Nato nel 2014 dall’iniziativa congiunta del Museum für Naturkunde di Berlino e della Kulturstiftung des Bundes, la serie “Art/Nature” invita una serie di artisti di fama internazionale a sviluppare delle installazioni all’interno del museo di scienze naturali tra i più rinomati d’Europa. Oltrepassando la classica distinzione tra ambito artistico e ambito scientifico, la serie mira a creare uno spazio sperimentale dove arte, pratica museale e scienze naturali possono incontrarsi e dialogare, promuovendo così una riflessione di natura artistica sul ruolo dei musei di scienze naturali nel XXI secolo.
Berlino. L’arte incontra la natura
Al Museo di Storia Naturale di Berlino, la serie “Art/Nature” crea interazioni tra arte, pratica museale e scienze naturali.
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- Claudia Mandelli
- 07 febbraio 2018
- Berlino
Lo scorso 30 gennaio ha inaugurato il quarto ed ultimo round della serie, con installazioni di Mark Dion, Assaf Gruber ed Elizabeth Price, e una micro-opera in dieci atti di Ulrike Haage e Mark Ravenhill intitolata Wundernetz I Rete Mirabile, che verrà eseguita live nel corso delle prossime settimane nelle stanze del museo e in particolar modo nell’ala dedicata alle collezioni umide (il 12,19, 26 febbraio e 5 marzo – tutte le date sono sold out).
Nella sua installazione Collectors Collected Mark Dion ci conduce, per così dire, nel “dietro le quinte” del museo. Con la cura di un entomologo, l’artista studia infatti il gruppo di ricercatori che da più di due secoli raccoglie materiali per le collezioni del museo, e si concentra soprattutto sugli strumenti utilizzati per il lavoro di ricerca in loco. In questo modo Dion stimola una riflessione sull’aspetto tecnologico, politico, culturale, storico ed economico del lavoro scientifico – dai tempi dell’Impero tedesco alla Germania nazista, passando per i tempi della Guerra fredda fino ad arrivare ai giorni nostri.
Berlinwal di Elizabeth Price è un dialogo poetico con la struttura architettonica del museo. Creando un angolo apposito in una delle sale, l’artista invita i visitatori a sedersi e a osservare da uno degli ampi finestroni – solitamente chiusi con un tendone – il cortile interno dove una volta sorgeva la Whale Hall (la sala delle balene), distrutta in un incendio nel 1945. In questa sezione speciale della sala è possibile soffermarsi, leggere un libricino scritto dall’artista stessa e prendere coscienza del trascorso storico del museo. Attraverso la sua installazione Elizabeth Price afferma quindi la sua concezione del museo come luogo pubblico e non di semplice passaggio, un luogo dove le persone possono fermarsi e riflettere.
Per il suo video di circa 30 minuti, The Conspicuous Parts, Assaf Gruber si è lasciato ispirare da una spedizione a Cuba effettuata nel 1967, ai tempi della Germania dell’Est, da un gruppo di ricercatori determinati a rimuovere un’intera sezione della barriera corallina per poterla integrare nella collezione del museo berlinese. L’artista israeliano si confronta con l’aspetto politico degli oggetti in mostra nel museo: perché vengono esposti al pubblico? Quali fattori influiscono sulla decisione di esibire o meno un oggetto? Il video è un commento acuto e al tempo stesso spiritoso su come ideologie e interessi personali interagiscano.
Infine, la compositrice Ulrike Haage e il drammaturgo Mark Ravenhill riportano in vita le collezioni umide del museo con una micro-opera in dieci atti per cantanti e percussioni. Ispirato dal saggio Vampyroteuthis Infernalis di Vilém Flusser sul calamaro vampiro, il libretto è un omaggio a questa specie, un minuscolo esemplare della quale è in mostra al museo, e offre uno spunto a riflettere sull’ordine di grandezza delle cose: una critica non troppo velata alla presunzione che è propria dell’essere umano. Circondati da una miriade di barattoli contenenti le specie più disparate, i visitatori prendono coscienza della magnifica biodiversità del pianeta Terra.
Curate da Christine Heidemann, Dorothee Brill, Gaby Hartel e Bergit Arends, le quattro installazioni sono accomunate dalla volontà di stimolare un nuovo modo di guardare alla natura che ci circonda e di interpretare la cultura museale. In tempi dominati dalla morsa dei cambiamenti climatici, dall’avanzare della deforestazione e diverse altre catastrofi naturali, è fondamentale che le collezioni di scienze naturali non vengano accantonate come istituzioni all’antica, polverose, come fossero l’equivalente scientifico del collezionare francobolli. A prescindere dal grande successo di pubblico, i musei di scienze naturali non sono infatti il mero simbolo della biodiversità del pianeta che abitiamo, bensì sono istituzioni la cui presenza è fondamentale per la ricerca e la cui funzione politica, sociale e culturale diventa sempre più centrale.
- Art/Nature Intervention Round IV
- Mark Dion, Assaf Gruber, Elizabeth Price, Ulrike Haage e Mark Ravenhill
- 30 gennaio – 29 aprile 2018
- Museum für Naturkunde
- Invalidenstr. 43, Berlino