L’Ambasciatore italiano in Iran, Giuseppe Perrone, ha inaugurato ufficialmente una speciale anteprima della mostra “Domus Design – Teheran 2022”, che aprirà nella sua completezza in occasione del’Italian Design Day a metà marzo.
Accolta in uno degli storici edifici del complesso di epoca cagiara che ospita la Residenza dell’Ambasciatore italiano, l’esposizione ripercorre gli episodi più rappresentativi del rapporto che lega Italia e Iran nel design e nell’architettura. L’esposizione si apre con pezzi disegnati da Ponti negli anni ’50 e ’60 per le ville che stava realizzando in quegli anni – tra cui la spettacolare Villa Namazi di Teheran, gioiello architettonico italiano in Medio Oriente, recentemente sopravvissuta a vicende che ne hanno anche minacciato l’esistenza.
Nelle sale sono esposte inoltre i visionari disegni di Gaetano Pesce per la Biblioteca Nazionale di Teheran, così come i progetti degli architetti iraniani contemporanei, quali quelli realizzati da Alireza Taghaboni, Sara Kalantari, chiudendo con oggetti di design di avanguardia, come l’avveniristica suite da pranzo con forme zoomorfiche di Kamran Naderi.
L’evento è stato pensato in diretto richiamo dalla storica esposizione “Domus Design” svoltasi a Teheran nel 1975, su iniziativa della rivista milanese. Durante quell’occasione era stato presentato il meglio del design mondiale per la casa e per l’industria, con un catalogo di 280 oggetti firmati da 116 designer. “La nuova mostra che abbiamo organizzato a Teheran intende riprendere lo spirito della storica esposizione allestita da Domus nel 1975”, commenta l’Ambasciatore Perrone, “ripercorrendo le principali tappe della collaborazione tra Italia e Iran nel settore del design, per mettere in evidenza uno speciale legame tra Italia e Iran che dagli anni 50 in poi non ha mai cessato di produrre esemplari di design di rara bellezza”.
Insieme all’Ambasciatore ha partecipato all’evento Walter Mariotti, Direttore Editoriale di Domus, esprimendo il ruolo del magazine di un incontro culturale di questa importanza. “Tutte le occasioni che aiutino a riflettere sulla natura meno superficiale del termine design” ha dichiarato Mariotti “sono operazioni tutt’altro che pacifiche, ma in un senso che è l’opposto di quello che genera conflitti perché in realtà dichiarano guerra solo ai luoghi comuni, quelli sì in grado di generare i conflitti, perché vorrebbero le culture diverse e i destini umani inconciliabili. Occuparsi di design italiano in terra d’Iran significa prima di tutto porsi una domanda di fratellanza e di senso umano che va al di là del design”.