A Firenze continuano le polemiche intorno alla realizzazione della Loggia Isozaki, che dovrebbe fare da nuova uscita degli Uffizi su piazza del Grano. Il progetto della nuova loggia – che ha preso il nome dell’architetto giapponese mancato lo scorso dicembre, che l'ha ideata insieme ad Andrea Maffei – in realtà è ormai tutt’altro che nuovo. Risale infatti a venticinque anni fa, quando la struttura in acciaio e pietra, che richiama la Loggia dei Lanzi, vinse il concorso indetto nel 1998 dal Ministero dei Beni Culturali.
Nel 2001, però, si scatenò una feroce opposizione e dopo una lunghissima serie di peripezie burocratiche, nel 2020 Dario Franceschini stanziò un nuovo finanziamento da 12 milioni sull’opera. Nel frattempo, il governo Meloni si è rivelato dubbioso sulla realizzazione dell’opera, ritenuta ormai datata rispetto al modo in cui la città e la vita del museo si sono trasformate. Lo stesso direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, avrebbe dichiarato: “La gente da centinaia di anni entra ed esce dagli Uffizi, nessuno ci è mai rimasto chiuso dentro. […] Nel momento in cui verrà deciso di non realizzare questa uscita, [però] va pensat[a] subito […] un’alternativa[,] naturalmente da mettere a bando”.
Dello stesso parere è il sindaco della città, Dario Nardella, che ha recentemente dichiarato “non si può trattare una cosa così importante da un punto di vista giuridico, economico e culturale proponendo soluzioni superficiali e abbozzate. […] Se il governo insiste sul non volere l’uscita degli Uffizi ci deve spiegare qual è l’idea alternativa, e noi siamo pronti ad approfondirla. […] Se il ministro [della Cultura, Gennaro Sangiuliano] mette sul tavolo una proposta su cui poter lavorare noi la analizzeremo, ma racconti di piante e fioriere al posto di Isozaki penso sia[no] offensiv[i]”.
Cover picture courtesy of Arata Isozaki & Associates.