"Gal Weinstein: Sun Stand Still", veduta dell'installazione, padiglione israeliano, 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, 2017
"Gal Weinstein: Sun Stand Still", veduta dell'installazione, padiglione israeliano, 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, 2017
"Gal Weinstein: Sun Stand Still", veduta dell'installazione, padiglione israeliano, 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, 2017
"Gal Weinstein: Sun Stand Still", veduta dell'installazione, padiglione israeliano, 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, 2017
"Gal Weinstein: Sun Stand Still", veduta dell'installazione, padiglione israeliano, 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, 2017
Il progetto può essere interpretato come allegoria melanconica e poetica della storia israeliana, composta da atti miracolosi e momenti di illuminazione, ma anche da trascuratezza e distruzione, una storia che vacilla da una crescita megalomane a un rumoroso schianto. Il miracolo divino della Valle di Ayalon è legato al progetto sionista di conquistare un deserto apparentemente sterile, accanto alle espressioni del progresso tecnologico e dell'agricoltura. Tuttavia, viste insieme, tutte queste opere creano una narrazione che può anche essere interpretata come una visione post-apocalittica, rivelando il costo dell’hubris umana nell'impresa della civiltà.
fino al 26 novembre 2017
Gal Weinstein: Sun Stand Still
a cura di Tami Katz-Freiman
Padiglione israeliano
57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia