I Care, We Care, The Care

È arrivata l’ora di rivalutare un testo dimenticato di Adam Smith nel quale si mette l'empatia al centro del sistema economico.

Fra le molte eredità funeste della pandemia ce n’è una felice. La rivalutazione indiretta della Teoria dei sentimenti morali di Adam Smith, un libro prima frainteso, poi dileggiato e infine dimenticato dall’evoluzione del capitalismo incapace di accettare che la società non nasce dall’egoismo o dall’aspettativa di guadagno ma dalla simpatia per l’altro basata sull’amore di sé.
Per Smith invece è solo in questa logica che gli impulsi primari e individualistici – i famigerati animal spirits – riescono ad elevarsi in un orizzonte di reciprocità ed evoluzione, economica ma più ancora di vita e di felicità. Un’idea che l’illuminista scozzese Smith dona ai suoi successori che arriveranno a rovesciarla nella visione prevalente degli ultimi trent’anni, che Milton Friedman sintetizzava nell’unica responsabilità sociale dell’imprenditore: accrescere i profitti.
Con la pandemia cambia tutto perché Covid-19 dimostra che l’essenza del nostro modello non era basata sulla forza ma sulla fragilità. Del sistema sanitario, logistico, burocratico, informativo. E ancora prima culturale, scientifico, linguistico.

 
L’opportunità vera della crisi è la possibilità di rovesciare il nostro approccio
Immagine di Rusty Watson su Unsplash

L’opportunità vera della crisi è la possibilità di rovesciare il nostro approccio mettendo l’empatia, la benevolenza e il prendersi cura all’inizio e al centro di ogni azione e decisione. Non come risorsa eccezionale ma come regola naturale, non come terapia d’emergenza ma come logica ordinaria ridisegnare le relazioni, l’economia, la società.
Una visione che rende giustizia al maestro scozzese e che tre anni fa era stata rilanciata da The care manifesto, frutto di un collettivo gruppo inglese (Andreas Chatzidakis, Jamie Hakim, Jo Littler, Catherine Rottenberg, Lynne Segal) appena tradotto in italiano basato su quattro principi operativi: mutuo soccorso, disponibilità di spazi pubblici, condivisione non commercializzata, democrazia locale. Senza mai citare Smith ma tant’è.

 

Immagine di apertura di Hello I'm Nik su Unsplash

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