Il numero di giugno – Domus 1047 – si concentra sul tema della comunità, riflettendo su come questi ultimi mesi, in cui abbiamo condiviso vulnerabilità e isolamento, ci hanno fatto riconsiderare il valore della comunità a tutti i livelli. David Chipperfield nel suo editoriale analizza il significato della parola ‘comunità’ in questo momento delicato. Il guest editor afferma infatti che “Il nostro impegno a favore dell’idea di comunità sarà sottoposto a un severo scrutinio”.
Nell’Agenda di questo mese Eric Klinenberg rivela con chiarezza che la forza di una comunità può influenzare le nostre aspettative di vita. Rory Olcayto sottolinea come la nostra iniziale fiducia nell’architettura si sia incrinata dopo decenni di dominio del mercato. Vittorio Magnago Lampugnani si interroga sul ruolo del progettista, suggerendo di disegnare ‘attivamente’ gli spazi aperti vitali, studiando la “memoria di strategie” dell’architettura urbana storica.
David Chipperfiled visita virtualmente lo studio di Tatiana Bilbao, mentre in Affinità, gli architetti portoghesi Jorge Carvalho e Pedro Bandeira selezionano tre progetti di edilizia residenziale costruiti in aree postindustriali di Barcellona, Zurigo e Los Angeles.
Nella sezione Design e Arte, lo studio Formafantasma mette in discussione il predominio del pensiero centrato sull’uomo, spingendolo a evolversi in un approccio più sinergico tra specie e discipline. La rubrica mensile curata Jasper Morrison e Francesca Picchi si focalizza sulle qualità che contribuiscono a fare un “buon oggetto”, dalle idee iniziali fino all’utilizzo. L’artista Anselm Kiefer illustra il progetto su cui sta lavorando per ripristinare la casa dove ha trascorso l’infanzia.
Tra le Riflessioni, Jaume Mayol analizza i lavori dello studio spagnolo TEd’A Arquitectes rivedendo i disegni di un’abitazione privata a Palma di Maiorca. Rik Nys riporta la storia delle costruzioni prefabbricate, tracciando una mappa delle implicazioni culturali e politiche di questo approccio. Carlos Moreno spiega il suo progetto per Parigi, una Città dei 15 minuti, il quale ha attirato l’attenzione del sindaco. Fulvio Irace rivisita Domus sotto la direzione di Ernesto Nathan Rogers, che ha guidato la pubblicazione all’indomani della Seconda guerra mondiale.
Nel Diario di questo mese, pagine dedicate all’attualità, Tobia Zevi immagina la città nella quale vorremmo vivere post-coronavirus. Nella sezione dedicate all’arte Valentina Petrucci parla di come la vita di un artista venga percepita attraverso la tela. Loredana Mascheroni descrive il progetto di una casa-atelier a Berlino, in equilibrio tra minimalismo e decoro, mentre Elena Sommariva ci coinvolge in una conversazione intrattenuta con la designer Patricia Urquiola. Conclude la sezione di questo mese un caffé virtuale tra il direttore editoriale Walter Mariotti e Gian Arturo Ferrari, deus ex machina dell’editoria, che ci spiega perché la diffusione della cultura debba salire dal basso.