Villa modernista, ma soprattutto luogo di scambio culturale e incubatore di iniziative all’avanguardia: Villa Noailles a Hyères ospita “Domestic Pools”, l’edizione 2018 del suo ormai consolidato format di mostre annuali di architettura dedicate a spazi pensati per il divertimento.

La mostra presenta una selezione curata da Benjamin Lafore, Sébastien Martinez-Barat e Audrey Teichmann di venti tra le più belle piscine private d’autore dal 1920 a oggi, inclusa quella di Villa dall’Ava di Rem Koolhaas, il progetto di Adolf Loos per la casa di Josephine Baker a Parigi, lasciato incompiuto, un progetto inedito degli anni Quaranta firmato dall’architetto modernista finlandese Alvaro Aalto, o ancora un reportage del giovane fotografo francese Romain Laprade dedicato all’oasi bianca progettata da Alain Capeillères per la sua dimora estiva incastonata nelle colline di Six-Fours-les-Plages.

Dai primi capolavori architettonici degli anni Venti e Trenta – dei quali Villa Noailles, progettata da Mallet Stevens per Charles e Marie Laure Noailles, è un esempio di spicco – fino agli sviluppi più contemporanei, la mostra traccia la storia di questo elemento architettonico lungo tutto l’arco del XX Secolo, tra fascinazione teorica e approcci pratici.

Anthony Valdez, Pin-Up Pool Party, 2018

“Domestic Pools” esamina anche l’evoluzione a livello socio-culturale della piscina in quanto elemento architettonico, andando a osservare come la percezione nell’immaginario collettivo si sia trasformata nel tempo: se negli anni Venti era simbolo di sperimentazione promossa da menti artistiche visionarie e, di conseguenza, un privilegio riservato all’élite, oggi giorno essa è diventata pressoché un bene di produzione industriale alla portata di ogni famiglia della classe media, proprio come un auto.