Z! Zingonia, Mon Amour

“Z! Zingonia, Mon Amour” è il titolo della mostra allestita a Monditalia da Argot ou La Maison Mobile con Marco Biraghi e dedicata a Zingonia.

Z! Zingonia, Mon Amour
Zingonia è una scena esemplare nel film delle utopie italiane moderne, tra l’Ivrea di Adriano Olivetti e la No-Stop City degli Archizoom.
Indipendentemente dal suo recente destino, la città progettata da Renzo Zingone ha incorporato i semi della progettazione urbana radicale e dell’architettura visionaria.
Z! Zingonia, Mon Amour
Argot ou La Maison Mobile e Marco Biraghi, “Z! Zingonia, Mon Amour”, Monditalia
Il punto di partenza per il progetto è una capsula del tempo delle volonta degli anni ’60, un archivio di informazioni sui desideri, le aspirazioni e i sogni dell’imprenditoria italiana.
Come la scoperta della mummia del Similaun, una rivoluzione nella consapevolezza fisica della vita e dei costumi dei nostri avi, osservare Zingonia può darci ispirazione, conoscenza, emozioni e speranza nel completamento inaspettato delle utopie, se viene dato loro il tempo di sopravvivere alla realtà.
Argot ou La Maison Mobile and Marco Biraghi, “Z! Zingonia, Mon Amour”, Monditalia
Argot ou La Maison Mobile e Marco Biraghi, “Z! Zingonia, Mon Amour”, Monditalia
Attualmente Zingonia sta attraversando un processo di rinnovamento, un destino che accomuna tutta l’architettura moderna e contemporanea: il riciclo contro la costruzione. Zingonia deve essere esposta alla Biennale per evitarne l’oblio e il decadimento delle sue radici culturali: l’amnesia è l’unico vero nemico delle nostre utopie.
Sotto un cielo soleggiato l’Italia sta attraversando alti e bassi politici ed economici, che si intrecciano con un cambiamento nelle leggi e lo sviluppo delle rivoluzioni sociali. Tutti in Italia hanno l’incertezza nel proprio DNA, dalle persone alle società, ai politici, agli investitori.
Argot ou La Maison Mobile and Marco Biraghi, “Z! Zingonia, Mon Amour”, Monditalia
Argot ou La Maison Mobile and Marco Biraghi, “Z! Zingonia, Mon Amour”, Monditalia

Al contrario, architetti e progettisti tendono a essere colpiti da un ottimismo lineare o da una incapacità intrinseca di lungimiranza, nascosta da elevati standard estetici e dalla capacità di comunicazione. I progetti sono visioni ben congegnate che si proiettano nei prossimi 25 anni, dove il tempo è visto come un semplice parametro che scorre senza produrre alcun cambiamento.

L’architettura nondimeno, in un tempo sufficiente, è in grado di trasformare le utopie urbane in realtà, vita e memoria. Gli utenti dello spazio sono in grado di dare un significato a qualsiasi condizione, non importa quanto disperata, nella continua ricerca di identità.


fino al 23 novembre 2014
Z! Zingonia, Mon Amour
Un progetto di Argot ou La Maison Mobile e Marco Biraghi
con Maria Elena Garzoni, Hiroyuki Kakiuchi, Anton Kotlyarov, Giulia Maculan, Giacomo Mezzadri, Nicolò Ornaghi, Riccardo Radaelli, Giulia Ricci
Monditalia
La Biennale di Venezia

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