Il duo ha raccolto a Londra olio esausto da negozi di fish&chips, e scarti di lavorazione della carne da macellai, che poi sono stati filtrati e trasformati in sapone con l’aggiunta di liscivia e un mix di pigmenti naturali per creare una palette di test sul materiale.
Il risultato di queste prove sono tre sculture che mostrano alcuni dei test fatti in termini di texture, colore e forma.
Oltre a questi test materici hanno creato un vaso ispirato a una ricerca esoterica legata al sapone: la tradizione africana del sapone nero magico. Questo viene utilizzato come feticcio contro i malefici e a sua volta anche la coda di cavallo intinta nel sapone e appesa in casa sarebbe utilizzata per proteggere dal malocchio.
Il vaso è stato prodotto facendo un cilindro di sapone di grasso di maiale poi mischiato con polvere di carbone. Il cilindro poi è stato lavorato al tornio per creare la base, il corpo e il coperchio del vaso.