Amante della lentezza e del banale, nel suo progetto fotografico “Portrait of a Landscape” – in mostra presso il Swiss Architecture Museum di Basilea fino al 16 settembre – l’artista Pierre-Philippe Hofmann guarda allo spazio pubblico elvetico.

Pensato come un “panorama rappresentativo” della Svizzera, il progetto è, da molti punti di vista, una semplice ricerca sul tema della normalità e dell’ordinario. Un approccio che Hofmann aveva adottato già nella sua serie di fotografie intitolata Lieux communs (“luoghi comuni” in francese) nel 2003. Allora la sua curiosità lo aveva portato a indagare l'identità plurale del Belgio, dove aveva raccolto frammenti e peculiarità banali trovati nel paesaggio, facendolo sentire “come una spugna che assorbe un liquido”.

In “Portrait of a Landscape” Hofmann, la cui famiglia proviene da Olten, una cittadina nel Canton Soletta, ha deciso “di lavorare in un territorio non molto più grande del Belgio, ma fatto di diverse comunità e lingue”. Dopo aver individuato dieci direttrici divergenti da Älggi Alp, il centro geografico del paese, l’artista ha deciso di attraversare la Svizzera a piedi, fino ai confini più esterni, seguendo le linee da lui tracciate sulla cartina, per un totale di circa 2700 km. “Lungo il mio percorso, ogni chilometro circa, ho messo la mia videocamera HD su un treppiede e ho filmato per un minuto”, afferma. Attraversando paesaggi diversi – dalle Alpi all'altopiano svizzero – e facendo attenzione a evitare “luoghi importanti” e a variare continuamente il suo punto di vista, l'artista ha raccolto oltre 2700 riprese, catturando una propria versione dell’identità del paese.

La mostra presso il Swiss Architecture Museum di Basilea, che consiste in un'installazione video proiettata su decine di schermi, gioca con l'aspetto frammentario della raccolta e la ricompone creando un grande caleidoscopio. Per un ritratto soggettivo della Svizzera, lontano dai tradizionali cliché.