“Perché gli architetti investono enormi quantità di creatività e di tempo per partecipare a concorsi di progettazione, pur sapendo che solo pochi potranno essere ricompensati per i loro sforzi? Che genere di impatto si potrebbe ottenere se anche solo una frazione di questo tempo venisse impiegato collettivamente per affrontare problemi urgenti alla scala globale?”
Questi sono alcuni degli interrogativi al centro del dibattito introduttivo che, durante l’inaugurazione della Biennale, ha visto avvicendarsi: Floris Alkemade (architetto capo del governo olandese, in precedenza partner di OMA), Ole Bouman (fondatore e direttore del Shekou Design Museum di Shenzhen), Beatrice Galilee (curatrice di architettura e design al Metropolitan Museum of Art di New York), Joseph Grima (architetto, curatore e fondatore di Space Caviar), Luca Molinari (architetto, critico e curatore), Rogier van den Berg (capo-progetto dell’Urban Planning and Design LAB presso UN-Habitat) con Marco Brizzi (fondatore di Image e direttore di The Architecture Player) come moderatore.
fino al 27 novembre 2016
Time for Impact
a cura di Gianpiero Venturini (Itinerant Office – New Generation) e Marthijn Pool (space&matter)
in collaborazione con AiD (Architecture in Development)
promosso dall’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi a Roma e Creative Industries Fund NL