Con “La Macchina Estrattiva” il PAV di Torino prosegue la propria indagine sul rapporto antagonista tra attivismo ambientale e politiche neoliberiste su scala globale. La mostra vuole essere un’indagine ulteriore sulle forme del colonialismo (sia storico che contemporaneo) con cui l’occidente continua ad incidere sui destini del mondo, delle culture e della natura, in maniera ormai irreversibile.
La Macchina Estrattiva
Con “La Macchina Estrattiva” il PAV di Torino prosegue la propria indagine sul rapporto antagonista tra attivismo ambientale e politiche neoliberiste su scala globale.
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- 23 marzo 2017
- Torino
Una tesi condivisa da più teorici (da David Harvey a Saskia Sassen) è quella che vede il sistema finanziario attuale come la seconda fase del capitalismo: definita come “fase estrattiva”. Non più legato esclusivamente alla produttività modernista, ai consumi di massa e alla circolazione delle merci, il nuovo capitalismo si presenta piuttosto come un gigantesco meccanismo di estrazione di valore dall’uomo e dalla natura con una progressiva inclusione di tutte le possibili risorse, che non lascia al suo esterno nessun ambito della vita individuale né dell’ambiente naturale.
Le opere dei cinque artisti in mostra sono animate da uno spirito attivista e transdisciplinare, volto all’esplorazione dell’ambito ecologico, a partire da diverse prospettive d’osservazione di fenomeni come l'inquinamento, la desertificazione, il cambiamento climatico, la privatizzazione delle colture agricole o l’ineguale redistribuzione dei costi e dei vantaggi sottesi alle modificazioni ambientali oggi in atto.
26 marzo – 4 giugno 2017
La macchina estrattiva
a cura di Marco Scotini
Parco Arte Vivente – PAV
via Giordano Bruno 31, Torino