In un negozio di abbigliamento di design al primo piano del World Trade Center Mall, a Manhattan, una sfera cromata è appoggiata su un piedistallo di metallo scuro. Un uomo entra nel negozio con un iPhone in mano. È venuto apposta per vedere la sfera cromata, o meglio, per lasciare che la sfera cromata “veda” lui. Apre l'applicazione Worldcoin sul suo telefono, mostra alla sfera un codice QR e posiziona gli occhi davanti ai sensori della sfera. Il processo di scansione inizia, segnalato da un anello di led che circonda le telecamere anteriori della sfera. In circa un minuto, le iridi dell'uomo sono state scansionate e archiviate confermando che si tratta di un umano e non di una macchina. Non è una sequenza di un film di fantascienza distopico con un sottotesto di critica sociale, ma una scena reale a cui ho assistito, insieme a tanti altri, la scorsa settimana a New York. La sfera cromata è un Orb, uno dei dispositivi di scansione dell'iride recentemente distribuiti in tutto il mondo da Worldcoin, una startup fondata da Sam Altman (OpenAI) e Alex Blania. I due co-fondatori hanno lanciato Worldcoin per risolvere il problema della proof-of-personhood, un tipo di identificazione che convalida che un singolo e unico essere umano reale gestisce un account digitale, distinto da qualsiasi altro account. Nello scenario ideale immaginato da Worldcoin, tutto ciò dovrebbe avvenire privatamente, senza rivelare l'identità reale della persona, ma solo verificando la sua “unicità”.
L’Orb di Worldcoin, ovvero il design al servizio della distopia
Il progetto di Sam Altman, fondatore di OpenAI, mira a distribuire una moneta digitale mondiale tramite la scansione delle iridi. Ma c’era proprio bisogno di farlo con un dispositivo che sembra uscito da Black Mirror?
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- Andrea Nepori
- 02 agosto 2023
La soluzione al problema della proof-of-personhood è una ricerca ancora in corso cui si stanno dedicando numerosi progetti che afferiscono al cosiddetto Web3. L’implementazione di un sistema decentralizzato basato su blockchain in grado di verificare efficacemente l'identità delle persone senza compromettere la privacy è fondamentale per abilitare diversi casi d'uso importanti, dai documenti d'identità digitali sicuri e inviolabili, all'autenticazione online, fino al voto digitale. Worldcoin, in particolare, mira alla distribuzione equa e sicura di una nuova valuta digitale che potrebbe sostenere un sistema di reddito di base universale (UBI) in un futuro inevitabilmente dominato da macchine e IA (guarda caso proprio come chatGPT di OpenAI).
Sebbene il progetto si ponga obiettivi lodevoli, l’approccio allo sviluppo iniziale del sistema, che prevedeva l'addestramento degli algoritmi di IA attraverso la scansione dell'iride della popolazione in vari Paesi del terzo mondo, ha sollevato comprensibili preoccupazioni. Da un punto di vista tecnico, Worldcoin ha attirato le stesse critiche di qualsiasi altro sistema biometrico di proof-of-personhood, soprattutto per quanto riguarda la capacità di fornire decentralizzazione e privacy, impedendo al contempo il furto di identità e la vendita di identità (cosa che per altro sta già avvenendo con Worldcoin).
Oltre a questi problemi strutturali, va affrontato un ulteriore problema relativo alle scelte progettuali. Non c'era assolutamente alcun motivo per cui il dispositivo di scansione dell'iride avesse la forma di una sfera cromata. Avrebbe potuto essere una scatola nera o una macchina a forma di bancomat.
Eppure, i quasi quarantenni che guidano il progetto hanno deciso di optare per una palla luccicante che sembra un oggetto di scena uscito da un film di fantascienza o da un romanzo di Philip K. Dick. Di un oggetto di scena l’Orb condivide anche la bassa qualità costruttiva: in foto sembra una macchina perfetta. Da vicino, tenendolo in mano, ci si accorge invece che la scocca esterno è di plastica (e nemmeno delle migliori) e ha solo una finitura metallica cromata. Pesa anche molto meno di quanto ci si potrebbe aspettare, suggerendo un uso abbastanza parsimonioso del metallo.
Unendo questi elementi ai tweet trionfali con cui Worldcoin mostra file di persone in tutto il mondo che anelano a farsi scannerizzare gli occhi in cambio di soldi finti è difficile non pensare che l'intero progetto sia solo un'altra mossa di marketing di Sam Altman.
Del resto l’imprenditore tech sta giocando a questo gioco già da un po’ di tempo. Dopo il successo stellare di chatGPT, sta cercando di convincere governi e autorità che OpenAI è l'unica diga in grado di salvare il mondo dal diluvio dell'intelligenza artificiale. È anche un prepper convinto (con tanto di bunker segreti stipati di armi e razioni) e un devoto sostenitore del lungotermismo, movimento di pensiero pericolosamente diffuso tra i miliardari siliconvalligiani secondo il quale la sopravvivenza a lungo termine della razza umana nel futuro è più importante della vita di chi vive oggi (in particolare dei più poveri)
La posizione di rilievo ricoperta da Altman nella Silicon Valley e i miliardi che ha raccolto e può investire nelle sue idee, hanno reso possibile l’ascesa di un nuovo stile di marketing distopico. Ogni comunicazione di OpenAi, il design asettico del brand che ora si estende anche a Worldcoin, e le dichiarazioni pubbliche di Altman sul pericolo che macchine superintelligenti prendano il sopravvento per sterminare l'umanità, lavorano brillantemente insieme per formare una strategia coerente che mescola paura e messianismo.
Il design dell'Orb, con il suo mix di tecnologia scintillante e futurismo inquietante, contribuisce ulteriormente a questa narrativa. La palla sferica di Worldcoin sembra progettata appositamente per indurre una mix di paura e speranza per il futuro distopico che ci attende. Un promemoria scintillante di un imminente giorno del giudizio in salsa AI e, allo stesso tempo, un barlume di speranza nei salvatori della tecnologia che saranno lieti di salvarci dal disastro che hanno contribuito a creare. Verrà la distopia e avrà, letteralmente, i tuoi occhi.
Immagine di apertura courtesy Worldcoin