto d’arredo tra arte e design sperimenta gli effetti terapeutici prodotti dal contatto con gli ambienti incontaminati. In foto: il divano ambientato e mimetizzato nella foresta svedese
Un proiettore di luce far-UVC sospeso negli spazi urbani potrebbe diventare un alleato per creare luoghi di ritrovo più sicuri e per sconfiggere l’isolamento sociale degli ultimi mesi. In foto: Daan Roosegaarde partecipa all’inaugurazione del progetto pilota di Urban Sun a Rotterdam lo scorso marzo. La sorgente di luce far-UVC è misurata e calibrata dal Dutch National Metrology Institute VSL secondo gli standard della International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection (ICNIRP). Urban Sun è il secondo progetto della serie DreamScapes dello Studio Roosegaarde che combina arte e scienza.
La dimensione e la struttura a griglia irregolare del complesso della Prestige University di Indore hanno costituito la sfida costruttiva di questo progetto indiano. In foto: un rendering del progetto, il cui completamento è previsto per luglio 2021. La copertura dell’edificio è terrazzata, completamente percorribile da nord a sud; il complesso si innalza gradualmente fino a un’altezza di 20 m. I lati est, ovest e sud sono coperti da una facciata ventilata in mattoni per mitigare l’assorbimento di calore.
La collaborazione con gli artigiani locali e il lavoro di ricerca e sviluppo con gli ingegneri, condotti a Niamey, connotano la pratica di Mariam Kamara, che si divide tra Niger e Stati Uniti.