Prendendo spunto dalle fantasie della sua infanzia e ispirandosi a film di fantascienza e a vari artisti, Renaud Marion rappresenta la sua personale visione del trasporto futuristico, attraverso automobili senza ruote sospese sull’asfalto.
Air Drive
Sullo sfondo di architetture anni Settanta, Renaud Marion fotografa auto classiche che sembrano levitare sull’asfalto, dando vita a una serie retro-futuristica di automobili volanti.
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- 25 novembre 2014
- Ginevra
Introducendo però un piccolo colpo di scena: se la levitazione dei veicoli ha uno spiccato gusto da fantascienza, i soggetti di fatto sono classici dell’antiquariato automobilistico, provenienti dalle scuderie Chevrolet, Mercedes, Jaguar, Aston Martin e Porsche, e modificati ad arte.
Le immagini che emergono rappresentano un ritorno al futuro, dallo stile rétro. Icone nate nel periodo d’oro della produzione automobilistica sono trasformate in mezzi di trasporto aereo, catapultando il loro design d’epoca in un’era visionaria. Cresciuto negli anni Ottanta del Novecento, Marion era convinto che, entro il 2000, tutti avrebbero guidato automobili volanti, come il landspeeder di Guerre Stellari o le futuristiche macchine che si alzano in volo dell’artista francese Moebius. Il sogno di Marion di mettere in moto, un giorno, un mezzo sospeso nell’aria non si è ancora realizzato, ma in questa serie l’artista – oggi trentanovenne – ha portato in vita i veicoli antigravitazionali delle sue fantasie di bambino.
“Da piccolo immaginavo il nuovo millennio popolato da automobili volanti, navi spaziali, mondi paralleli, extraterrestri che vivessero con noi sul nostro pianeta e viaggi nel tempo,” racconta il fotografo. “Tutti avremmo indossato tute spaziali e saremmo stati muniti di pistole a laser. I sogni di un bambino normale, penso... spero.” Motivato dall’idea che “i nostri sogni di oggi sono la realtà di domani” e dal suo desiderio di creare le automobili volanti immaginate nella sua infanzia, Marion ha sviluppato questo concetto unico nella sua serie Air Drive. Alla fine del 2012, a Ginevra, l’artista francese realizza i primi scatti di automobili che in seguito elaborerà in macchine a levitazione.
Concepire l’idea di ciò che costituisce una “automobile volante” e renderla reale ha richiesto un processo di “produzione” in due fasi. La prima ha comportato l’individuazione dei soggetti delle foto e delle location, la seconda ha riguardato gli strumenti. “Per la prima parte della serie fotografata a Ginevra, ho scelto le auto semplicemente camminando per strada. Ho cercato macchine parcheggiate lungo le vie perché volevo utilizzare modelli in scala reale, non miniature,” afferma.
Marion ha scelto di fotografare auto classiche perché assomigliavano più da vicino all’idea della sua infanzia dell’aspetto di una macchina volante. Tra i primi veicoli da lui fotografati figuravano una Chevrolet El Camino, una Mercedes 300 SL Roadster e una Jaguar XK120. Trovare l’ambiente adatto dove ritrarre le vetture significava ricercare spazi in cui non fossero presenti persone e edifici riconoscibili. Le auto si sono appropriate del centro della scena in ambientazioni architettoniche della metà del XX secolo in varie texture e colori tenui o neutri.
“Ho cercato architetture risalenti agli anni Settanta, che per me rappresentano il retro-futurismo. Gli edifici dovevano essere grandiosi, imponenti e grafici.” Per ottenere l’aspetto di automobili “volanti”, Marion ha dovuto applicare una tecnica di assemblaggio digitale per eliminare da queste bellezze classiche gli pneumatici e le cavità di alloggiamento delle ruote e collocare le auto su sfondi differenti, arrivando a sistemarle nello scenario giusto per ogni ritratto futuristico. Questi anacronismi fotografici hanno suscitato molto interesse quando l’estroso artista li ha pubblicati inizialmente in Rete. Amanti delle auto classiche, fan della fantascienza e appassionati di arte e fotografia hanno iniziato d’un tratto a seguire Renaud Marion.
Questo novello riconoscimento ha consentito al fotografo di entrare in contatto con collezionisti di auto, alcuni dei quali gli hanno prestato i loro gioielli per le successive sessioni fotografiche di Air Drive a Parigi. Tra questi vi erano una Mercedes 300 SL Paul O’Shea, una Lincoln Continental, una Jaguar E-Type, una Mercedes 190 SL, una Aston Martin DB5 e una Porsche 356. Marion non ha preso in prestito solo le auto, ma anche le fotocamere: Leica Camera gli ha fornito la sua ultima Leica S per catturare le immagini di queste vetture vintage. “E se fosse vero che nella loro epoca Jules Verne o Leonardo da Vinci hanno inconsapevolmente creato universi capaci di condizionare gli esseri umani verso un futuro imprevedibile, un futuro che questi non avrebbero mai potuto immaginare?" si chiede Marion. "Potrebbe essere lo stesso oggi. La fantascienza è ovunque. Esiste per prepararci a volare sulle navi spaziali, incontrare persone dotate di superpoteri o semplicemente guidare automobili volanti?”
Renaud Marion: Air Drive
MB&F M.A.D.Gallery, Ginevra