È nata da una chiacchierata tra amici l’idea di "Muse dialoganti".
Un gruppo di persone che per mestiere si occupa di design, che ama l’arte e frequenta i musei, per piacere, per cultura, per abitudine e li osserva come fruitore appassionato. A partire da un'esigenza sentita da chiunque frequenti un grande museo, giovane o vecchio che sia, quella della fatica fisica che la contemplazione di un’opera chiede.
Così otto aziende italiane, Baxter, Cappellini, Cassina, Giorgetti, Horm Italia, Kartell, Molteni & C. e Moroso hanno donato ognuno una, e anche due sedute ai dieci musei milanesi Casa Museo Boschi Di Stefano, Civico Museo Archeologico, GAM Galleria d'Arte Moderna, Museo del Novecento, Museo di Storia Naturale, Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, Museo Storico Alfa Romeo, Palazzo Morando Costume Moda e Immagine, Pinacoteca Ambrosiana e Pinacoteca di Brera. E leggendo la lista si comprende che anche la scienza e la natura chiedono tempo per essere comprese, soprattutto in musei ricchi come quelli milanesi.
Come sottolinea Fulvio Irace, comitato scientifico di MuseoCity: “Quello di “Muse dialoganti” è un progetto che si inserisce, in piccolo, nella tradizione della museografia degli anni ’50 e ’60 del Novecento che vede allestimenti museali progettati da grandi architetti. Si pensi ai BBPR al Castello Sforzesco, con un allestimento pensato avendo come valore fondante l’idea democratica della fruizione e il valore civico della cultura, oppure al lavoro di Franco Albini a Palazzo Bianco a Genova”.
Il progetto, a cura di Palomba Serafini Associati, in dialogo con i musei coinvolti, ha visto la scelta di opere o punti specifici davanti ai quali offrire le sedute prodotte e donate dalle aziende, attraverso un criterio di congruità con gli spazi e con le esigenze del pubblico di ciascun museo. Così a Casa Museo Boschi Di Stefano è andata La Marie di Philippe Starck, al Civico Museo Archeologico Ripples di Toyo Ito, alla GAM Galleria d'Arte Moderna Double Zero di David Adjaye, al Museo del Novecento Passepartout di Federico Peri, al Museo di Storia Naturale Josephine di Gordon Guillaumier, al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci Superleggera di Gio Ponti, al Museo Storico Alfa Romeo Feltri di Gaetano Pesce, a Palazzo Morando Costume Moda e Immagine Galet di Ludovica + Roberto Palomba, alla Pinacoteca Ambrosiana Pouf Euston di Rodolfo Dordoni, alla Pinacoteca di Brera Brera Bench di Giulio Cappellini.
Come dice Maria Grazia Mazzocchi: “MuseoCity nasce con l’obiettivo di stimolare il pubblico a conoscere e apprezzare i musei milanesi e questo progetto che consente di riposarsi ma anche di approfondire la conoscenza di un’opera, di prendersi il tempo della contemplazione è una prosecuzione di questo percorso.”