“I danni riguardano tutta la città”, racconta Giulio Gidoni, presidente dell’Associazione Dimore Storiche di Venezia, e ovviamente gli edifici storici, essendo più anziani, sono quelli più sottoposti a rischio. L’emergenza dell’alta marea a Venezia di cui si parla da giorni, la più alta dopo quelle del ’66 e del ’79, con il picco record di 1.87 metri registrato martedì 12 novembre alle 22.50, riporta all’attenzione l’urgenza di interventi di manutenzione degli immobili dell’intera città, statali e soprattutto quelli privati.
“Almeno nel Veneto, il 40% degli immobili storico artistici è in mano ai privati, da cui si escludono le strutture ecclesiastiche e immobili dello stato”, continua. “Non sono solo Palazzo Ducale e la Basilica di San Marco ad attirare i visitatori a Venezia, ma soprattutto l’insieme di palazzi – vincolati e non dalle Belle Arti – che si sono fusi nel tempo e hanno dato quell’immagine che tutti conosciamo”.
Il danno maggiore è causato dalla risalita dell’umidità sui muri e dalla salinità dell’acqua che inibiscono e sgretolano muri e pavimentazioni. Inoltre, si parla di acqua sporca, inquinata e spesso unta, che reca danni ingenti agli androni storici ricchi di terrazzi alla veneziana o giochi di marmo dei tempi della Repubblica, che i proprietari difficilmente riescono a tutelare a dovere.
“Fino al 2011 erano in atto delle facilitazioni fiscali abbastanza consistenti che consentivano ai proprietari delle dimore storiche, dei palazzi e degli immobili vincolati di accantonare una certa somma con la quale fare queste manutenzioni importanti”. Da allora in poi le cose sono cambiate: in peggio.
“Dopo quella data si è modificata completamente la disciplina fiscale degli immobili vincolati e questo ha ovviamente ridotto le possibilità alle moltissime persone del ceto medio che sono proprietari, co-proprietari e condomini di un immobile storico, e questo sembra che non sia recepito a livello nazionale.”
Negli anni, poi, la speranza che il MOSE entrasse in azione è stata soffocata dai fatti di cronaca tra scandali, mazzette, cambi di progettazione, errori di progettazione, forniture di materiale scadente quindi non controllato da chi doveva controllarlo, che hanno fatto sì che questo sistema non sia mai stato in condizioni di funzionare. “I commissari avevano ipotizzato una messa in funzione del sistema nel 2021, sempre che funzioni effettivamente. Se tutto dovesse andar bene avremmo una certa tranquillità”, conclude Giulio Gidoni.
Le immagini di questo articolo sono di Marco Cappelletti, fotografo che ha collaborato con artisti e architetti tra i più influenti sulla scena contemporanea. Il suo studio veneziano, aperto a settembre nei pressi della Scuola Grande di San Rocco, ha subito diversi danni a causa dell'acqua alta. Le fotografie in questo articolo, scrive lui, “mostrano attraverso gli occhi di un nuovo abitante dell’isola, la vita in questi giorni particolarmente difficili per tutta la città”.